Le 100 migliori gelaterie artigianali d’Italia del 2025 secondo Dissapore

La classifica delle 100 gelaterie migliori d'Italia, edizione 2025. Una vera e propria guida al gelato artigianale attraverso i gusti più buoni e creativi di ogni regione, rigorosamente testate sul campo dalla nostra redazione.

Le 100 migliori gelaterie artigianali d’Italia del 2025 secondo Dissapore

Classificare è un verbo spiacevole, ossidato, apparentemente in antitesi con la creatività che noi stessi abbiamo cercato provando gelaterie per l’Italia tutta. Classificare è però necessario per mettere ordine, tra locali che mal ripongono la fiducia dei consumatori millantando artigianato (parola che può essere liberamente utilizzata da chiunque nel settore) e, d’altro canto, le centinaia e centinaia di gelaterie che artigianali lo sono per davvero, ma sono perfettamente interscambiabili tra loro sul fronte gastronomico. Perché il gelato è gastronomia democratica, o almeno la forma di gastronomia più declinabile a un prezzo popolare. Di conseguenza, mai come in una coppetta meritiamo il meglio.

Con l’ambizione di tracciare la linea dell’avanguardia lungo la Penisola e stilare una classifica che sia, prima di tutto, una guida al buon gelato artigianale, abbiamo redatto una scheda di valutazione che considera, prima di tutto, il profilo sensoriale dei gusti assaggiati. Perché il gelato, previa visione di un libro ingredienti pulito (privo di basi standardizzate, senza farvela troppo lunga) deve essere prima di tutto buono. La media data dalla nostra degustazione, poi, si è scontrata con altri parametri: la materia prima nonché attenzione alla sostenibilità dell’ingrediente, la ricerca e la creatività applicati alle ricette e l’offerta, che abbiamo chiamato “menu” nell’ottica di una proposta completa e coerente.

Come è stata realizzata la classifica delle 100 gelaterie di Dissapore: i criteri di valutazione Come è stata realizzata la classifica delle 100 gelaterie di Dissapore: i criteri di valutazione

Abbiamo presto compreso, spartendoci le regioni italiane e attraversandole a tappeto da febbraio ad oggi, che avremmo dovuto alzare l’asticella per arrivare a sole 100 ottime gelaterie artigianali. Un numero che abbiamo raggiunto con parecchie rinunce, previo incrocio delle nostre reciproche valutazioni: un confronto, da Excel al dialogo, che ci ha restituito uno splendido incrocio tra località e grandi città, i grandi Maestri che dettano ancora la linea, nella contemporaneità più pura, e i loro allievi, più o meno avanguardisti. Dal fondo della classifica e procedendo verso le posizioni più alte, spesso si alternano assolute novità a nomi storici, maestri della carapina che mantecano nell’ombra e pasticceri da concorso. Ma il nostro scopo non è indicarvi la migliore (sceglietela voi, in base al vostro gusto: sono tutte ottime), bensì guidarvi nel riconoscimento di una coppetta sensazionale. Attraverso “la vertigine della lista” (Umberto Eco ci perdonerà).

Valutazioni e schede sono state stilate da Stefania Pompele, Massimo De Marco, Elena Bellusci, Luciano Fiordiponti, Fiammetta Parodi, Caterina Vianello, Rossella Neri, Daniela Persico.

Le gelaterie migliori d’Italia, dalla posizione 100 alla 73

Carapine dalla tecnica indiscussa che valgono un posto in questa selezione, pena l’esclusione di molte altre, altrettanto artigianali. Con i presupposti di un libro ingredienti e una valutazione sensoriale distinti,  spesso è stato il loro slancio creativo a valere loro l’ingresso.

100. Fior di Gusto

Fior Di Gusto gelateria trento

Trento – Un punto di approdo per gustare un ottimo prodotto, anche per chi ha esigenze particolari. Dal 2022 la gelateria è totalmente senza glutine, ampia anche l’offerta di gusti base acqua. Il laboratorio produce anche tutti gli elementi di variegatura: savoiardi, biscuit, crumble, salse, confetture. In menu non mancano creme e basi latte, come la non perfettibile Bufala, un fior di latte dai rimandi sensoriali così nitidi da farci venire voglia di caprese, o il sontuoso mascarpone, miele e noci, ricco, persistente e caratterizzato dall’ottimo miele in variegatura.

99. Esquimau

esquimau pordenone

Pordenone – Un’insegna rosso acceso è una scelta controcorrente nella moltitudine dei toni pastello che attorniano le carapine di chi fa la differenza nel campo; cromatismi che ritroverete nel gusto signature della casa (crema di mandorle della Val di Noto, infuso di té Sakura, salsa al lampone), altamente consigliato. Esquimau è uno di quei laboratori per cui vale l’espressione “merita una deviazione“. L’unico della sua Regione entrato in questa guida nazionale, tra le migliori gelaterie del Friuli Venezia Giulia scovate sul campo.

98. Pastorino

Pastorino gelateria

 

Calice Ligure (SV) – A breve distanza dall’affollata Riviera il tempo scorre lento come il torrente che lambisce questa gelateria. Nessun effetto speciale né sapori urlati, ma un gelato di qualità custodito nei pozzetti del bancone d’epoca: poi la sorpresa, a rotazione, come la crema allo zafferano del Monte Beigua con pistacchi di Bronte tostati e miele locale. Underdog.

97. deCORE Gelato Creativo

deCORE gelato creativo albano laziale

Albano Laziale (RM) – Le creazioni di Antonio Scarfone si compongono di 16 gusti, prevalentemente creme di una morbidezza impressionante e dal discreto turnover, rigorosamente scandito dalle stagioni. Non siate perplessi, dunque, per il nostro gusto consigliato: pastiera.

96. Lado Lab

Lado Lab gelateria trento

Trento – Inaugurata ad aprile 2025, l’insegna di Stefano De Gaspero e Yael Fierro (ex insegnanti folgorati sulla via di mantecature e bilanciamenti in overrun) è un luogo al quale augurare prosperità. Lo si evince dai contrasti sensoriali tra avocado e cioccolato e dall’intensità aromatica esplosiva del mandarino tardivo.

