Il riscaldamento del pianeta e l’inquinamento sono i nuovi nazisti

Qualche giorno ho avuto la fortuna di visitare una mostra splendida all’Imperial War Museum di Londra. La mostra, dal titolo The Ministry of Food, è stata inaugurata nel 70° anniversario dall’inizio del razionamento alimentare in Inghilterra, cominciato appunto nel 1941. La Battaglia d’Inghilterra viene generalmente ricordata come una “battaglia dei cieli”, ma la mostra illustra bene come sia stata una anche una “battaglia per la terra”. L’Inghilterra dell’epoca era un paese fortemente dipendente dalle importazioni alimentari, e produceva poco più del 30% del cibo che consumava. Resistere comportava essere il più indipendenti possibile, e fu proprio il “Ministero del Cibo” ad assumere questo incarico.

Molte delle terre destinate al pascolo furono riconvertite in terreni agricoli, un sistema più efficiente: gli animali sfamati da un ettaro di pascolo possono nutrire due o tre persone, lo stesso terreno piantato a grano ne nutre 40, 80 se coltivato a patate.

Come ogni pezzo di terreno doveva essere coltivato, così ogni giardino doveva diventare un orto. A convincere gli inglesi di città ad imbracciare il badile furono campagne di propaganda estremamente affascinanti e creative, come nel caso del manifesto qui a fianco, che invita a coltivarsi  da sè il cibo.

Ma non si trattava solo di produrre più cibo: si trattava anche di imparare a sostituire alcuni alimenti con altri: coniglio invece di pollo, patate piuttosto che pane. Le destinatarie principali della comunicazione del Ministero del Cibo furono proprio le casalinghe, in prima linea sul “fronte della cucina”: responsabili dell’approvvigionamento di cibo alla famiglia, dovevano garantire che tutti fossero ben nutriti e in salute nonostante le avversità belliche. I cinegiornali dell’epoca spiegano piccoli trucchi domestici per preservare il latte, conservare più a lungo una forma di pane ed evitare gli sprechi. Le pubblicazioni raccomandano di cuocere poco le verdure, così da non disperdere le vitamine, e illustrano nel dettaglio le tecniche per fabbricare conserve di verdura e frutta da consumare nei mesi invernali.  L’effetto sul paese fu enorme: rapporti dell’epoca segnalano come, nonostante la guerra, la popolazione si nutrisse in modo adeguato come mai prima.

Lo spirito della mostra, e il messaggio che lancia ai contemporanei, è chiaro: i “nuovi nazisti” sono il riscaldamento globale, l’inquinamento, l’impoverimento dei contadini, l’obesità infantile: e oggi come allora, coltivare un piccolo orto, mangiare frutta e verdura stagionali, ridurre le importazioni, riciclare e mangiare sano sono i “segreti per la vittoria”.

[Fonti: food.iwm.org.uk. Immagine: Courtesy of The Imperial War Museum, London]