Cucinare in vacanza: 20 errori da non fare

Spadellare anche in vacanza, in una cucina che non è la propria è tutto fuorché facile. Al punto che serve una guida. Eccovi 20 errori da non fare

Cucinare in vacanza: 20 errori da non fare

Ah, che bellezza, quest’anno niente tenda e nemmeno albergucci scomodi e costosi. Quest’anno, per le vacanze, affittiamo un appartamentino tutto per noi, che è più comodo: non abbiamo obblighi, orari, seccature varie, tra l’altro spendiamo anche meno.

E c’è pure la cucina, bella pronta, che aspetta solo di essere usata. Che vuoi di più?

Eh, sì, anche in vacanza occorre nutrirsi, e con una cucina a disposizione, spadellare diventa un obbligo, alla faccia della vacanza.

Ma con qualche piccolo accorgimento, come quelli suggeriti dal Guardian, possiamo ottenere il meglio dalle nostre vacanze, anche in cucine “straniere”.

1. No, non potete dormire a volontà, mangiare bene e nel frattempo sollazzarvi con lunghe nuotate, bagni di sole o escursioni nei boschi e valli d’or. Le due cose sono inconciliabili, punto. Quindi, se volete fare i Robinson Crusoe di giorno e la sera nightclubbing tra Mojito e Margarita, dimenticate la cucina e ripiegate sui panini. Nella vita bisogna scegliere.

2. Le religioni sono un elemento importante nella vita di molti. Alcune prevedono un giorno di riposo che di solito coincide con la domenica. Quindi, a meno di non trovarvi in un posto in cui i negozi sono sempre aperti, considerate che, forse, la domenica potrebbe mancare proprio l’ingrediente che vi serve. E non troverete nessun negozio aperto dove recuperarlo.

3. Ah, se siete inglesi, non dimenticate di portare il vostre tè preferito. Se invece siete italiani, qualche bella teglia di pasta al forno con polpette, melanzane e scamorza, da congelare appena arrivati a destinazione, vi metterà al riparo dall’untuosa nostalgia di casa.

4. Si dice che Casanova, il grande amatore, si portasse scorte di pane, burro e carne da condividere con l’accompagnatrice di turno per allietare le roventi serate. A voi, fatti i debiti paragoni, basterà un provvidenziale cavatappi per la bottiglia di spumante.

5. Appena arrivati nel vostro appartamentino in affitto, date un ampio sguardo allo stato in cui versa la cucina: questo vi consentirà di coprire d’improperi il padrone di casa in lingua originale, esercizio sempre liberatorio, ma anche di rendervi conto se la cucina è agibile o se è messa lì solo per figura.

6. Ad ogni modo, se ci sono un ampio piano di lavoro, una pentola e un colino, potrete dirvi soddisfatti.

7. Okay, i piani di cottura a induzione non sono il massimo. Ma in realtà dovrete rivalutarli: innanzi tutto perché sono più precisi di quelli a gas, si corre meno il rischio di far prendere fuoco a ciglia e sopracciglia per accenderli e, soprattutto, sono gli unici disponibili. Quindi fatevene una ragione. Oltretutto, non correrete il rischio di alzarvi nel cuore della notte con il solito sospetto: “avrò spento il gas?”

8. Va bene, non c’è la griglia. Ma potrete ottenere un effetto altrettanto gradevole cuocendo carne, pesce e verdure al cartoccio, avvolgendoli nlla carta stagnola. No, dite non è la stessa cosa? Allora, portatevi dietro ‘sta benedetta griglia da casa, insieme con i peperoncini e il provolone, e finitela di seccare. Giusto per viaggiare leggeri.

9. Oh che bello, ci sono pure i ricettari nella vostra cucina estiva in affitto. Certo, voi ve la cavate bene con l’inglese, ma un po’ meno con le misure in tazze, cucchiai e cucchiaini. Ma guarda tu ‘sti americani che vogliono far tutto a modo loro: adeguarsi come tutti a grammi, etti e chilogrammi faceva tanto schifo?

10. Intendiamoci, non che potete pensare di trovare il pomodoro datterino, l’origano siciliano o il peperoncino calabrese nelle fredde highland scozzesi o nelle spiagge assolate di Cuba. Quindi, ricordate di portare dietro le vostre erbe o spezie preferite, nel caso.

11. Fate attenzione a quello che state comprando, visto che è scritto in un’altra lingua. Ricordate, ad esempio, che budino per noi è un dolce, mentre i francesi chiamano spesso boudin i nostri sanguinacci, a base di sangue di maiale, o comunque degli insaccati di carne. C’è un po’ di differenza, no?

12. Però qualche contenitore Tupperware potevano pure mettercelo, ‘sti rancini dei padroni di casa, eh?

13. Le cucine delle case di vacanza sono un ottimo test per individuare gli accessori inutili: se i padroni di casa hanno pensato di mollarli nella cucina da affittare, significa che li hanno considerati inutili. E no, non è stato un gesto di abnegazione nei confronti degli inquilini.

14. Lasciate perdere piatti nuovi e sperimentazioni ardite: le cavie le faranno i vostri amici nelle lunghe domeniche invernali. Andate sul semplice e sul sicuro: aglio e olio per tutti?

15. Manco la lavastoviglie, c’è, in questa cucina, altro che Tupperware! Organizzatevi, fate una bella lista della serie “chi fa che cosa” e, se avete pargoli abbastanza grandi da sfruttare con del lavoro minorile, metteteli sotto a lavare e asciugare piatti. In mancanza, vanno bene anche mariti, amici, amiche, tutti: basta che non siate voi.

16. E se mandassimo al diavolo la cucina e ce ne andassimo a mangiare fuori? Ricordate che la democrazia è un ottimo metodo per scontentare tutti: imponete la vostra scelta, andate al ristorante che preferite voi e non fate caso agli immancabili mugugni: tanto ci sarebbero stati anche se aveste messo il locale ai voti.

17. Diffidate delle cittadine dove la stessa famiglia o azienda gestisce pub, pizzerie e due o tre ristoranti: in genere sono uno peggio dell’altro.

18. Non imparate a guidare solo per andare a procurarvi quel determinato ingrediente. Piuttosto, sposatevi con qualcuno che svolga queste piacevoli incombenze per voi.

19. Non fidatevi dei viaggi organizzati, dei piani di cottura a gas o di ingredienti sconosciuti.

20. E, soprattutto, non fidatevi di chi stila elenchi. Di qualsiasi tipo.

[Crediti | Link: The Guardian]