95. Il Fenicottero

Il Fenicottero gelateria

Anguillara Sabazia (RM) – L’offerta gelatiera di Roma non è affatto parca. Eppure i romani, proverbialmente restii ad oltrepassare il GRA, vanno volentieri da Andrea Sorgini a mangiare il gelato. Non li si biasima, fosse anche solo per il sorbetto alla spremuta di limone (onestissimo modo di comunicare all’avventore di non aspettarsi zest all’interno del gelato) o quello al broccoletto, anziché per l’aromaticissima radice di liquirizia.

94. Précis pastrygelateria

gelateria precis

Monforte d’Alba (CN) – Sotto l’occhio di bue dell’enogastronomia italiana, tra le cru del Barolo più altisonanti, c’è una vetrina ancora spoglia di ingombranti vetrofanie. Ne elargiamo una noi, e ben volentieri, a Giorgio Valentino. Il suo passato da pastry chef nel fine dining è tangibile nella precisione dei gusti meticolosamente assestati. A partire dal bunet che, per la fortuna dei visitatori, riscrive benignamente quello di una nonna piemontese.

93. Demetra – Gelateria Naturale

Demetra Gelateria Naturale

Santa Maria degli Angeli, Assisi (PG) – La migliore gelateria dell’Umbria, per la redazione di Dissapore, è quella di Luca Castellucci, dottore in scienze agrarie e ambientali. I Sorbetti sono morbidi come una carezza, laddove gli addensanti e gli stabilizzanti di sintesi sono banditi in virtù di materie prime fresche per ogni singola proposta.

Perché Demetra è la migliore gelateria artigianale dell’Umbria Perché Demetra è la migliore gelateria artigianale dell’Umbria

E anche quando gli ingredienti sono plurimi, come nel caso di un neo-classico tra i gusti delle gelaterie artigianali, ovvero il pane-burro-marmellata, ecco che ogni sapore viene restituito all’assaggiatore.

92. Bar Ettore

bar ettore locri

Locri (RC) – La storia di un piccolo bar di paese divenuto un punto di riferimento, grazie alla visione e al lavoro delle nuove generazioni. Antonio Ruggia è tornato nella sua Locri dopo l’università e ha deciso di mandare avanti l’attività di famiglia, facendo una piccola rivoluzione all’insegna del “gelato naturale”. Del passato resta l’atmosfera, i suoi tavolini all’ombra dei maestosi alberi di piazza Umberto, ma la proposta delle carapine è decisamente contemporanea e mostra idee chiare. Il “caffè bianco” è una delicata infusione e le mandorle di Avola sono fritte. Notevole anche il lavoro sulle basi acqua, come nel sontuoso “strafondente”, che esprime la massa di cacao con grande profondità.

91. Chantilly

Chantilly Moglia

Moglia (MN) – Greta Belladelli e Massimo Faroni rinunciavano alle basi standardizzate vent’anni fa, nelle campagne a sud di Mantova. E il loro menu resta essenziale quanto miliare, a partire dalla crema chantilly, nomen omen. Magistrale lo zabaione al passito, così come il sorbetto more e zest di agrumi.

90. MaCam

gelateria macam novara

Novara – Se l’ambiente non sposta voti in questa classifica, consideratelo un valore aggiunto. In questo laboratorio novarese si respira umanità, dalle mostre temporanee alle pareti alle letture offerte. Compreso il libro ingredienti, didattico nonché esplicativo di quanti addensanti e/o emulsionanti siano ragionevolmente accettabili in una gelateria che voglia chiamarsi artigianale. Regalatevi una coppetta alla carota.

89. Bedussi

Bedussi gelato

Brescia – Il gelato di Francesco Bedussi non è solo un complemento per viennoiserie d’eccellenza e grandi lievitati di fama nazionale, a partire da queste pagine. La carapina è un’eredità famigliare che oggi si esprime in una classicità potente e ben riposta, tra sontuosi zabaioni e variegature autoprodotte. Provate il caffè bianco, moderatamente dolce e delicatamente aromatico, nella certezza di trovarvi in una pasticceria che serve Specialty Coffee dal ’99.

88. Oriolos

Oriolos gelateria sassari

Perfugas (SS) – Solo ingredienti sardi e possibilmente endemici. Pedissequamente scelti, laddove non reperibili sull’Isola. Nella ventennale gelateria di Dario Sini e Francesca Panciroli si declina la Pompìa (meraviglioso agrume sardo dai rimandi sensoriali complessi) in sorbetto e crema: intenso e sferzante il primo, più avvolgente e delicato il secondo, ammansito dalla componente lattica.

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Memorabile il tiramisù sardo, rivisitazione a base di ricotta di capra locale e passito fortificato di uve Cannonau: una cucchiaiata sontuosa e persistente.

87. Alimento

Alimento Gelato Brescia

Brescia – Cesare Rizzini declina la fermentazione, in una fucina di focacce ariose e fragranti, kombucha e lievitati più o meno sperimentali. In ottemperanza a ciò, il banco gelati annovera oltre ai grandi classici il kefir con albicocca candita e il sorbetto al finocchio latto-fermentato, ormai signature del menu.

86. Gelato d’Essai

Gelato d’Essai

Roma – Il termine francese “d’essai” significa “di prova” e venne attribuito a quei cinema che proponevano film colti, ricercati, impegnati e certamente non commerciali. Così la famiglia Sferra propone la Linea Pastum, composta da gelati bilanciati nei macronutrienti e pensata per diverse esigenze alimentari, mentre nel loro Bistró di Centocelle il confine tra il piatto salato e il gelato si dissolve. Solo proteine e fibre vegetali coadiuvano la struttura di gusti estremamente golosi.

85. Voglia di..

San Benedetto del Tronto e Porto d’Ascoli (AP) – Ennio Cannella rende onore alla biodiversità agricola dei monti Sibillini. Lo fa con il gelato di ricotta e pesto di salsa di sapa, anziché con il sorbetto di mela rosa locale. Poi interpreta i costumi locali con il “Caffè del Marinaio” rinforzato al rum, complice una spiccata passione, ben espressa, per la produzione delle cremolate alcoliche.

84. Ribera Gelato

Ribera gelato brescia

Brescia – Mauro Tononi propone un menu completo e trasversale, dai gusti immancabili al vermouth e pompelmo rosa, fino allo zabaione con whisky torbato, caratterizzatissimo. Un riferimento, per la città e ben oltre, che si fa strada dal 2020.

