In Polonia c’è una vodka ispirata a Chopin che ricerca la patata perfetta

La vodka a base di patate più premiata al mondo è polacca: sono stato nella distilleria della Chopin Vodka, dove si blendano varietà di patate, si ricerca il terroir nel distillato, si invecchia in botte.

In Polonia c’è una vodka ispirata a Chopin che ricerca la patata perfetta

Le opere di Bauman, i Notturni di Chopin, i film del controverso Roman Polanski, ma la Polonia – più semplicemente – è anche sinonimo di vodka e patate. Questo tubero di origine andina, insieme alla celebre bevanda ottenuta dalla distillazione di cereali o, appunto, di patate, è entrato progressivamente nei cuori e nelle case di tutti i polacchi. Ma come, quando e perché è arrivato fin qui? Me lo sono chiesto durante la mia visita alla distilleria di Chopin Vodka, azienda a conduzione familiare con sede a Krzesk che produce la vodka a base di patate più premiata al mondo.

Storia della patata polacca

Distilleria

Partiamo dalle basi. Le patate (tuberi commestibili ottenuti dalle piante della specie Solanum tuberosum), chiamate in polacco “ziemniaki”, sono arrivate in Polonia dopo la Battaglia di Vienna dell’11-12 settembre 1683, dove il re Giovanni III Sobieski sconfisse i turchi. Come possiamo apprendere dal ricettario di Maria Lennis e Henryk Vitry “W staropolskiej kuchni i przy polskim stole” (“Nell’antica cucina polacca e a tavola in Polonia”), il re Sobieski scoprì questa curiosa pianta proprio nell’orto botanico imperiale di Vienna e si fece mandare qualche tubero per il giardino della sua residenza estiva a Wilanów, con l’obiettivo di sorprendere e deliziare la sua amatissima moglie. L’inizio, magari un po’ romanzato, di una storia d’amore che nel corso dei secoli ha visto la patata conquistare e quasi monopolizzare il mercato polacco.

In primis perché alle patate è piaciuta molto la fertile terra polacca. Seppur poco apprezzate in un primo momento, visto che il popolo polacco era abituato per la maggior parte a consumare il grano, col tempo queste sono divenute infatti talmente di moda da cambiare le sorti dell’economia e dell’agricoltura di un intero Paese. Ma le difficoltà di adattamento non sono certo mancate. Sorse per esempio un gran problema religioso: alcuni preti polacchi predicavano ai contadini che le patate facevano malissimo alla salute, considerandole addirittura “luciferine”. Vuoi per la loro ottima resa vuoi per il basso prezzo vuoi ancora per la duttilità in cucina, neanche le minacce della Chiesa sono riuscite però a fermare l’exploit delle patate in Polonia. Ed è qui che la nostra storia si intreccia con quella della vodka, o wódka come diremmo in polacco.

Durante il regno di Stanislao Augusto Poniatowski, nel lontano XVIII secolo, da questo tubero già si otteneva il “bimber”, una vodka di produzione casereccia ad alto tasso alcolico. Con dapprima decine e in seguito centinaia di varietà di patate a disposizione, non sorprende il fatto che questi due prodotti abbiano viaggiato spesso sullo stesso binario. Ok le placki ziemniaczane (tipiche frittelle di patate), ok anche la babka (una sorta di tortino di patate con ciccioli di maiale o pancetta fritta e cipolle), ma già nel 1970 la Polonia raccoglieva più di 50 milioni di tonnellate di patate all’anno e sperimentare nuove applicazioni – al di là della cucina – era diventato quindi una vera e propria necessità. Come nel caso della vodka, alla costante ricerca della patata perfetta da distillare.

Chopin Vodka

Vodka

È in questo contesto, in una Polonia che ancora oggi si vanta di essere fra i 10 principali produttori mondiali di patate, che si inserisce la storia di Chopin Vodka, distribuita in Italia dall’azienda ligure Fine Spirits. Il suo fondatore Tad Dorda iniziò le attività nel 1993 e fu il primo a investire sul mercato della super premium vodka, aprendo la strada a tutti i grandi brand presenti oggi sul mercato. Chopin è proprietaria della distilleria e segue ogni passaggio della produzione, dalla coltivazione delle materie prime fino all’imbottigliamento. Ispirata all’omonimo musicista polacco, sostiene il concetto di terroir (di solito molto legato al vino e poco ai distillati) e di conseguenza tutte le caratteristiche uniche che conferiscono alla vodka gusto e consistenza, a partire dalla terra nella quale vengono coltivate le materie prime.

