5 (+2) errori da non fare: olio extra vergine d’oliva

5 (+2) errori da non fare: olio extra vergine d’oliva

Il “Riviera Ligure” ha come varietà principale l’oliva taggiasca nella provincia di Imperia. Il colore del “Garda Bresciano” varia dal verde al giallo, odore e sapore fruttato. Il toscano con i profumi di mandorle, erbe e carciofo è ideale sul pane sciapo bruscato e nelle zuppe. Le cultivar più diffuse dell’umbro sono frantoio, moraiolo, leccino e raja. Era sabino (laziale) il primo a ottenere la certificazione in Italia. La regione a più ampia produzione in Italia è la Puglia. Ottimo su polpo in insalata, spada marinato e tartare di carne quello dei “Monti Iblei” prodotto tra Ragusa, Siracusa e Catania.

Di cosa stiamo parlando? Di tutti gli oli extra vergine Dop italiani, davvero una squadra fortissimi.

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Ora però, apprese tutte queste belle cose sull’olio extra vergine, sappiamo anche come usarlo? O meglio, sappiamo come evitare gli errori più banali che danneggiano il principe dei condimenti nonché il grasso più tollerato dai nutrizionisti che lo prescrivono in ogni dieta?

Oggi ve ne presentiamo 7, eccoli:

Olio extra vergine d’oliva | Errore # 1:
COMPRARE BOTTIGLIE DI PLASTICA O DI VETRO TRASPARENTE.
L’ossigeno e la luce del sole sono nemici dichiarati dell’olio extravergine d’oliva, pensateci bene prima di comprare bottiglie di plastica o di vetro trasparente. Il problema è che il contatto con aria e raggi solari può innescare nell’olio il processo di alterazione che lo porta a irrancidire. Per preservarne le caratteristiche meglio optare per bottiglie in vetro di colore verde o marrone scuro.

Olio extra vergine d’oliva | Errore # 2:
CONSERVARLO VICINO ALLE FONTI DI CALORE.
Non esporre le bottiglie al calore di una stufa o del sole, anche se filtrata dai vetri di una finestra, evita il degrado sensoriale dei polifenoli [preziosi antiossidanti] che porta, tra le altre cose, a una riduzione del sapore. Basta conservare la scorta di olio extra vergine in dispensa.

Olio extra vergine d’oliva | Errore # 3:
GIUDICARLO DAL COLORE.
Il colore non indica la qualità dell’olio extra vergine, casomai in quale fase sono state raccolte e spremute le olive. Dal verde vivace al giallo dorato le sfumature di un buon extra vergine sono molte, per cui evitate di farvi impressioni sbagliate solo perché il colore è un po’ diverso da quello che aspettavate.

Olio extra vergine d’oliva | Errore # 4:
PENSARE CHE UNO EQUIVALGA ALL’ALTRO.
Davanti alle tante possibilità offerte dagli scaffali di supermercati e negozi, combattuti tra l’opzione low cost e quella costosa come una manovra economica, scegliamo spesso la via dei mezzo usando un solo olio per ogni esigenza. In realtà, se in dispensa c’è sicuramente posto per una soluzione adatta a tutti i giorni, tenere un olio premium, dal profilo organolettico più marcato per le occasione giuste, come condire un’insalata o profumare un piatto di pasta è la soluzione ideale.

Olio extra vergine d’oliva | Errore # 5:
USARLO NELLE COTTURE PROLUNGATE.
Senza scomodare particolari scientifici complessi, le cotture prolungate disperdono in parte il contenuto originario di antiossidanti presenti nell’extra vergine. Specie se le temperature sono alte e se l’ambiente è quello acquoso acido del pomodoro o dei prodotti derivati del latte.

Olio extra vergine d’oliva | Errore # 6:
ADOPERARNE UNO DELICATO NELLE COTTURE PROLUNGATE.
Oltre a disperdere parte degli antiossidanti, le lunghe cotture attenuano la carica aromatica. Che al contrario si esalta, specie nella componente amara, quando l’olio viene usato a crudo.

Olio extra vergine d’oliva | Errore # 7:
IMPIEGARE LO STESSO OLIO TROPPO A LUNGO.
Avete comprato una ricca fornitura di latte d’olio così per un un po’ non ci pensate più. Il risultato è che usate lo stesso olio da alcuni anni. Mai più. Secondo gli esperti la shelf life (durata) dell’extra vergine è di due anni circa, 24 mesi, dopo di che oltre a irrancidire (tranquilli, ve ne accorgere dal sapore) perde sia i benefici per la salute che il profilo aromatico.