83. Scilò Gelateria Contemporanea

scilò gelateria contemporanea chieti

Chieti – Dopo una prima vita da programmatore, Loris Fabrizio Montanaro ha deciso di aprire una gelateria che del suo territorio è peculiare, a partire dalle frutte di stagione dei sorbetti. In poco più di un anno si è reso riconoscibile per il “Punta Aderci“, cremoso cioccolato al caramello salato sapido il necessario, per quanto il gastronomo apprezzerà la crema di beurre noisette sale e vaniglia.

82. Raro Cremeria

Soncino (CR) – Nelle carapine di Ivan Gorlani c’è spazio per creme con latte di cascina, per un delicato fiordilatte al mou e per una crema con caffè selezionatissimo. I sorbetti prediligono varietà di nicchia e per il cioccolato si punta ai monorigine griffati, con risultati speziati e profondi.

81. Moou

moou gelateria

Torino – Dal 2019 ad oggi Rea Silvia Gulli e Ondrej Sturc si sono fatti riferimento sotto la Mole ed oltre per la creatività applicata al gelato, a partire dal laboratorio nella periferia di Barriera di Milano, che da un paio di anni ha una succursale a Mercato Centrale. La coppetta sa essere estremamente golosa, a partire dal signature “Archimoou“, arachide e caramello salato, così come spiccatamente contemporanea, sul pompelmo con salvia e bacche di ginepro per esempio, per una completezza giocosa.

80. Rocco Naviglio

Foggia – Una piccola rivoluzione, nell’ottica di un gelato sostenibile, è in atto a pochi passi dal centro storico foggiano. Macchinari realizzati su misura ed attrezzature di ultima generazione consentono di ottimizzare l’energia e mantenere l’attività con una banale corrente domestica (220 watt). Notevole la “merenda del pastore”, cremoso fiordilatte mantecato con bufala affumicata e taralli, il biancomangiare (omaggio a Federico II di Svevia) preparato con riso cotto nel latte di mandorla ed essenze di fiori d’arancio, o ancora il gelato al gusto “pandrion” un lievitato tipico delle feste natalizie foggiane a base di mandorle, cioccolato e agrumi. Imperdibili i sorbetti di agrumi del Gargano e fragole della Basilicata. Per i più attenti alla linea, o altresì alla ricerca sul gelato, si segnala la linea low carb: zero zuccheri e pochissimi grassi, compreso il fondente impreziosito dall’olio essenziale di arancio.

79. Nivera

gelateria nivera scicli

Scicli (RG) – Un sorbetto al passion fruit siciliano vi convincerà: non è l’incanto del contesto a fare la magia. È proprio il gelato. Dalla ricotta iblea con fichi caramellati al forno alla stracciatella Modicana, con il latte della razza autoctona, si gode di un gelato completamente focalizzato sulla materia prima, il più moderno della costa sud-orientale, perfettamente bilanciato per lasciare spazio alla polpa di carrube locali e al sesamo di Ispica.

78. I Vizi degli Angeli – Laboratorio di Gelateria Artigianale

Matera – Un luminoso laboratorio a vista è attivo dal 2015 nel pieno passeggio cittadino: si spazia dall’Uragano di Amarene, dove la delicata crema di latte arrossisce per l’abbondante quantità di ciliegie locali, sode e acide, al Profumo di Primavera, crema a base latte di ottima struttura caratterizzata, dalla spiazzante aromaticità del timo e della malva della terra murgiana.

77. Gelateria Gnam Gnam

Padova – Il gelato alla ricotta (presa dall’agricoltore vicentino) sa di ricotta e viene variegato con miele di coriandolo e chips di cocco, o con miele di arancio per restituire un gelato cremoso, serio, aromatico. I gelatieri sono Michela Balzarin e Cristiano Tognon, che dal 2023 hanno aperto in piazza dei Signori. Una grafica e una location da ammodernare, ma il succo non è quello. I coni sono fatti da loro e preparati con farina di canapa, o farina di grano saraceno e nocciole, ma anche con liquirizia di Calabria e cacao. Lo zucchero è di canna, ma l’attenzione al cioccolato è la cosa che più ha attratto la nostra l’attenzione.

76. La Bottega del gelato

La Bottega del Gelato Porto Mantovano

Porto Mantovano (MN) – Simone De Feo ha fatto scuola, così come il suo pane-burro e marmellata. Un gusto che troviamo particolarmente convincente da Carla Silvestro e il marito Stefano Scusello, non a caso formati dal patron di Cremeria Capolinea. Dall’inaugurazione del 2015, però, questo laboratorio ha trovato la propria identità. La si ritrova nel “Quasi Fosse Ricotta“, crema finissima profumata agli agrumi che scopriremo poi essere completamente vegetale.

75. Fattoria Dassogno

Rogeno (LC) – Bastano 30 minuti d’auto da Milano o 15 minuti da Lecco per raggiungere questa agri-gelateria, fuori dal centro abitato di Rogeno a pochi passi dal grazioso lago di Pusiano. Piante aromatiche, prati estesi, mucche di razza frisona e brunalpina libere al pascolo il cui latte viene interamente trasformato in formaggi, mascarpone, yogurt e, soprattutto, gelato le cui ricette sono liberamente ispirate dalla stagionalità degli ingredienti forniti dal territorio circostante. Al banco della gelateria dell’azienda agricola soprattuto creme, caratterizzate dalla fragranza aromatica del latte da fieno, consistenti e setose, mai ruffiane, semmai eleganti servite con cura ed attenzione. Farete godere le papille sino all’ultima paletta con lo yogurt al cioccolato bianco e limone, o per il mascarpone della casa mantecato con zafferano della Brianza.

74. Gelida Voglia

Grottaglie (TA) – Nell’ampio laboratorio di Vincenzo Iannacone si produce gelato con latte proveniente da pascoli della Murgia, cui si aggiungono uva di Grottaglie, agrumi tarantini, olio evo e ciliegia ferrovia di Turi. I gusti al banco, come la leggerissima crema ai Sospiri di Bisceglie o il goloso Colombino di Manduria (a base mandorle, crema pasticciera, albicocche e limone) riescono a raccontare della grande tradizione dolciaria pugliese. Ma è con una gastronomica crema di pecorino delle Murge, marmellata di fichi e polvere di arance disidratate che c’è da esaltarsi.

