Taiwan ha invitato i cittadini a smetterla di chiamarsi Salmone

Centinaia di giovani di Taiwan hanno cambiato nome per approfittare della promozione di una catena di sushi bar, che offriva la cena a chi si chiama Salmone.

Taiwan ha invitato i cittadini a smetterla di chiamarsi Salmone

La prima notizia è che il governo di Taiwan ha pregato i propri cittadini di smetterla di chiamarsi Salmone per futili motivi. La seconda notizia, alla base della precedente, è che negli ultimi giorni centinaia di giovani taiwanesi si sono recati negli uffici pubblici per farsi cambiare nome, chiedendo di inserire i caratteri gui yu”, corrispondenti alla parola “salmone”.

La terza notizia, che costituisce la causa di tutto sto casino, ribattezzato  dai giornali locali “salmon caos“, è che una catena di locali di sushi ha lanciato un’offerta straordinaria, ma straordinaria davvero: per due giorni, chiunque si presentasse mostrando una carta d’identità contenente i suddetti caratteri, aveva diritto a un pasto all you can eat insieme a cinque amici.

I giovani di Taiwan non si sono fatti pregare, precipitandosi in massa all’anagrafe per cambiare nome: una procedura che evidentemente nell’isola cinese richiede non più di qualche ora, o forse viene fatta all’istante (mentre altrove ci vogliono MESI per prenotare un rinnovo di documenti scaduti, umarell mode on). Più di 150 l’hanno fatto in pochi giorni, e sono passati all’incasso: “Da stamattina mi chiamo Bao Cheng Gui Yu”, ha raccontato un ragazzo alla locale TVBS, “e abbiamo già mangiato sushi per più di 200 euro”. Per essere più tranquillo, o per strafare nel cazzeggio già che c’era, un tizio si è messo sulla carta d’identità anche “granchio”, “aragosta” e “abalone”. Tanto, poi, il nome si può cambiare di nuovo: anche se qualcuno ha dichiarato che, forse in memoria di questa bravata, magari non se lo ricambierà. Le autorità taiwanesi però non l’hanno presa benissimo e, pur non potendoci fare niente da un punto di vista legale, hanno invitato i cittadini a un comportamento più serio, per evitare agli uffici pubblici una perdita di tempo, e uno spreco di scartoffie.

La quarta notizia, che sta alla base dell’intera storia, è una notizia solo per noi, d’accordo, però non cessa di meravigliarci: come diavolo è possibile che a Taiwan si può cambiare nome, più volte, senza nessun altro motivo che la propria scelta?

PS: increduli, abbiamo approfondito la questione e sì, è proprio così, anche se ci sono arrivati per gradi. All’inizio, era come dappertutto: se tu hai un nome o cognome offensivo, o che può causarti problemi, puoi chiedere di cambiarlo. Se di cognome fai Mastronzo (true story), o se i tuoi ti vogliono così male da chiamarti Oliodipalma, fai domanda e non dovrebbero esserci problemi. A Taiwan però a un certo punto hanno deciso che una sola opportunità era poco, metti che uno si sbaglia, o non propone un’alternativa soddisfacente, perché negargli una seconda chance? Nel 2001 quindi una legge ha deciso che i cambi potevano essere due, e una recente modifica del 2015 li ha portati addirittura a tre. Ma soprattutto, nel 2001 la legge è stata modificata in un altro, radicale senso: è stata abrogata la possibilità per l’autorità pubblica di concedere o meno il cambio, valutando le motivazioni della richiesta. Insomma, nessuno ti può più dire che Pasquale non è imbarazzante: se non ti piace, te lo cambi. E soprattutto, nessuno può impedirti di sostituirlo con Salmone, o qualsiasi altro cibo una catena di food voglia decidere di lanciare.