Scrivi come mangi: non vi giudicherò se ordinerete “un” tempura

Scrivi come mangi: non vi giudicherò se ordinerete “un” tempura

Ed eccoci ancora qui, a dilettarci con la scelta di genere per i prestiti non adattati*: oggi decreteremo il sesso di cake pop.

Intanto, a differenza del plumcake o della cheesecake, stavolta il genere non va applicato a cake ma a pop, che secondo l’Oxford Dictionary è traducibile in piccola pallina. E non c’è scampo: sarebbe femminile anche il sinonimo sferetta.

Ecco, quindi: trattasi di deliziose palline di pandispagna [WOW, l’ho scritto tutto attaccato: vi si è accapponata la pelle?!], rivestite in vario modo e infilzate in uno stecco.

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Per me sono quindi femminili – del resto quel variopinto coating (la glassa o copertura, e vai di maschile… Lo vedremo in futuro) è un po’ donna. Amiche, il massimo della femminilità, quindi, è farsi dare della cheesecake with coating

Appellativi sessuali a parte, continuerei a intrattenervi con i prestiti da lingue che non prevedono genere per i nomi (ovvero: la distinzione tra maschile, femminile o neutro è fatta da aggettivi, pronomi, eventualmente verbi, ma non dai sostantivi) affrontando l’amatissimo tempura: potremmo passar le ore a chiederci perché una parolina tanto in voga sulle nostre tavole non sia ancora assurta a lemma del nostro amato Dizionario.

In questo inspiegabile vuoto normativo, prenderò le parti della desinenza: mi piace questa succulenta parolina che finisce in a, con la croccantezza della pastella che sprigiona verdurine o gamberetti. Peraltro, anche la strada dell’iperonimo mi suggerisce il femminile, in quanto frittura, vezzeggiato in fritturina: la tempura…

Ma non vi giudicherò se ordinerete un tempura in mia presenza, schierandovi per gli iperonimi fritto o secondo. Anzi, probabilmente vi copierei la comanda sia nella sostanza che nella forma: perché dire la tempura (seppur corretto) mi suona un po’ come la gorgonzola [che è sbagliato, eh, mi raccomando: lo vedremo].

Restando nei prestiti dal Sol Levante, che dire di sushi? Qui, nessun dubbio: ci viene incontro il dizionario: maschile! Se avete delle teorie sul perché tempura non venga contemplato e sushi invece sì, son tutta orecchi [orecchie? Lo vedremo…].

Se al posto del sushi optate invece per un sashimi, cambierà l’ordinazione ma non il genere: maschile pure questo, lo dice l’amica Treccani [femminile, in quanto Enciclopedia, anche se qui trattasi di Dizionario…].

E il wasabi? La wasabi? In questo caso la strada dell’iperonimo, ahimè, non ci aiuta affatto: maschile se lo intendiamo come condimento, femminile se pensiamo alla salsa, o addirittura alla pianta da cui deriva. L’importante, comunque, è la coerenza. Mi raccomando: se decidete di parlare del wasabi, che il wasabi sia fino alla fine dei vostri giorni, senza tradimenti dopo qualche riga o qualche frase.

I tradimenti proprio non ci piacciono, a cominciare da quelli grammaticali.

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*Sì, esistono anche quelli adattati: parole la cui grafia si è integrata coi fonemi e i grafemi dell’italiano. È il caso di bistecca: adattamento dell’inglese beefsteakstecca e bis non c’entrano un’acca.

[Crediti | Link: Oxford Dictionaries, Treccani. Immagine: Luxirare]