73. Gelati Tonino

gelato tonino

Tropea (VV) – Il “mago dei gelati”, come ormai è noto, si è ritagliato un angolo di ricerca e qualità, a due letterali passi da uno degli scorci più belli della Calabria, l’affaccio sul Santuario di Santa Maria dell’Isola. E lo fa da tempi non sospetti: Tonino, nome d’arte di Antonio La Torre, oggi resistente ottuagenario, è qui dal 1971, e se oggi certi concetti di gelateria possono apparire originali ma assodati, pensare a gelati con la ‘nduja o le olive qualche decennio fa dà l’idea del suo spirito avanguardista.

Assaggiare le sue creazioni oggi è un viaggio nel tempo tra strutture ed equilibrature degli zuccheri decisamente “vecchia scuola”, e caratterizzazioni dalle intensità modernissime, vedi la profondità amara del cioccolato fondente, il piccante spregiudicato della già citata ‘nduja (Spilinga è a 20 minuti) o l’acidità della cipolla rossa.

Le migliori gelaterie artigianali del 2025: dalla 72 alla 49

Qualità ineccepibile, materie prime sempre più ricercate: tutti questi locali si distinguono, per una tecnica particolare anziché per ricette memorabili.

72. Francis

Francis gelateria san zeno naviglio

San Zeno Naviglio (BS) – Se la riproduzione della frolla cruda come “Ricordo d’infanzia” rischia di dar noia all’esperto di cibo, ci si fidi della variazione sul tema apportata da Francesco Della Maestra e Beatrice Bertozzi: l’esperienza sensoriale c’è tutta. Notevole anche il “Tuorlo montato”, una crema finissima e ricca, che profuma di limone e vaniglia. e Beatrice Bertozzi,

71. Pichi – Laboratorio artigianale di gelateria naturale

pichi gelato

Iglesias (SU) – La scelta di tornare in terra natia assume toni radicali se si parla del biologo Christopher Corró, che dal 2024 gestisce con Sara Locci Pichi, nome emergente del gelato sardo. Un laboratorio artigiano persino nei topping, quelli che normalmente fanno storcere il naso a noi gastrofighetti; non dubitate, si prepara probabilmente il miglior sorbetto dell’Isola e il Malaga ha un tenore alcolico di 8% sapientemente gestito, per darvi la misura di quella che è (già) la bravura.

70. Fatamorgana

fatamorgana

Roma – Presente sul territorio romano da oltre 20 anni, la creatura di Maria Agnese Spagnuolo si conferma un punto fermo della produzione gelatiera di eccellenza nella Capitale, nonostante abbia fatto propria l’abilità dell’economia di scala attraverso una quantità di sedi che attraversano capillarmente la città.

Le 22 migliori gelaterie artigianali di Roma del 2025 Le 22 migliori gelaterie artigianali di Roma del 2025

Resta invariata la scelta delle materie prime e la poliedricità dei numerosi gusti proposti al pubblico, che non sembrano soffrire standardizzazione. Tra i tanti segnaliamo lo splendido e straordinariamente cremoso sorbetto al mango, così come il Pensiero (sorbetto al pompelmo rosa, zenzero, cren e scorza di limone) dall’elevato potere rinfrescante; fra le creme si distinguono il gusto seadas, che i nostalgici della Sardegna sapranno apprezzare, e tra le tante selezioni di cioccolato, il gusto deciso del cioccolato Kentucky.

69. Gelatteria

San Genesio (PV) –  Se ad un primo impatto sembra di trovarsi innanzi ad una produzione di stampo classico e rassicurante, assaggiando i gusti alla frutta di Luigi Beretta, stupendo se stessi con l’assaggio di un freschissimo sorbetto di limone e lavanda essiccata o un evocativo sorbetto con infuso di the e pesca o una setosa crema di latte di cocco, maracuja e alga spirulina: tutto un altro puffo.

68.Cremeria Aurelia

Cremeria Aurelia gelateria roma

Roma – È dal 2003 che il piccolo locale con laboratorio a vista di Nathalie Hugo propone gusti che spaziano dal cioccolato al latte Valrhona alla nocciola bio viterbese, da menta ed ananas al litchi, fino a un eclettico masala chai e liquirizia. Ma questi sono solo esempi dato che, complice la fantasia che veleggia nel laboratorio, il ricambio è piuttosto repentino.

67. Unika Cremeria

Unika cremeria crema

Crema (CR) – Dal 2016 Giovanni Ventura porta avanti la missione di diffusione del gelato artigianale in questo angolo di indolente provincia tra lodigiano e il cremonese. Missione ardua, ma ormai compiuta grazie a gelati rotondi ed eleganti, con ottime materie sempre a fuoco. Come nella crema allo zafferano, rifinita al momento con una spolverata di mandorle caramellate, o il cocco sia a base acqua che latte, la cui grassezza è restituita da una testura ariosa e finissima.

66. I Fenu

I Fenu Cagliari

Cagliari – Un menu che guarda al territorio, che ha fatto della stagionalità un tratto distintivo e che non lesina sulle proposte originali e dalle caratterizzazioni sferzanti, come il luppolo e lievito di recupero, frutto della collaborazione con un birrificio del territorio, profumato e decisamente caratterizzato dalla componente amara, o l’aglio triquetro e lavanda selvatica, una cucchiaiata che ci ha fatto bramare un crostino e un’acciuga.

Come degustare il gelato da esperti: guida all’analisi sensoriale Come degustare il gelato da esperti: guida all’analisi sensoriale

Per le proposte più ardite di Fabrizio Fenu e Maurizia Bellu, il consiglio è quello di assaggiare il gelato purezza o chiedere consigli sul pairing ottimale. Ma questo vale da I Fenu, la miglior gelateria sarda, come in qualunque altro laboratorio sperimentale. Per chi invece vuole essere rassicurato si segnala tra i signature la crema alla Vernaccia di Oristano: ricca, golosa e persistente.

