Cos’è il Partito della Birra austriaco (e che intenzioni ha)

Il Partito della Birra fondato nel 2014 da Dominik Wlazny è stato una sorpresa in queste ultime elezioni austriache. E non sembra nemmeno poi tanto una buffonata.

Cos’è il Partito della Birra austriaco (e che intenzioni ha)

Ogni paese ha il suo Beppe Grillo, a ben guardare. Se qui da noi c’è stato un periodo in cui l'”uno vale uno” ha spopolato, portando nel 2018 il Movimento 5 stelle a essere il primo (non) partito in Italia, così quel tipo di sentimento populista ha un nome, un cognome, e una sigla anche nella rigorosissima Austria, e tutto sommato pare esserci pure andata bene, visto che lì il malcontento popolare è incarnato dal Partito della Birra. 

Mica uno scherzo da poco, visto che nelle ultime elezioni presidenziali austriache il Bier Partei ha preso l’8,3%, diventando il terzo partito austriaco. Così i Viennesi hanno “rischiato” davvero di avere una fontana di birra nella piazza centrale, proposta che avrebbe – secondo il Bier Partei – “aumentato la qualità della vita” di turisti e cittadini. 

Il Bier Partei: la storia

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Satirico sì, buffone no. Le proposte del Partito della Birra, in effetti, non sono tutte scherzose e spesso trattano temi complessi e di attualità. Il principio di partenza è sempre lo stesso: il rinnovamento della politica con facce nuove, la partecipazione popolare che legittima dal basso i candidati, i problemi delle fasce di popolazione più giovani e a basso reddito. Apparso per la prima volta sulle schede elettorali nelle elezioni legislative austriache del 2019, fino a oggi non aveva mai ricevuto i voti necessari per la rappresentanza in Consiglio nazionale. Per questo forse la politica non l’aveva preso sul serio, nonostante campagne pubblicitarie diventate virali (e non per gli stessi motivi per cui diventano virali le campagne dei nostri politici, trasformate puntualmente in meme) e nonostante i Beer Party siano una realtà spesso consolidata nei Paesi dell’Europa dell’Est, dove sono sorti qua e là come scherzo  per poi raggiungere risultati anche interessanti (vedi alla voce Polonia, dove nel 1991 il Polska Partia Przyjaciół Piwa ha ottenuto 16 seggi in parlamento). 

 

La guida: Marco Pogo

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Sarà anche che il suo leader non sembrava uno da prendere troppo sul serio, e forse all’inizio non si prendeva troppo sul serio nemmeno lui. 

Il 36enne Dominik Wlazny – questo il suo vero nome – era un volto abbastanza noto in Austria anche prima di fondare il suo partito. Musicista e cabarettista, ha adottato il suo nome d’arte italiofono per suonare nei The Gogets, ma la notorietà e il successo sono arrivate con la band punk rock Turbobier, un nome che doveva essere profetico. Wlazny è anche un medico, ed è stato molto attivo in Austria durante la pandemia, nella maniera sopra le righe che ormai tutti conoscono: nell’agosto 2021, prima di un concerto dei Turbobier, ha somministrato di persona alcune decine di vaccinazioni contro il Covid-19. 

Nel 2014 Dominik Wlazny ha fondato il Beer Party. Inizialmente sembrava essere una trovata per lanciare la canzone Die Bierpartei, un po’ come il flash mob di Tananai, che magari domani ci troveremo alla guida di un nuovo partito. Ma cinque anni dopo, nel 2019, il partito ha davvero presentato una sua lista per le elezioni legislative austriache, candidando Wlazny e ottenendo, in quell’occasione, poco meno di 5.000 voti. Nel 2020, però, i voti erano già diventati l’1,8%, e il partito era riuscito a vincere undici seggi in vari consigli distrettuali, dando i primi segnali di crescita. Poi sono arrivate le elezioni del 2022, dove Wlazny è stato il primo politico a raccogliere le seimila firme necessarie per candidarsi, nonché il più giovane candidato in assoluto alla presidenza dell’Austria. Questo ha determinato una svolta in lui e nel suo partito: un po’ meno gioco, meno satira, più professionalità. Le fontane di birra sono state soppiantate  da proposte per migliorare la preparazione dei membri del governo e da discorsi sull’inflazione, l’assistenza sanitaria, le energie rinnovabili, i rifugiati, l’istruzione, i femminicidi e soprattutto sulle politiche giovanili. 

Il programma del Bier Partei

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Ma cosa vuole il Bier Partei? Il programma del Partito della Birra di Dominik Wlazny è un insieme di proposte fatte nel corso degli anni, e sono tante. Alcune più assurde (come le fontane di birra) altre decisamente intelligenti (spazi pubblici dove ci si possa riscaldare per combattere il peso del caro energetico per le famiglie più in difficoltà). C’è il sostegno all’Ucraina (issare la bandiera ucraina negli edifici pubblici e accoglienza ai rifugiati), l’educazione no gender nelle scuole. D’altronde, per la fondazione del Beer Party l’allora Marco Pogo si era ispirato al testo di una canzone in cui descriveva come il mondo sarebbe un posto molto migliore se il Beer Party fosse stato al potere. Così, i temi sono diventati via via più seri: pace sociale, sicurezza (“L’esercito è pronto all’azione per proteggere i nostri confini e il nostro paese?”), futuro (“Abbiamo bisogno di politiche coraggiose e orientate al futuro che rendano giustizia anche alle nuove generazioni”, con la creazione di un “Ministero del Futuro” per prenderle), protezione dell’ambiente (“Perché abbiamo 1.245 impianti di risalita sulle montagne del Tirolo ma non le pale eoliche?”).

Che poi, insomma, voi non lo vorreste un ministero del futuro? Certo, abbiamo capito, ma no: la fontana di birra potete togliervela dalla testa.