Ho assaggiato lo sparkling tea che ti farà cambiare idea sul tè (e forse pure sul vino)

I tè frizzanti di Copenhagen Sparkling Tea Company possono sostituire una bottiglia di vino? Abbiamo provato a rispondere a questa domanda cambiando completamente la nostra esperienza sul tè.

Ho assaggiato lo sparkling tea che ti farà cambiare idea sul tè (e forse pure sul vino)

Ognuno delle nostre tipologie sparkling tea è il risultato del nostro sogno di produrre la migliore bevanda frizzante analcolica/low alcol al mondo” è la missione tutt’altro che modesta con cui il sommelier Jacob Kocemba e il suo socio Bo Sten Hansen hanno fondato Copenhagen Sparkling Tea Company proprio nella capitale della Danimarca nel 2017. Non tè e basta, non kombucha, ma tè frizzanti (da qui sparkling tea) che richiamano sia il mondo del tè, che quello delle bevande gassate che quello del vino. Ma senza essere nessuno delle tre.

Sparkling Tea

Parlare di bevande analcoliche e di prodotti low alcol non è ancora mainstream ma i tempi sono abbastanza maturi per trovare il giusto interesse, anche in un paese storicamente monopolizzato dal vino e altrettanto insensibile (almeno mediamente) al tè. La sfida dunque di parlare di tè frizzanti sembra impossibile, ma in realtà lo è molto meno di quello che sembra se si superano quei due-tre pregiudizi che il prodotto potrebbe suscitare.

Sparkling Tea(2)

Partiamo con il dire che, ad oggi, Copenhagen Sparkling Tea Company propone cinque tipologie diversi di sparkling tea con altrettante caratteristiche e abbinamenti consigliati:

  • GRØN (con il 5% di alcool) realizzato con lemongrass, tè bianco e tè verde, può essere bevuto come aperitivo ed è consigliato l’abbinamento con piatti della cucina asiatica. Le note sono infatti di citronella e agrumi, ma anche zenzero e mela verde.
  • BLÅ (analcolico) con gelsomino, tè bianco e tè Darjeeling, da cui aromi di gelsomino, camomilla e un pizzico di agrumi. Anche questo si può bere come aperitivo, come alternativa analcolica, da abbinare a piatti leggeri o vegetariani, o a dessert.
  • RØD (con il 5% di alcool) realizzato con ibisco, tè bianco e tè nero. Presenta note di bacche rosse, ibisco e agrumi. L’abbinamento consigliato è con frutti di mare, pesce e dessert con frutta e frutti di bosco.
  • VINTER (con il 5% di alcool) con aromi di cannella, cardamomo, chiodi di garofano e uvetta per un gusto meno fresco e più importante, adatto ai mesi più freddi e ai sapori più corposi. Per questo si abbina anche a piatti di formaggi o piatti speziati.
  • LYSERØD (analcolico) realizzato con tè silver needle, tè oolong e ibisco. Viene considerata come “un’alternativa senza alcol a un vino rosato” con note di frutti rossi, more, ibisco da abbinare a piatti leggeri sia dolci che salati e ai frutti di mare (ostriche in particolare).

Prima che ve lo chiediate è necessario che anticipi ogni obiezione dicendo che l’unico motivo che muove questo testo è la curiosità. Nessuno ci ha pagato per scrivere nulla. Però oltre ad assaggiare (e pagare) abbiamo voluto informarci su quella che sembrava una novità un po’ sfidante per il nostro mercato e per il nostro palato. Se non potete andare in Danimarca, sicuramente non troverete le bottiglie al supermercato, mentre sul sito dell’azienda c’è una speciale sezione con la mappa dei rivenditori o dei ristoranti dove potete assaggiare il tè frizzate, rimanendo stupiti di quanti posti nel mondo ce l’abbiano già. Per l’Italia per ora non siamo aggiornati, ma io sono stata fortunata perché Piccola Bottega Merenda a Roma, che è il negozio presso cui faccio la spesa, ne aveva ordinate alcune bottiglie per portare avanti un lavoro praticamente decennale sulle bevande analcoliche di qualità, ignorate da ristorazione e clienti. Qui il prezzo si aggirava sui 25 euro a bottiglia, mentre su Tannico ad esempio si trovano a 23,90 (a cui aggiungere presumibilmente le spese di spedizione)

