La storia di Julia Vineboo, che nel vino ha svoltato grazie all’intelligenza artificiale

E dunque sì, probabilmente l'Intelligenza Artificiale ci seppellirà, come ha seppellito Julia Vineboo. E, viste le premesse, non sarà una bella morte.

La storia di Julia Vineboo, che nel vino ha svoltato grazie all’intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale è il mostro nella stanza. Qualunque stanza. E abbiamo ragione di credere che debba spaventare anche il mondo del cibo e del vino, nonostante siano cose per cui – almeno apparentemente – serve un palato vero. Eppure, l’intelligenza artificiale ha appena seppellito la giovane winelover Julia Vineboo, quantomeno da un punto di vista social.

E dunque sì: anche nell’enogastronomia, come in tutti gli altri campi della vita e del lavoro, l’intelligenza artificiale è lì in bilico tra l’essere un’opportunità ed essere un pericolo, tra i meme ridicoli dove le persone hanno quindici dita e il deepfake porn che ha coinvolto in questi giorni tantissime showgirl e conduttrici italiane, compresa Benedetta Parodi (come lei stessa ha denunciato sui social).

L’industria gastronomica, naturalmente, sta capendo come far fruttare tutto questo: all’intelligenza artificiale commissiona nuove ricette di biscotti, studi su come leggere nel pensiero dei clienti (che in realtà vorrebbero solo un caffè), tecnologie per rendere le ordinazioni dei fast food molto più rapide e semplici (con scarsi risultati, fino a oggi).

E se per colpa dell’intelligenza artificiale consumassimo più acqua? E se per colpa dell’intelligenza artificiale consumassimo più acqua?

Che l’intelligenza artificiale porti a un futuro in parte migliore non c’è dubbio: può portare, con il tempo, alla cura di malattie, perfino porre fine al rischio di intossicazioni alimentari, pare. Eppure, le perplessità nel pensare che il futuro della ristorazione (oltre che quello del mondo) sia nelle mani dell’intelligenza artificiale rimangono. Sarà l’AI a decidere per noi cosa, dove, quando mangeremo, e se un progetto avrà successo o no?

Forse, e in fondo con Julia Vineboo lo ha già fatto.

Chi è Julia Vineboo

Julia Vineboo è una giovane appassionata di vino. Polacca d’origine, ha vissuto in Spagna. Ha visitato più di sessanta Paesi nel mondo, bevendo vino in ognuno di loro, e accrescendo la sua cultura di settore. Ha preso le qualificazioni internazionali al Wine & Spirit Education Trust. E poi, ha cominciato a raccontare il tutto sui social, come fanno in tanti. Perché è lì che oggi si sposta gran parte della comunicazione, anche di quella enogastronomica.

Julia Vineboo ci ha provato, a raccontare il suo mondo. E poi ha cambiato direzione, inventandosene uno diverso, fatto con l’AI. Ed è lì che ha svoltato.

Se il suo account personale non conta neanche un migliaio di follower, quello creato con l’AI arriva ben oltre i 250mila. Lì è dove Julia racconta il vino con meme, video creati con l’intelligenza artificiale. Dove brinda con Salvador Dalì, con Freddie Mercury, perfino con Albert Einstein. Tanto che viene il dubbio che manco lei, con il suo cappello rosso e i capelli biondi, sia reale. E invece pare che esista, Julia Vineboo, premiata lo scorso anno al primo Wine Influencers Award in Spagna. Solo che la sua versione reale, in cui raccontava il vino di sessanta Paesi del mondo con tanto di competenze certificate, evidentemente emozionava meno dei brindisi con i grandi del passato, del vino vomitato in una bottiglia dal Conte Dracula, del super sexy uomo-bottiglia di Champagne preso d’assalto dalle donne (tranquilli, c’è anche la versione al femminile).

Il vino, quello vero, emozionava i social perfino meno delle borse di Chanel piene di Cabernet Sauvignon, delle Birkin ripiene di Chardonnay, degli stivaletti texani grazie a cui infilare il piede in una litrata di rosé (scadente, vogliamo almeno sperare).

Tutte cose in cui troviamo della creatività, non c’è dubbio, ma in cui fatichiamo un po’ a trovare il racconto del vino, perso tra un maiale vestito da imperatore romano e un gatto che corre con un bicchiere in mano. E dunque forse sì, probabilmente l’Intelligenza Artificiale ci seppellirà, come ha seppellito Julia Vineboo (o l’ha fatta risorgere, dipende dai punti di vista). In ogni caso, abbiamo come la sensazione che, viste le premesse, non sarà una bella morte.