65. Sbrino

sbrino ravenna gelateria

Ravenna – Francesco Bendandi nasce cuoco, con esperienze dall’America all’Australia, e si vede: nella sua luminosa, circense gelateria nel centro di Ravenna si trovano gusti i cui contrasti di consistenze e spunti aromatici tradiscono un’evidente concezione gastronomica. Lo si nota in un classico della casa, lo squacquerone con fichi caramellati e cialda di piadina, tanto goloso quanto complesso nei contrappunti, e nel dolce e salato alle arachidi, ottima interpretazione di una materia sempre più diffusa in gelateria.

64. Torcè

Torcè roma

Roma – Il vaglio tra la cinquantina di gusti proposti nel locale di Viale dell’Arte all’EUR (una delle quattro gelaterie di Claudio Torcè, disposte su una direttrice nord-sud più rettilinea del Tevere) rischia di essere ansiogeno. Se può esservi utile, noi abbiamo tratto godimento dall’avvolgente zabaione al Madeira, dal profondo sorbetto al cioccolato puro Trinitario e da una crema al Gorgonzola e pere commovente. Per i palati più estremi, è proposta una crema di Habanero, noi non abbiamo avuto il cuore di osare.

63. Aria

aria gelateria

Torino – Se il gelato all’avocado vi fa storcere il naso dovete sapere che è uno dei signature (inacidito dal lime, chiaramente) più banali di Davide Ferrero e Roberto Speranza, e che nel quartiere Vanchiglia, sotto la Mole, si fa la coda per provare quello, o il caramello + popcorn. Una lavagna intera è dedicata ai gusti sperimentali di Aria, che certo non teme di proporre la liquirizia con la violetta, figuriamoci l’albicocca alla brace con l’origano. Eppure l’esperienza complessiva, sarà per la consistenza sofficissima del gelato, riesce ad essere sempre confortante. Innovativo e nondimeno democratico (infatti hanno appena aperto una seconda sede).

62. Crivella

gelateria crivella

Sapri (SA) – Il Cilento di Enzo Crivella resiste, implacabile nell’albicocca del Vesuvio, insuperabile nell’uso del latte di bufala arricchito da quel che vi capiterà, e non importa bene cosa, quando ci andrete. Il classico che merita il viaggio perché implica, di per sé, l’interpretazione di un intero territorio.

61. Zelato

Zelato gelateria roma

Roma – Può un uomo di 56 anni lasciare il proprio avviato lavoro in un’organizzazione internazionale che fornisce assistenza finanziaria e tecnica ai paesi in via di sviluppo e finire a fare uno dei gelati migliori di Roma in uno dei quartieri più popolari e identitari, San Lorenzo? La risposta, affermativa, può darvela Alberto Zezza, il demiurgo dell’orgogliosa gelateria di quartiere Zelato.

Gelato artigianale: il sovrapprezzo su certi gusti ha senso, e alcuni gelatieri lo stanno (già) applicando Gelato artigianale: il sovrapprezzo su certi gusti ha senso, e alcuni gelatieri lo stanno (già) applicando

La serranda è stata alzata lo scorso ottobre, ma pochi mesi già son bastati perché il pubblico premiasse questi gelati dalla texture soffice e dal sapore squisito come il Latte d’oro (con curcuma, cannella e miele), o un grande fondente amaro base acqua, oppure i sorbetti di frutta stagionale (noi abbiamo avuto la ventura di godere del superlativo sorbetto alla nespola). Va aggiunto che Zezza non ha rinnegato il suo background: l’energia proviene tutta da fonti rinnovabili e per le materie si privilegia la fornitura da cooperative solidali.

60. Sava Dolceria

sava dolceria gelato

Santeramo in Colle (BA) – Nel parco nazionale dell’Alta Murgia c’è un piccolo e curato laboratorio di lievitati, e gelati soprattutto, dall’impostazione decisamente moderna. Ce ne rendiamo assaggiando il “pesto murgiano” intenso gelato di ricotta di pecora, parmigiano, basilico e olio evo bio adagiato su frisella casereccia ai cereali, rigorosamente condita.

59. Gelasio – Oltre il gelato

gelasio gelateria roma

Roma – “Tristo è quel discepolo che non avanza il suo maestro” recita una frase di Leonardo da Vinci affissa sulla parete di fondo dell’aula magna di Chimica all’Università La Sapienza di Roma. Ebbene proprio nell’urbe, in via Portuense 727 f/g, crea e commercia gelato Valerio Gaveglia, un ragazzo che ‘tristo’ non può definirsi affatto. Difatti, dopo aver appreso l’arte da un nome storico dell’arte gelatiera romana come Stefano Ferrara e assieme alla collega Lorena Zeppadoro, Gaveglia nell’aprile 2024 apre Gelasio, dando nuova vita all’ex Gelato Lab di proprietà dello stesso Ferrara.

E la regale qualità dei loro gelati parla a gran voce: lo zucchero è ridotto al minimo indispensabile e non supera mai il 16% e le materie prime, tutte senza glutine, sono accuratamente vagliate, garanzia di sapore pieno per ogni singolo gusto. Non solo, ma Gaveglia mira ad offrire gelati a temperature non polari, così che il cliente apprezzi l’incredibile cremosità tanto delle creme quanto dei sorbetti, con gusti che spaziano dai classici mandorla vegana agrumata e senza zucchero o il setoso zabaione, dove l’uovo viene sottoposto a doppia cottura, alle novità come il gelato alla zucca mantovana, in periodo autunnale, o il divertentissimo blackberry mojito. A chiusura del tutto, qualora non bastasse tutto questo anche l’etimologia di Gelasio impedisce l’esistenza di ‘tristi discepoli’.

58. Ottimo!

gelateria ottimo buono non basta

Torino – Il Pompelmo e Campari di Giulio Rocci può certamente insegnare, a distanza di molti anni dal suo disegno, come si faccia il gelato con l’alcol. Un antesignano del gelato contemporaneo di cui vi suggeriamo ogni sorbetto possibile, nell’assoluta garanzia della caratterizzazione e del guizzo tangibile in ogni accostamento tra ingredienti.

