Truffa politicamente corretta da Osaka a Milano: conto da 1000 euro dimezzato

Truffa politicamente corretta da Osaka a Milano: conto da 1000 euro dimezzato

Milanesi (e non) in linea: conoscete il ristorante giapponese Osaka di corso Garibaldi, sì? Buono vero? Su questo abbiamo pochi dubbi, così scriveva a ottobre la nostra Sara Porro, navigata esperta di cose nippo:

“Infilato in una galleria in zona Moscova, ha l’aspetto anonimo di un ristorante di hotel 3 stelle. Da sempre considerato tra i migliori della città, è molto frequentato dalla comunità giapponese locale. Per la sera, lo trovo un po’ caro e un po’ carente di atmosfera, così gli preferisco Iyo, Wicky’s o Sumire, ma è perfetto per il pranzo della domenica: i menu del mezzogiorno, dai prezzi molto ragionevoli, sono disponibili anche nel fine settimana”.

Anche i quattro italiani che mercoledì 18 novembre, alle 23.50, constatato di dovere 942 euro all’esercizio per le leccornie ingurgitate in una lunga cena, l’hanno trovato un po’ caro. Pensando bene di lasciarne la metà e scappare.

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Chissà come l’ha presa l’indiano di 43 anni, dipendente del locale, quando ha trovato un’unica banconota da 500 sul tavolo, solitaria e insufficiente.

Brutte cose probabilmente, visto che per il tavolo prenotato non era stato lasciato alcun riferimento telefonico.

E chissà cos’ha pensato la docile fauna sociale meneghina che ha avuto modo di assistere alla scena. Altrettanto sdegno, immagino.

Mentre io ho pensato GENI. Questa è la prima truffa politicamente corretta che io ricordi. Applausi.

Non me ne voglia l’Osaka o il lettore tutto serietà e legalismo; questi sono colpi di teatro di alta scuola. Forse i quattro conoscono delle regole giuridiche diverse dalle mie e speravano che in caso di cattura la pena si dimezzasse.

Esistono? Complicità in caro prezzo? Tre anni ai domiciliari cucinando solo primosale e germogli di soia.

Nel caso diventasse una nuova forma di criminalità etica, o magari un monito al caro menù, abbiamo anche un identikit dei truffatori: tre uomini di circa 30, 45 e 50 anni, e una donna di età non definita. In che senso? Troppi interventi chirurgici? O non si rivela l’età di una signora, anche se non paga al ristorante.

Chiudiamo con qualche domanda “etica”: sono l’unica che ha riso violentemente alla lettura della notizia? Sono una brutta persona? Avete esperienze analoghe da condividere?

[Crediti | Link: Dissapore, Corriere Milano. Immagine: Il Cucchiaio d’Argento]