C’è solo un ponce livornese fatto a Livorno: com’è Ma-dè

Ma-dè in Livorno è l'unico ponce livornese fatto nella città che gli ha dato origine e storia, ma anche una palese sfida ai competitor del liquore livornese "da battaglia". Lo abbiamo assaggiato.

C’è solo un ponce livornese fatto a Livorno: com’è Ma-dè

Un ponce Ma-dè in Livorno, per davvero. Signore e signori, vi sfido a trovare un prodotto con un nome così azzeccato. Almeno in Toscana, almeno in campo spirits. L’idea porta la firma di Fabio Elettrico, di suo figlio Piercristian e della loro omonima distilleria, che hanno deciso di creare il primo ponce interamente…fatto a Livorno. D’altronde il vintage non è mai stato così contemporaneo, specialmente nel beverage.

Le alternative non mancano, per carità, ma arrivano da fuori (Livorno). Dal Ponce Livornese di Vittori al Ponce alla Livornese Mugnetti fino al Punch Livornese Morelli, con una cifra fra i 14 e i 20 euro è possibile acquistare online o in enoteca uno svariato numero di prodotti competitor. Nessuno è però realizzato integralmente nella “Venezia della Toscana”.

Cos’è il ponce

Il ponce livornese è una bevanda alcolica nata a Livorno tra il XVII e il XVIII secolo e derivata dal punch, diffuso nella città costiera dalla numerosa comunità britannica presente in loco. Se la ricetta del punch originale comprendeva tè, zucchero, cannella, limone e acquavite, quella livornese sostituì fin da subito il tè con il caffè concentrato e il rum delle Antille con il rumme (o rum fantasia), un liquore locale composto da alcol, zucchero e caramello decisamente più economico. Durante l’Ottocento e il Novecento, il caffè macinato veniva bollito, filtrato e combinato con il rumme o la mastice, un liquore a base di anice verde.

Fino agli anni ’50 del XX secolo, sia il rumme che la mastice erano spesso prodotti artigianalmente dai proprietari dei locali. A partire da quel momento la versione originale del ponce è andata via via scomparendo, restando viva soltanto in una versione più spartana o comunque casalinga.

Ma-dè in Livorno: Prova d’assaggio

Ponce

La dicitura anglolabronica “Ma-dè” che caratterizza il nome del nuovo nato della famiglia Elettrico non è solamente un gioco di parole, ma un mix tra il made che omaggia la tradizione degli inglesi che frequentavano il porto di Livorno e il classico intercalare popolare locale “dè”. Per ora sono state immesse sul mercato mille bottiglie da 700 ml (i gradi alcolici sono 40 e il prezzo di vendita è di 17 euro), con l’etichetta creata dall’artista campano Alfredo Del Bene e un disegno che si ispira allo stile di inizio Novecento, suonando in tutto e per tutto come una chiara dedica alla città: dalla bandiera con la scritta “Fides” al colore rosso amaranto che identifica la città. A fronte delle mille bottiglie iniziali, arrivate dopo ben due anni di sperimentazioni, l’obiettivo è quello di prendere una fetta crescente di mercato, arrivando a piazzare circa cinquemila bottiglie l’anno.

Nel caratteristico bicchiere da ponce, a Livorno ribattezzato gottino (capienza da circa 10 cl, altezza 70 mm, diametro 60 mm), si mettono due cucchiaini di zucchero di canna, si stratifica con 30 ml di ponce si aggiunge un caffè e in cima si posiziona una scorza di limone chiamata vela, che in passato veniva utilizzata per disinfettare il bicchiere stesso. Perché? In realtà è molto semplice, ed è l’ennesimo esempio della grande fantasia che da sempre contraddistingue i livornesi: la scorzetta di limone incastrata sul bordo del bicchiere serviva come una sorta di trattamento igienico, oltre che per pulire la bocca dopo aver bevuto il ponce. A guardarla bene, in effetti, ricorda proprio una vela sul mare.

Il risultato è una bevuta dal colore scuro e ambrato che ben contrasta le note contemporaneamente dolci e amare del tipico ponce, dal profumo speziato e non eccessivamente zuccherata al palato, che mi ha riportato – da buon toscano quale sono – al ponce artigianale provato da ragazzino dopo un buon pranzo in riva al mare. Ma-dè in Livorno altro non è, del resto, che una fedelissima riproposizione in bottiglia del ponce livornese, e dunque un classico fine pasto, che da tradizione si beve esclusivamente caldo con l’aggiunta di zucchero.

Presto un ponce freddo

“Abbiamo riportato a casa la produzione del ponce alla livornese – mi ha spiegato il produttore Fabio Elettrico quando gli ho chiesto lumi sul suo nuovo prodotto – e siamo gli unici produttori di questa bevanda spiritosa a Livorno. Stiamo facendo esperimenti anche per realizzare un cocktail interamente made in Livorno, che possa costituirne la versione mixologist, ossia da servire non più caldo. In questo cocktail il rum sarà presente come prima base alcolica, con l’aggiunta di caffè e di una seconda base alcolica tra il gin e la vodka”.