San Martino: perché si dice che “tutto il mosto diventa vino”

Rallegriamoci: oggi, 11 novembre, è San Martino. E "tutto il mosto diventa vino". Ma perché si dice così? Ve lo spieghiamo, sbloccandovi qualche ricordo dalla scuola (e dal catechismo).

San Martino: perché si dice che “tutto il mosto diventa vino”

A San Martino tutto il mosto diventa vino”: alzi la mano chi conosce l’origine di questo detto popolare. Che come tutti i detti popolari, alla fine, non sono mai sufficientemente superati: gira e rigira va sempre a finire che avevano ragione le nostre nonne. Così, visto che l’11 novembre si festeggia San Martino di Tours, noi abbiamo pensato di spiegarvi perché proprio oggi il mosto diventa vino.

Intanto, va detto che si tratta di una ricorrenza piuttosto sentita in tutta Europa, vista l’importanza che questo periodo ha nel mondo rurale. Molte sono le feste popolari e le tradizioni legate a questa giornata (in Belgio i bambini la festeggiano cantando canzoni e chiedendo piccoli doni, come mele e nocciole, e in Croazia c’è perfino l’usanza del battesimo del vino). D’altronde, dai vignaioli San Martino è unanimemente conosciuto come il patrono del vino e della vinificazione: l’11 novembre è per quel mondo una data simbolicamente importante, quella in cui si assaggia il primo bicchiere del vino dell’anno.

San Martino: chi era

San Martino

Nato in Pannonia, Martino era un soldato della guardia imperiale romana in servizio in Gallia. Durante una delle sue ronde notturne, in inverno, vide lungo la strada un mendicante infreddolito: Martino, mosso a pietà per quell’uomo, prese il suo mantello militare e lo tagliò in due, consegnandone metà al mendicante. Il giorno seguente Gesù gli apparve, rivelandogli di essere Lui stesso il pover’uomo infreddolito che aveva aiutato. Come ricompensa per il suo gesto caritatevole, il freddo e il gelo diedero tregua qualche giorno: da qui deriva l’”Estate di San Martino”, altro momento fondamentale nella tradizione popolare, che indica l’ultimo rialzo delle temperature prima dell’arrivo dell’inverno.

Ma il legame di San Martino con il mondo del vino è dovuto a uno dei suoi miracoli più famosi, la trasformazione dell’acqua in vino.

Il vino novello

Vino Novello

Così, San Martino è il giorno in cui si celebra il raccolto del vino dell’anno. E lo diceva anche Giosué Carducci (vi stiamo sbloccando un ricordo scolastico, dite la verità): oggi l’aspro odor dei vini va l’anime a rallegrar.

Non solo: San Martino è il giorno in cui si chiude un ciclo e se ne comincia un altro, e non a caso proprio l’11 novembre, un tempo, veniva fissata la scadenza dei contratti agricoli. Le vendemmie sono finite e, anche se è presto per assaggiare il vino che ne è derivato, non lo è per il Novello, che può essere messo in commercio a partire dal 20 ottobre dello stesso anno della vendemmia (era il 6 novembre prima del 2012 ma, si sa, le vendemmie sono sempre più anticipate a causa del cambiamento climatico).

Dunque, in questi giorni, si può assaggiare il primo risultato del raccolto, quello ottenuto (per almeno il 40%) con il processo di fermentazione con macerazione carbonica dell’uva intera.