Per quanto riguarda il processo di produzione, i tè frizzanti sono composti da una miscela di fino a 13 tè biologici diversi tra neri, verdi, bianchi e oolong. L’azienda promette di utilizzare solo tè di altissima qualità provenienti dalle migliori piantagioni e produttori di tutto il mondo, tra cui i tè First Flush Darjeeling e Silver Needle. Jacob Kocemba, il sommelier che sta dietro a Sparkling Tea, prepara a mano tutti i tè, utilizzando corrette temperature di infusione e trattando singolarmente ogni tè. Le miscele di tè vengono imbottigliate insieme a un goccio di vino bianco o mosto d’uva come dolcezza naturale e per completare ed esaltare i sapori dei tè. Vengono aggiunti anche altri aromi naturali, come il succo di limone, ma non ci sono additivi artificiali. Le bottiglie vengono lasciate riposare per 8-12 settimane. Dopodiché il processo si conclude con la degustazione di un bicchiere di tè frizzante, da servire a circa 5 gradi, consigliato “in una coppa di champagne” ma è possibile combinarli per creare dei cocktail molto piacevoli.

Dalla teoria ora passiamo alla pratica. Ho potuto assaggiare due tipologie e due bottiglie molto simili, una alcolica e una non, per mettere a confronto questa discrepanza. In generale mi interessava capire come il prodotto, che si presenta benissimo nella bottiglia e nella grafica, possa essere percepito durante un pranzo o una cena. E se replica in qualche modo la sensazione che offrono le bollicine a commensali non particolarmente esperti di vino. Quello che posso dire è che di primo impatto, la bevanda nel bicchiere ha un risultato eccellente, con un colore rosato con tinte ambrate molto interessante, e una bollicina fine che non risulta aggressiva al palato.

Il primo assaggiato è stato RØD che rispecchia quanto detto al colore, ma vira su tinte dorate e brillanti. Al naso invece la nota di ibisco, in generale di fiori, di dolci e di zucchero è molto presente. Questa caratteristica zuccherina si ritrova anche al palato, dove persiste in bocca anche dopo l’assaggio. La nota alcolica è leggerissima, accennata, per un risultato molto piacevole che deve incontrare il gusto di chi ama questo tipo di bevute (mi sarebbe piaciuto assaggiare un prodotto con una maggiore acidità ma sarà per la prossima volta). Negli abbinamenti c’è grande versatilità, ma direi che in estate e come aperitivo con uno snack salato non è affatto male. Che ci sia il tè alle fondamenta della preparazione, lo si percepisce solo da qualche nota profumata. Il tè qui costituisce solo una base, è completamente un’altra esperienza rispetto al tè in tazza e in purezza. Questo dipende anche dal fatto che molti dei tè scelti, tè bianco, silver needle e tè verde, possono avere gusti delicatissimi anche quando sono infusi in purezza. Molto più che un tè nero o un tè fermentato.

 

Il secondo assaggiato è stato LYSERØD. Come si vede i due si assomigliano nel colore, ma in questo secondo caso si tende maggiormente al rosa. I profumi sono molto simili e stanno sullo stesso binario che spinge al dolce e allo zuccherino poi all’assaggio. Anche a livello alcolico, la differenza risulta praticamente impercettibile, tanto è delicata la nota alcolica del primo. In sua assenza però, il profumo dell’ibisco è ancora più marcato. Ho avuto l’impressione che non avrei retto più di un paio di bicchieri, e così è stato. Devo dire che complessivamente è stato un esperimento molto interessante: paragonarlo al vino mi sembra tirarlo un po’ per i capelli, ma anche se i gusti sono ben distanti, alcuni contesti di bevuta possono essere simili se non sovrapponibili. Soprattutto per chi cerca vini di facile beva, poco alcolici, delicati ma con note profumate.