Il figlio di Robert Plant vende parte del suo birrificio gioiello a Heineken

Logan Plant, figlio di Robert Plant, cantante dei Led Zeppelin, venderà parte del suo birrificio artigianale di Londra al gigante Heineken

Il figlio di Robert Plant vende parte del suo birrificio gioiello a Heineken

Che i birrai artigianali siano sensibili alle lusinghe dell’industria è vero in tutti i sensi.

Nel senso che spesso cedono i loro promettenti birrifici ai giganti del settore, ma pure che da questi giganti prendono le distanze per salvaguardare l’integrità dei loro prodotti e dell’intero comparto artigianale.

Ragione per cui, l’ultima rumorosa vendita a una multinazionale di un (ex) piccolo birrificio artigianale sembra quasi una beffa.

Logan Plant di Beavertown, realtà artigianale inglese, birraio star se ce n’è uno visto che, tra le altre cose, è il figlio di Robert Plant, il cantante dei Led Zeppelin, cederà parte delle quote del birrificio a Heineken, come ha reso noto il Guardian.

Del resto lo aveva scritto lui stesso dopo mesi di indiscrezioni in un post del blog di Beavertown.

Il racconto commosso parte dalle origini del birrificio, nel 2011, a cui seguono il grande successo e ora le mire espansionistiche del figlio d’arte, che da Heineken, seconda multinazionale della birra nel mondo per fatturato, con un portfolio di marchi che per restare in Italia comprende Dreher, Ichnusa, Birra Moretti, oltre all’ex birrificio artigianale Hibu, otterrà 40 milioni di sterline per costruire Beaverworld.

La nuova sede del birrificio garantirà una capacità produttiva di 450 mila ettolitri, dieci volte la produzione odierna.

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Come accade in questi casi, per proteggersi dalle critiche, all’annuncio sono seguite le promesse: dice Plant junior che la qualità resterà la stessa, e che grazie al denaro stanziato da Heineken per acquistare quote della società, realizzerà con i suoi collaboratori storici “la miglior esperienza birraria della Gran Bretagna”.

In realtà, per il birrificio artigianale londinese che ha conquistato i fan della birra artigianale a suon di lattine coloratissime animate da un teschio, mascotte del marchio, sembra essere la fine di un’era.

Almeno a giudicare dalle reazioni di altri birrifici artigianali: in queste ore è tutto uno smarcarsi da Extravaganza, noto festival birrario organizzato proprio da Beavertwon.

[Crediti link: Eater, The Guardian, Beavertownbrewery ]