Torino: cos’è questo Bocuse d’Or di cui parlano tutti

Bocuse d'Or a Torino: in gara per l'Italia alle Olimpiadi della cucina c'è lo chef pugliese Martino Ruggieri

Torino: cos’è questo Bocuse d’Or di cui parlano tutti

Iniziamo dai fondamentali.

Oggi al Lingotto di Torino si svolge la seconda e ultima giornata di gare per il Bocuse d’Or Europe, edizione numero sedici, la competizione di alta cucina più autorevole del mondo, ideata nel 1987 da Paul Bocuse, padre della Nouvelle Cuisine, scomparso lo scorso gennaio a 91 anni.

In palio c’è un posto nella finale mondiale di gennaio 2019 che si svolgerà a Lione.

[Chi era Paul Bocuse, lo chef francese morto oggi]

Alle 17 di oggi si terrà la premiazione. Si confrontano 20 squadre in rappresentanza di altrettanti paesi, in pole position per la vittoria ci sono Italia e Danimarca.

Per l’occasione, il padiglione Oval del Lingotto è diventato un gigantesco agone: al centro ci sono i dieci box dove cucinano gli chef. Tutt’intorno, tra tifo da stadio e tensione alle stelle (sembra una caricatura ma è così), si trovano gli spalti per 1500 tifosi e la lounge per le giurie, dove figurano chef di rango come Carlo Cracco, Enrico Crippa o Jerome Bocuse, figlio di Paul, garante della continuità di queste Olimpiadi della cucina

La squadra italiana è guidata da Martino Ruggieri, 31 anni di Martina Franca (TA) –uno degli ultimi a gareggiare– che ha già vinto la finale italiana del Bocuse d’Or nel 2017. Lo chef pugliese lavora a Parigi, come chef adjoint al ristorante Ledoyen Pavillion, 3 stelle Michelin, accanto a Yannick Alléno, un star della cucina francese.

Ad affiancarlo sono stati chiamati Giancarlo Perbellini del ristorante “Casa Perbellini”, il coach francese François Poulain, il commis belga Curtis Clément Mulpas, sempre del ristorante Ledoyen di Parigi e Luciano Tona, direttore dell’Accademia Bocuse d’Or Italia.

[Bocuse d’or Italia 2016 ad Alba]

Norvegia, Francia e Belgio sono le squadre con il maggior numero di fan volati a Torino, al seguito di chef e fan c’è anche la stampa: oltre 280 i giornalisti accreditati, provenienti da 20 Paesi – dall’Argentina all’Estonia, dall’Islanda al Perù.

In cosa consiste la gara?

Gli sfidanti hanno 5 ore e 35 minuti per affrontare una doppia prova: cucinare 15 piatti individuali e una portata servita su un grande vassoio in argento, dall’impiattamento molto curato. Ci sono ovviamente degli ingredienti obbligatori tenuti segreti fino all’ultimo.

Questa volta sono spaghetti, uova e poi tutti prodotti locali: filetto di vitellone di razza piemontese, riso Sant’Andrea Dop della Barraggia Biellese e Vercellese, animelle di vitello e formaggio Castelmagno Dop.

L’obiettivo italiano, vittoria a parte, è la qualificazione alla finale di Lione. Anche per interrompere la tradizione negativa, con poche finali conquistate finora, e il quarto posto come miglior piazzamento ottenuto. Più tardi scopriremo com’è andata.