57. Siké

sike milazzo

Milazzo (ME) – Se molti gelatieri esibiscono il sospetto laddove venga richiesto il libro ingredienti non esposto (è obbligatorio, e non è necessario fingersi allergici per consultarlo), sul lungomare di Milazzo la trasparenza è manifesta, in formato QR. E Rosario Leone D’Angelo, che insieme a Elisa Chiellemi gestisce Siké dal 2017, ne ha ben donde. Il suo laboratorio, a pochi minuti da una Messina mesta sul fronte del gelato artigianale, è un distretto innovativo che sfocia in eccellenti variazioni sul cioccolato, sperimentazioni sul limone ossidato, accostamenti di notevole intuito tra fiori, ricotte e infusi. La ricerca sulla materia prima è tangibile, anche nei grandi classici, per un’offerta esemplare.

56. Otaleg!

Otaleg! gelareria roma

Roma – Parlando di Otaleg! il rischio che si corre è quello di darlo per scontato. Invece è necessario rimarcare la costanza qualitativa che la gelateria di Marco Radicioni, nelle due sedi romane di Monteverde e Trastevere, esprime anno via anno, come noi di Dissapore abbiamo spesso constatato. La vocazione originaria di proporre gelati gastronomici ha lasciato il posto a una selezione accurata di circa venti creme e dieci sorbetti. Tranquilli, i gusti hanno un turnover abbastanza celere, dettato dalla stagionalità della frutta e dallo schiribizzo del mastro gelatiere.

Si potranno ad esempio trovare una crema al tè rosso cinese Diamong Maofeng, delicata e al contempo altamente aromatica, oppure il folle gusto Golosità, un fiordilatte con ceci tostati e melassa di grano verde; d’altro canto, tra i sorbetti si può spaziare da un eccezionale 100% cioccolato Huanuco “Tesoro Amazònico” da Tingo Marìa (Cuzco, Perù), al sorbetto fragoline, rosmarino e limone, un incontro aromatico piacevolissimo (peccato per le foglie di rosmarino, numerose e troppo grandi, che ne penalizzano la gradevolezza al palato). Ma ci sono anche gusti fissi, tra i quali è facile ipotizzare la presenza dello zabaione al Marsala Riserva DOC “Florio Targa”, incantevole per la sfumatura di Marsala che accompagna tutto l’assaggio senza sovrastare la crema né mettere le tende in bocca.

55. Gelateria Gentile

Bari – Non chiedete mai ad un barese quale sia la focaccia o il panzerotto migliore della città, nascerebbero delle lunghe diatribe. Su una cosa però non si discute: il gelato più buono a Bari si trova da Gentile. Un’attività storica che si affaccia sul magnifico Castello Svevo: la mandorla è quasi d’obbligo e in questo laboratorio si opta per la varietà Filippo Cea di Toritto, base superlativa di vari gusti della casa.

Uno spaccato di Puglia anche nel gusto Casereccio, una leggiadra ed intensa crema di ricotta locale, arricchita da mosto cotto di fichi, cannella e crumble di tarallo, croccante fino all’ultima paletta. Risveglierà anche ai palati più annoiati uno speziato cioccolato fondente mantecato con noce di cocco, infuso di cardamomo, pepe rosa, lime, pimento e boccioli di rosa: incredibile che gli ingredienti siano nitidi, perfettamente in equilibrio.

54. Pikko – L’atelier del gelato

Verona – Non ci si inciampa mentre si fa “una vasca” in via Mazzini, ma l’offerta vale assolutamente quei 10 minuti di auto dal centro cittadino.
Ci si vada per i profili sensoriali netti, riconoscibili, senza eccessi. Da provare? Anche le proposte più ardite. Il menu propone sempre un gelato gastronomico diverso a rotazione. Quello al peperone cotto al forno con gruè di cacao che abbiamo assaggiato durante la nostra visita si è lasciato ricordare per golosità ed equilibrio.

53. Gelateria Dondoli

gelateria Dondoli San Gimignano

San Gimignano (SI) – Anche il mondo della gelateria ha i suoi vip, e Sergio Dondoli è sicuramente uno di questi. Siamo nel celeberrimo borgo del XIII secolo regolarmente invaso di turisti da tutto il mondo, e nella triangolare piazza Cisterna la sua gelateria è diventata un’attrazione turistica a sé. Un ruolo di cui il patron ha assoluta consapevolezza, accogliendo la piccola, cosmopolita folla di golosi con un’esposizione di foto con varie celebrità, i numerosi riconoscimenti ottenuti, e il menu in italiano, inglese e giapponese. Un approccio che il pubblico sembra apprezzare, dedicando alle gelateria più foto e selfie che alla Torre Grossa. E il maestro gelatiere della “Manhattan del medioevo” dimostra la stessa accoglienza anche tra le carapine, con un’offerta che non può che sedurre tutti: la sua cifra si esprime in una testura tra le più vellutate che si possano trovare, che ben supporta una crema dalle tante sfumature come la Santa Fina (specialità della casa e marchio registrato) con zafferano di San Gimignano e pinoli, e nella capacità di arrotondare ogni spigolo, anche quelli del Gorgonzola e noci.

52. Gelateria Ciocolat

Gelateria Ciocolat Toscolano Maderno

Toscolano Maderno (BS) – Il menu di Carmela Grotta e Andrea Florioli è tendente all’ampio e ben strutturato, con grandi classici e molte proposte originali a rotazione: come il Mango Sticky Rice con riso basmati al cocco e salsa al mango, o il sorbetto alla fragola fermentata e curry inglese, una sferzata fresca e profumatissima (mancava giusto un pizzico di curry).

Ma c’è un bel lavoro anche sulle proposte più classiche, notevole la loro versione del pistacchio salato: frutto grezzo del Mediterraneo, perché esiste altro oltre a Bronte, e sale di Trapani, una cucchiaiata avvolgente e di grande spinta aromatica. Il Cuor di Panna ci ha piegato in su gli angoli della bocca, nessun orpello, solo latte è panna freschi, la cartina tornasole del lavoro virtuoso di selezione e cura sulle materie prime, che attingono spesso al buono e bello del territorio.

51. Gelati Radicali

Ancona – Lista degli ingredienti asciutta e preparazioni pensate per valorizzare materie prime locali: questo il menu di Maria Teresa Di Fraia, classe 1995, gastronoma laureata a UNISG illuminata sulla via del maestro Paolo Brunelli. Così la fragola anconetana si aggiunge ad una consistente crema d’uovo e miele millefiori del Conero, per bilanciare dolcezza e donare acidità; alla crema all’olio marchigiano si aggiunge alloro e arancia, per un mix olfattivo intriganti di oli essenziali dell’agrume e fresche note balsamiche ed erbacee che ricorda i profumi della costa anconetana. Preparazioni rigorose che non mancano di spunti sul futuro del gelato contemporaneo.

