Enciclopedia della cheesecake: ovvero come complicarsi la vita in un solo dessert

Voglio una coccola, ho bisogno di affondare la forchettina da dessert dentro una torta alta, formaggiosa, glassata, una di quelle fette dove il boccone finale o l’uso a rastrellino della forchetta è l’ultimo significativo gesto, prima di infilare il piatto in lavastoviglie. Voglio una lussuriosa cheesecake. Non l’ho mai preparata, mi adopero e tra libri, web, amiche al telefono, mi procuro la ricetta. Mai strada fu così piena di insidie. La cheesecake merita un trattato lungo un giorno, un meeting, una videoconferenza, un’enciclopedia al formaggio.

Eccomi qui allora, a chiedere l’aiuto di voi, stimatissimi lettori cuochetti. Aiutatemi ad uscirne. Riassumo in tre punti quello che ho capito.

La base.
Devo scegliere per prima cosa la materia prima per comporre la base, quel goloso e friabile fondo che ti fa apprezzare di più ogni orpello che sormonta la torta suddetta di formaggio. Ho capito che il biscotto più diffuso è il Digestive, altri optano per gli italianissimi Oro Saiwa, altri ancora aggiungono frutta secca, i più golosi vanno di biscotti secchi al cioccolato. Altra variante: burro o margarina? O strutto?! Poi scopro un mondo parallelo: il partito del miele, della cannella o polvere di caffè?!

Stato d’animo: indecisione latente, ma ce la posso fare.

La crema.
La vita è dura: devo scegliere quale formaggio sarà il cheese della mia cake. Philadelphia, panna fresca, panna acida, ricotta, quark, neufchatel, mascarpone, yogurt bianco, tuma. È dura. Conviene essere patriottici o emigrare altrove? Il tipo o i tipi di formaggio scelto, determinano la consistenza della mia base. Non sono pronta a vederla cedere.

Una volta scelto il formaggio dovrò aggiungere anche uova: alcuni le mettono, altri no. Dovrò altresì optare per farina o maizena? Sullo zucchero mi sembra siano tutti d’accordo. Sulla scorza di limone ancora pareri discordanti.

Stato d’animo: sto per mollare. Ho la tentazione di mischiarli tutti, ma è da codarda. Penso allora ad una absolut ricotta per giocare in casa, poi immagino un trio che da sempre funziona: ci sono un francese, un tedesco e un italiano.

La guarnitura.
Qui si apre un mondo che somiglia al Luna Park. Confettura di fragole e fragole fresche, frutti di bosco, cacao, glassa di cioccolato, panna acida, vaniglia, zucchero, pere e cioccolato, briciole di biscotto, mirtilli, mascarpone e cacao in polvere, fettine di limone, succo di fragola e ogni altra cosa vi venga in mente.

Faccio la salutista e metto solo fragole fresche! Ma è come mangiare un mandarino dopo il pranzo della domenica di mia nonna. Allora esagero e immagino una colata copiosa di cioccolato fuso. La mente è ufficialmente offuscata.

Stato d’animo: sono inerme davanti agli ingredienti che mi guardano, esibendosi in piroette sopra al tavolo, pur di farsi scegliere.

Spossata a fine serata, mi sono buttata su questi ingredienti.

Per la base: biscotti digestive, zucchero bianco, burro, cannella.
Per la crema: philadelphia, ricotta, scorza di limone fresco, uova, zucchero bianco, panna liquida, farina bianca.
Per la guarnitura: marmellata di fragole, fragole fresche e zucchero a velo.

Appendice.
Sulla cottura e non cottura, i gradi del forno, la metodologia e tutta quest’area, tiro i dadi, lancio in aria la monetina, mi bendo e scelgo a caso. Non lo so proprio. Ho scelto cottura 160° per 55 minuti. E poi via in frigo per almeno 4 ore.

Colonna sonora consigliata mentre vi esibite nella preparazione: Cheesecake Truck dei King Missile o Desperado degli Eagles (se la serata va a finire come la mia).

[Crediti | Immagine: Gourmet]