Chopin Vodka

La distilleria Chopin e gli edifici circostanti risalgono addirittura al XVIII secolo. La tenuta occupa 17 acri nel pittoresco villaggio di Krzesk, un distretto incontaminato famoso per la sua abbondanza naturale. La famiglia Dorda ha acquisito la distilleria nel 2003, riportando le sue operazioni tradizionali al loro antico splendore e modernizzando i suoi impianti di imbottigliamento e confezionamento. Le tecniche utilizzate per creare Chopin, compreso l’uso della colonna di rame originale della distilleria in funzione da fine ‘800, sono cambiate molto poco dal suo inizio e gran parte del processo viene ancora oggi svolto a mano. Chopin Vodka è stata la prima a realizzare una gamma dedicata ai singoli ingredienti con i quali viene prodotta la vodka: patate, segale e grano. Le ho provate tutte e ve le racconto qui di seguito nel dettaglio.

Chopin Potato

Patate
Chopin Potato è la vodka di patate più premiata al mondo. Le patate provengono da fattorie familiari situate entro 18 miglia della distilleria e coltivate senza prodotti chimici o pesticidi. Dopo la cottura e la fermentazione vengono distillate in piccoli lotti da settembre a dicembre, seguendo la stagionalità della materia prima. Patate, acqua e lievito sono gli unici ingredienti, distillati quattro volte nell’alambicco a colonna datato 1896. Al naso si percepiscono sottili note di mela verde e vaniglia, mentre al palato questo distillato è cremoso e terroso con un finale lungo e pulito, che non brucia come succede invece con tante altre vodka presenti sul mercato.

Chopin Rye

Non solo patate, Chopin Vodka produce anche due interessanti vodka a base di segale e grano. La segale proviene da fattorie familiari situate entro 18 miglia della distilleria e coltivate senza prodotti chimici o pesticidi. Dopo la cottura e la fermentazione viene distillata in piccoli lotti da gennaio fino a maggio, seguendo la stagionalità della materia prima. Segale, acqua e lievito sono gli unici ingredienti, distillati quattro volte in alambicco a colonna. Chopin Rye offre il gusto complesso e speziato della segale polacca, rappresentando con la sua piccantezza la base perfetta per un Bloody Mary.

Chopin Wheat

Il grano proviene da fattorie familiari situate entro 18 miglia della distilleria e coltivate senza prodotti chimici o pesticidi. Dopo la cottura e la fermentazione viene distillato in piccoli lotti da gennaio a maggio, seguendo la stagionalità della materia prima. Grano, acqua e lievito sono gli unici ingredienti, distillati quattro volte in alambicco a colonna. Chopin Wheat è la vodka più leggera e dolce della gamma. Perfetta da sorseggiare liscia, è anche la base ideale per cocktail estivi e profumati.

Chopin Family Reserve

Family Reserve Chopin

Si può invecchiare la vodka in botte? La risposta è sì e Chopin Family Reserve ne è un buon esempio da analizzare. L’edizione speciale della famiglia Dorda viene prodotta con patate novelle raccolte tra luglio e agosto del 2016, dando importanza così al concetto di annata e non solo a quello di terroir. Queste patate sono più piccole e tenere, e le conferiscono un gusto eccezionalmente delicato. Il distillato viene poi lasciato riposare per due anni in botti di rovere polacco di 50 anni, ammorbidendosi ma acquisendo al contempo una struttura piuttosto inedita per un distillato che di solito fa della sua purezza la sua più ricercata virtù. La base ideale per un Martini che si rispetti.

La ricerca della patata perfetta

Vodka patate

Oltre a questi quattro prodotti di punta, che rispettano il disciplinare della vodka e possono quindi essere ufficialmente messi sul mercato come “vodka”, ogni giorno lo storico Master Distiller di Chopin, Waldemar Durakiewic, sperimenta nuove ricette, blend e invecchiamenti con differenti varietà di patate (ne ha già provate oltre un centinaio) e botti di legno (il rovere resta comunque il preferito), portando avanti una proficua collaborazione con l’Istituto Nazionale della Patata per creare dei distillati mono-varietali.

Dalle patate novelle alle patate “Volare”, ce n’è davvero per tutti i gusti. Ma non tutte le patate, ovviamente, possono diventare ottime vodka. Anche se molte patate riescono a garantire a questo distillato una corposità e un profilo aromatico senza dubbio sui generis.