50. Nughené il gelato

Nughenè gelateria

Bogliasco (GE) – Inaugurata nel nefasto 2020, non è la solita gelateria da passeggiata a mare. Il giovane creativo portoghese Diogo Andrade ha infatti trovato a Bogliasco – piccolo borgo con spiaggia, chiesetta e surfisti – il buen retiro ideale per infrangere con sperimentazioni audacissime il tradizionalismo gelatiero ligure. Oltre duecento i gusti ideati in pochi anni: alcuni vanno, altri restano, altri ritornano in un instancabile turbinio inventivo da cui emergono proposte come gianduia e curry verde thai, Pane e olio, Limone, Tiglio e sommacco o pesto e stracchino.

Materie prime perlopiù locali, pochi ingredienti naturali e una creatività radicale definiscono l’identità di questa gelateria “ferocemente indipendente”. A spiccare sono soprattutto i sorbetti, come l’imperdibile Bogliaschino 4.0 al limone e aneto o l’ananas e lavanda, iper-aromatico e sorprendente. Tra le creme, Amélia (con mandorla cruda, zafferano e scorza d’arancia) è un piccolo capolavoro che restituisce gli aromi inebrianti di un sogno siciliano.

49. Gelateria Matteotti

gelateria Matteotti Reggio Calabria

Reggio Calabria – Rispetto alle altre gelaterie della città, si connota per elegante understatement: un locale candido ed essenziale, niente colori -né gusti- urlati, appena all’inizio del lungomare, vicinissimo al museo archeologico e con un dehors tra gli alberi monumentali.

Lo stile di Gianluca Marcianò si distingue per una mano misurata sulla dolcezza, che gli permette di esaltare le ottime materie: ottimo il lavoro sugli agrumi, come nel suo celebre e premiato “Kalavria”, in cui l’immancabile bergamotto è sostenuto da una crema delicata a basso contenuto di tuorli, o nell’arancio biondo di Caulonia. Grande equilibrio anche nelle creme, come nel burro d’arachidi e caramello salato, e in un pistacchio inappuntabile.

Le migliori gelaterie italiane: dalla posizione 48 alla 26

L’artigiano è un fuoriclasse e imprime una firma tangibile nel proprio gelato, che sia nelle consistenze o nell’utilizzo degli ingredienti.

48. Sbrino Gelatificio Contadino

sbrino gelatificio contadino

Firenze – Il fenomeno delle gelaterie strettamente legate ad aziende agricole dove si producono latte e latticini freschi si sta piano piano diffondendo nelle campagne, e trovarne un esempio in pieno, frequentatissimo oltrarno rende la cosa ancora più piacevole. Qui da Sbrino si parte dal latte appena munto di vacche, capre e pecore dell’azienda agricola Castrogiovanni Maria di Volterra, così come per lo yogurt e la ricotta che danno profondità e caratterizzazioni notevoli.

Lo si nota in purezza nel fior di latte che qui è chiamato, giustamente, fior di campo, in cui le essenze dell’alimentazione degli animali regalano ogni volta sfumature diverse, così come è evidente un grande amore per la frutta, la cui stagionalità e qualità sono ben sottolineate da un morigerato utilizzo di zuccheri. E quando i due concetti si uniscono nasce un piccolo capolavoro come la ricotta, pere e cioccolato: ricco e caratterizzato, è un rincorrersi di grassezza e freschezza dalla persistenza e golosità infinite.

47. Morè Gelateria Pasticceria

Morè Gelateria Pasticceria

Soverato (CZ) – La storia del Bar Moré è lunga più di 50 anni, ma viene vissuta, caso più unico che raro da queste parti, senza nostalgia e passatismi. Tutto in questo locale brilla della voglia di portare un po’ di Calabria nel mondo e un po’ di mondo in Calabria, un risultato frutto dell’entusiasmo dei fratelli Antonio e Fiorella Staglianò. Un banco ampio e generoso, diviso tra pasticceria e gelateria, da cui non ci si vorrebbe mai allontanare.

Se riuscirete a girare l’angolo e ad arrivare alla gelateria, troverete la stessa ricerca di modernità e tecnica ineccepibile anche tra le carapine: dolcezze moderate, contrasti freschi e ben equilibrati come nel mango e basilico o nella più complessa armonia di sesamo nero e yuzu. L’ananas e olio extravergine mette in evidenza un’ottima materia prima che forse andrebbe comunicata di più, per valorizzare maggiormente un progetto dal grande potenziale.

46. 100% Naturale

gelateria 100% naturale

Sestri Levante (GE) – È il 1987 quando Daniela e Luca Pannozzo inaugurano la loro prima gelateria a Sestri Levante, seguita nel 2018 da una seconda sede nel centro storico di Chiavari. Con quasi quarant’anni di esperienza, si affermano oggi come pionieri di una filosofia del sottozero che valorizza le eccellenze del territorio e opera di sottrazione: nessun additivo industriale, ma ingredienti, appunto, 100% naturali per un prodotto autentico, genuino e sostenibile, ben prima che questi valori diventassero tendenza. Il risultato è un gelato che si distingue per la nitidezza dei sapori, le consistenze vellutate e una dolcezza mai invadente.

Ottimi i gusti classici, sorprendenti alcune proposte stagionali come il sorbetto con noci e fichi caramellati e i signature a base di latte di vacca Cabannina: imperdibili Zapossa, zabaione con Sciacchetrà delle Cinque Terre, aromatico e persistente e La Ligure, con nocciole Misto Chiavari e miele locale. Tutti i prodotti, inclusi coni e cialde, sono gluten free; un terzo dei gusti è vegano.

45. Zeno Gelato e cioccolato

gelateria Zeno, Verona

Verona – L’elenco ingredienti completo è esposto davanti ad ogni carapina firmata da Roberto Bonato, e così è possibile incappare in un gelato con arachide tostata, birra e sale, una cucchiaiata di grande persistenza ed equilibrio, o in sorbetti alla mela profumatissimi. È stato senza dubbio un luogo di avanguardia pura, con proposte a distanze siderali rispetto all’offerta media presente nel veronese, e anche se oggi alcune scelte ci sembrano dettate dal desiderio di allontanarsi dai riflettori (niente social, niente foto all’interno del locale) ci riesce difficile accontentarlo.

