Fol: fare i soldi con i popcorn gourmet

Il popcorn diventa gourmet: opera di "FOL", piccola realtà torinese che, in soli due anni, ha visto i suoi negozi moltiplicarsi in tutta Europa e non solo

Fol: fare i soldi con i popcorn gourmet

Nobilitare il triviale popcorn? Ci ha pensato “FOL”, il primo negozio di popcorn gourmet, nella centralissima via Maria Vittoria, a Torino.

Nato in uno slancio di sana avventatezza — “fol” in dialetto piemontese significa, appunto, “folle” —  è il frutto della mente di Fabio Fontana, Alberto Buniato, Alessandro Lapadula e Fabio Costa.

Un’amicizia sbocciata tra i banchi del Politecnico di Torino che ha portato i magnifici 4 a tuffarsi, anima e corpo, in questo progetto, nonostante un’attività lavorativa in altri settori che ognuno continua, stavolta con accortezza, a mantenere.

Inaugurato nel novembre del 2014, conta oggi altre 6 filiali (a Madrid, Amsterdam, Bucarest, Limassol, Barcellona e a Roma) e 2 prossime aperture: una a Firenze e una in Messico.

Quest’ultimo, gestito da Gabriel Cristerna, sarà l’unico negozio a preparare i prodotti sul posto, anziché rifornirsi, così come avviene per tutti gli altri punti vendita sparsi in Europa, dal laboratorio di Torino.

fol, popcorn

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Una salda volontà di mantenere segrete le preziose ricette ideate da Simone Lapadula, fratello di uno dei fondatori il quale, in un viaggio a Dallas (Texas), ha carpito tutti i trucchi del mestiere.

Un gemellaggio Italia-USA declinato in un’inedita concezione dello street food che fa della commistione la propria forza.

Ma voi, scettici, dimenticatevi di quei recipienti plastificati comprati in fretta e furia per l’imminente inizio del film. Quelli ricolmi di chicchi di mais scoppiettati alla bene e meglio, fatti rinvenire da una litrata di burro fuso.

Quelli il cui fondale è costituito da due dita di chicchi inesplosi — fatale insidia per i molari e i premolari — e da una vera e propria salina che, spiluccato anche l’ultimo popcorn, la bocca è talmente irritata da sembrare quella di Joker.

Da “FOL” le cose si fanno a modo.

Chicchi di mais della tipologia “Mushroom” per la linea Gourmet, realizzata interamente nel FOL Lab di Torino; varietà Butterfly, invece, per la serie “Popped”, preparata nello stesso punto vendita, sotto agli occhi dei clienti, con i pocorn precedentemente marinati.

Neanche l’ombra di OGM e grassi ambigui, perché i popcorn vengono fatti scoppiare ad aria, grazie a macchinari fatti arrivare direttamente dagli States, la patria — prima e indiscussa — del mais.

La scelta è ampia e interessante, acquistabile in tre differenti taglie: “Large” (5 euro), “Medium” (4 euro) e “Cono” (2 euro).

Ci sono le varianti dolci: al caramello, al cioccolato fondente, caramellati all’arancia e ricoperti di cioccolato fondente, al cappuccino, al caramello con gocce di cioccolato bianco e fondente.

Più stravaganti quelle salate: al formaggio, al peperoncino, all’origano e pomodoro, al rosmarino, al timo e pinoli, alla ‘Nduja, all’aglio, olio e peperoncino e alla cipolla.

Sono disponibili, poi, due gusti borderline che giocano sul contrasto dolce/salato: “Classic FOL“, popcorn scoppiati nell’olio a cui vengono aggiunti sia sale che zucchero, e “Bianca Follia“, popcorn ricoperti di cioccolato bianco con piccoli pretzel.

Per gli irriducibili festaioli anche al gusto Mojito o, nell’ultimo periodo, anche all’amatriciana, a sostegno della popolazione colpita lo scorso 24 agosto dal tragico sisma.

Tutti, però, sono accomunati da materie prime locali o italiane e sempre di prima qualità.

Il sito internet ufficiale è consultabile in 5 lingue diverse: la lampante manifestazione del successo raggiunto da una piccola realtà, nata e cresciuta grazie alle quote versate da amici e parenti (23 i soci, due dei quali si occupano quotidianamente del locale).

Un investimento iniziale di 200.000 euro a supporto della scalata sociale del popcorn.

Diventato, anch’esso, gourmet.

[Crediti | Link: La Stampa, Gazzettatorino, Dissapore, immagini: Foodretaildesign]