“What I eat in a day”: da Tik toker a nutrizionisti il passo è breve

Cosa "mangiano in un giorno" i giovanissimi? Il nuovo trend su Tik Tok trasforma le influencer in pseudo nutrizioniste e i disturbi alimentari in... intrattenimento?

“What I eat in a day”: da Tik toker a nutrizionisti il passo è breve

Quando si tratta di diete e simili tendo a esprimermi sempre in modo molto crudo e sincero, e lo farò anche in questo caso in merito ai video “What I eat in a day”, il trend su Tik Tok in cui giovani e giovanissimi (femmine, nel 90% dei casi) mostrano cosa mangiano in una giornata tipica. I contesti più diffusi sono due: gli sportivi che mostrano cosa mangiano in un giorno, o chi sta avendo o ha avuto problemi alimentiari e/o di peso. Coloro che propongono questi video passano da essere tik toker a nutrizionisti, personal trainer, psicologi, insomma si sostituiscono ai  professionisti cui ci si dovrebbe rivolgere in questi delicati casi.

A mio parere è un trend da TSO, mascherato da “racconto personale volto ad aiutare/ispirare le persone” ma che in realtà cela spesso egocentrismo, esibizionismo e molta ma molta insicurezza. Può inoltre condizionare in maniera dannosa, perché di fatto ci si espone su una community molto manipolabile e composta da moltissimi minorenni. E chi usa Tik tok lo sa molto bene, è inutile girarci intorno.

Ispirare (puntando spesso sui DCA), ma mostrando gli addominali

In mesi e mesi ho osservato una costante: è molto frequente che i What I eat in a day siano proposti da persone che hanno un profilo Tik tok basato sui problemi alimentari. C’è chi li sta combattendo e fa contenuti a tema, chi mostra nel dettaglio vari tipi di percorso (sport, interventi bariatrici, reazioni post psicologo) chi mostra progressi in caso di dimagrimento/aumento di peso/aumento di massa… raramente questo trend è realizzato (o va virale) da chi semplicemente ha voglia di far vedere cosa ha mangiato senza dietrologie o esibizionismo.

Il tipico video di un What I eat in a day comincia con il protagonista in tutina da jogging attillatissima, che mostra addominali scolpiti, ventre super piatto, gluteo sodo. Già qui io mi inca**o come una bestia: se il tuo scopo è ispirare chi ti segue e raccontare cosa sia un disturbo alimentare, e quindi sai fin troppo bene come funziona la questione, in che modo credi possa essere utile mostrare la tua bellezza esteriore come prima cosa in assoluto? Non mi si venga a dire che è un modo di spronare i fan e che “anche loro possono farcela”, perché non è spiattellando in faccia la fisicità che aiuti chi ha un problema mentale. Problema mentale che proprio sulla fisicità si ripercuote.

L’invasione di profili Tik tok professionali

La reazione a tutto ciò è una crescita esponenziale dei profili Tik tok di professionisti: nutrizionisti, personal trainer, psicologi specializzati in DCA. Tutti a dire la propria, tutti a ri-condividere video di tik toker non professionisti per criticarli o correggerli o elogiarli: “non fate come questa persona fa vedere”, “ecco questa persona ha detto una cosa saggia”, “non fate così fate cosà”.

Il risultato è uno soltanto: c’è talmente tanta informazione che non si capisce più assolutamente niente. Anzi, c’è talmente tanta informazione (con numerose contraddizioni tra il profilo di un professionista e quello di un altro) che alla fine i giovanissimi decidono comunque di seguire il beniamino o beniamina di turno, nella loro tutina da jogging e con gli spaghetti di konjac che sostituiscono i carboidrati. E la cosa grave non è nemmeno questa: la cosa grave è che alla stragrande maggioranza di domande che ricevono e alle quali i tik toker NON dovrebbero rispondere, questi rispondono eccome… elencano calorie, danno consigli, suggeriscono workout e diventano permalosissimi se qualcuno li critica definendo non consoni o poco equilibrati gli alimenti mostrati.

Paura di mangiare in compagnia VS Mangiare davanti a milioni di follower

Ebbene, uno dei sintomi che accomuna i disturbi alimentari è il concetto di vergogna: non si mangia mai davanti agli altri, né si digiuna mai davanti agli altri. Mangiare in solitudine (o rigettare, in solitudine, quanto si è mangiato) è una condizione seria legata al rimorso e al senso di colpa, anche dell’essere giudicati, o di mostrare troppo piacere per il cibo che si ha davanti. Il fatto che i protagonisti dei What I eat in a day – quelli che come background hanno i DCA – decidano di montare un video in cui si mostrano mentre sbocconcellano il cibo e lo mostrino a centinaia di milioni di follower è singolare.

Potreste dirmi che è sintomo di passi avanti nel percorso di una persona, e che sta sconfiggendo un DCA. Purtroppo, non credo (anche se spero di sbagliarmi, io non sono psicologa): essere ricoperti di commenti e like non significa essere in compagnia, non significa riscontrare un successo tangibile nella vita reale. Nella vita reale sei tu davanti alle tue 5 mandorle, che ti riprendi mentre ne assaggi una ma poi non si sa se le mangi tutte o no. Quanto, di ciò che si mostra in un taglia e cuci di What I eat in a day, è vero e quanto non lo è?

L’effetto opposto dei What I eat in a day: la routine di persone grasse

A proposito di quanto sia reale ciò che si mostra in video (anche se alla base c’è la “buona intenzione”), e di quanto ci si vergogni a mangiare in compagnia, per dovere di cronaca devo parlare anche dei What I eat in a day opposti: quelli, ovvero, fatti da persone grasse o obese. Sono due le tipologie, entrambe ovviamente malsane: persone grasse che raccontano un apporto calorico giornaliero talmente basso che non potrebbe mai giustificare il sovrappeso, e persone grasse che si abbuffano della qualunque dopo aver dichiarato di non essere a dieta né interessate a farne una. A cosa dovrebbero servire, se non a far sentire sbagliata la gente oppure – peggio – a portarla ad autogiustificare un atteggiamento simile a quello del tik toker seguito? Autoironia? Mh… non credo.

Infilarci dentro qualche ricetta fit, come gli influencer con le adv

Massì, già che faccio vedere a tutti i miei super porridge fit per colazione e i tiramisù fit fatti di albume e proteine in polvere, perché non allegare anche la video ricetta dei suddetti?

Eh, è un’idea vincente di questi tempi, visto che il fit finto fat va per la maggiore e chiunque pronunci la parola “riiicetttaaaaa” viene pure ingaggiato da foodspring o simili per qualche sostanziosa adv. Così, già che ci siamo, da tik toker si passa non solo a essere nutrizionisti, ma anche Giallozafferano. Peccato che mostrare nel dettaglio grammi e ingredienti di ciò che si mangia è pericoloso tanto quanto mostrare il proprio peso sulla bilancia – cosa cui molte tik toker non sanno rinunciare: si CONDIZIONA la gente, si esalta l’istinto al confronto, all’emulazione, instilla dubbi in se stessi e sulla propria alimentazione. E – se vogliamo dirla tutta – una persona che dice di combattere contro i DCA e il peso da tutta la vita e che ad un certo punto mi propone beveroni e polverine proteiche per fare i pancake al mattino, è davvero ma davvero da ricovero (insieme alle aziende che ha deciso di sponsorizzare).