Che differenza c’è tra flan e soufflé

Simili nell'aspetto, ma in realtà così lontani uno dall'altro: flan e soufflé sono diversi per molte ragioni e noi ve le elencheremo tutte quante.

Che differenza c’è tra flan e soufflé

Entrambi eleganti da servire, entrambi un’ottima idea per far colpo su parenti e amici, entrambi di origine francese… parlo di flan e soufflé, apparentemente simili ma con profonde differenze a separarli. Il significato del nome “flan” è “crostata” (dolce o salata) in Francia mentre altrove significa “sformato” o “tortino”, il termine “soufflé” significa invece “gonfio” o “soffiato” (infatti, fu l’Artusi a chiamarlo proprio Soffiato o Soufflet, da leggere come è scritto). Già le premesse sono chiare, entriamo nel vivo di queste due preparazioni!

Consistenze opposte

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Se a colpo d’occhio possono sembrare uguali, soufflé e flan hanno consistenze diverse che emergono non appena li si sfiora con una forchetta. Il flan infatti è compatto, umido e ben sodo mentre il soufflé è leggerissimo e simile a una spugna impalpabile. Il flan si mastica, il soufflé si scioglie quasi in bocca.

Uno va mangiato subito, l’altro no

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Una delle ragioni che rende evidenti le differenze sulla consistenza delle due preparazioni è anche dovuta a una regola ferrea: il flan può essere preparato in anticipo e servito anche a temperatura ambiente, il soufflé va invece infornato a ridosso del servizio e soprattutto mangiato immediatamente. Perché? Perché altrimenti si sgonfia e la sua consistenza peggiora.

Come sono lavorate le uova nell’impasto

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Entrambe queste bontà francesi prevedono le uova, ma queste sono lavorate in maniera completamente diversa: nel flan sono incorporate intere, nel soufflé sono incorporati interi solo i tuorli mentre gli albumi sono aggiunti alla fine e ben montati a neve. Proprio questa distinzione conferisce le due consistenze opposte che ho descritto precedentemente.

Stesse dosi, diverse quantità di impasto a porzione

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Le uova montate sono il segreto per rendere il soufflé spumoso e gonfio, infatti raddoppia in cottura. Un’accortezza è quella di riempire gli stampini sono a metà o poco più, per impedire che l’impasto straripi in cottura. Per il flan invece è previsto più impasto per ogni porzione, dal momento che il suo volume non vaia più di tanto in cottura.

Uno si sforma, l’altro no

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La delicatezza del soufflé, nonché le tempistiche ristrettissime tra la sua cottura a puntino e il momento dell’assaggio, è un fattore che vincola il risultato allo stampo in cui è stato cotto. Ovvero: se il flan può essere sformato dallo stampo ed essere servito “nudo”, il soufflé non può essere rimosso dallo stampo perché si disintegrerebbe.

Stampi per la cottura

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Mi aggancio alla differenza precedente per soffermarmi su un dettaglio non da poco. Cuocere il flan in uno stampino elegante di ceramica o in uno monouso di alluminio poco cambia: può essere sformato, quindi poco importa della qualità estetica del contenitore. Se cuocete un soufflé in uno stampo di alluminio di quelli usa e getta, dovrete anche servirlo in quello stato… ricordatevi quindi questa cosa se volete fare un soufflé per un’occasione formale ed elegante.

Cottura in forno con tecniche diverse

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Mezzo e temperatura sono in comune per flan e soufflé: forno ventilato preriscaldato a 180°C. Tuttavia, c’è una profonda differenza anche in questa fase. Il flan deve cuocere a bagnomaria come il creme caramel: le monoporzioni sono messe in una teglia, che viene riempita con tre acqua fino a tre quarti degli stampi e poi tutto quanto cuoce in forno. Il soufflé non ha bisogno di ulteriore umidità: per lui niente acqua ma una posizione nella parte più bassa e calda del forno così che circoli aria e possa gonfiarsi per bene.