Difficile suggerirvi cosa provare, senza dubbio le proposte più inconsuete, in cui traspaiono due elementi che ci è parso compongano lo Zeno-pensiero: rispetto per la materia prima, capacità di farla esprimere in caratterizzazioni mai sopra le righe.

44. Io e Gelato

Mezzana-colignola (PI) – Difficile non farsi conquistare dalla creatura di Ilaria Guerrieri e Omar Leoni: ci si allontana appena una decina di minuti dal pieno di centro di Pisa (noi siamo stati in quella di Mezzana, l’altra è a Vecchiano), per godere dei loro gelati senza una costruzione a portata di sguardo, solo campagna e colli poco più in là.

I due gelatieri sembrano aver trovato la formula per un’offerta trasversale, tanto golosa quanto rigorosa e profonda: creme dalla testura piacevolmente grassa e vellutata e dolcezze equilibrate che mettono in evidenza materie prime preziose come i pinoli del parco di San Rossore, le nocciole del Casentino con cui preparano un bacio strepitoso, la ricotta e i fichi in un’accoppiata imperdibile. Bene anche i gusti base acqua, dove è indicata la provenienza di ogni frutto, dai limoni dei giardini locali al cocco delle Filippine.

43. Picchio Gelateria Naturale

picchio gelateria naturale a bracciano

Bracciano (RM) – Gianluca Patrizi deve aver avuto le idee chiare fin da subito. Solo così si può arrivare a realizzare uno dei gelati più cremosi dell’intero Lazio (e ci teniamo stretti), in un minuscolo locale proprio sotto i torrioni del castello di Bracciano. Sia le creme che i sorbetti sono di una sofficità incredibile, ma non ci basta la sola struttura per farci esultare.

E qui entrano in gioco i singoli sapori, tutti di grande impatto: frutta di stagione, se possibile dell’orto di casa, e latticini e uova selezionati da aziende locali, trasformati poi in gelato da mani educatissime. Ecco allora che ci si tuffa facilmente nel sorbetto al limone dell’orto (per l’appunto), o nella crema al vermut braccianese, nel sorbetto di pistacchio di Bronte DOP o negli altri gusti che con una vorticosa rotazione vengono proposti al pubblico.

42. Bar Dolce e Salato

bar dolce salato gerace

Gerace (RC) – Se l’idea di uno dei più bei borghi medievali d’Italia con una vista dall’Aspromonte al mar Ionio non vi basta per inerpicarvi fino a Gerace, sappiate che a due passi da una delle costruzioni normanne più importanti della Calabria, la basilica concattedrale di Santa Maria Assunta, troverete una delle gelaterie più interessanti della regione. Daniele Rinaldis è figlio d’arte, e la sua famiglia è un’istituzione della pasticceria e gelateria del borgo: da qualche anno si è messo in proprio, affrancandosi dalla storica attività del padre, e il suo piccolo bar affacciato su una deliziosa piazzetta è punto di riferimento per chi si avventura fin quassù.

La vetrina è contenuta ma colma di senso: il gelato alla torta Chianciano, con frolla, crema e amaretto, la ricotta di pecora dalla caratterizzazione equilibrata, un ineccepibile pistacchio che non cede a compromessi sulle variegature, granite eteree ed intense. Composizioni golose, con un equilibrio degli zuccheri più contemporaneo rispetto alla media locale, il tutto rigorosamente servito con il “tuppo” di una brioches invece di una banale cialdina.

41. Gelateria Caruso

gelateria caruso potenza

Potenza – Incontrare al banco personale formato e sorridente non è comune, nemmeno nelle gelaterie artigianali. Succede in questa storica gelateria, le cui radici risalgono al 1956, ad oggi quattro sedi (le altre sono a Castelmezzano, nel cuore delle dolomiti lucane, a Matera e Maratea) e una spiccata dote per gli abbinamenti, mai scontati.

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Così accade con la vaniglia del Madagascar, che insieme ai lamponi, al rum cubano e al cioccolato grezzo diventa una coccola golosa e persistente, ricca di spunti speziati. Signature della casa è il “Terra mia!“: latte, pane locale e mandorle tostate con mosto cotto d’uva.

40. Criollo. Il bistrot del gelato

gelateria Criollo Roma

Roma – Sorprendente, che vi piaccia o no. Perché non si può avere alcuna certezza sui gusti che Simona Papagno elencherà sulla pratica lavagnetta; dipende da cosa riuscirà a reperire nei diversi periodi dell’anno e dove la porterà la sua incontenibile curiosità, che la trattiene spesso in laboratorio a sperimentare gusti come l’Infuso di ortica.

La familiarità con il retro- bottega deriva probabilmente dalla laurea in storia dell’arte, ma è certo che la specializzazione in ambito scientifico (chimica e fisica del restauro) è tornata utile nella ricerca del miglior equilibrio fra i diversi ingredienti per ottenere texture piacevoli e ricchezza aromatica in ogni gusto di gelato prodotto. Creme, sorbetti, proposte senza zucchero (keto) e gelati gastronomici. Tra questi, di irrefrenabile gola è il gusto al ripieno di cappelletto romagnolo, mentre è equilibrato e di gran carattere il gelato al pecorino romano. Chi preferisce restare sul classico troverà soddisfazione nell’armonia del gusto afternoon tea al bergamotto. Ma chissà cosa troverete voi.

39. Golosi di natura

Piazzola sul Brenta (PD) – Una piccola gelateria sotto al porticato semicircolare di Piazzola sul Brenta, al confine tra la provincia di Padova e quella di Vicenza, proprio di fronte alla sontuosa villa Contarini. Interno minuscolo e tavolini fuori, e una quindicina di gusti, tra classici, senza latte (non più di sei) e alcuni dolcificati con il fruttosio, per chi vuole tagliare con gli altri zuccheri. I titolari Antonio Mezzalira e Doriana Marangon sono noti nelle guide di settore da quasi 10 anni.

Fatevi un regalo: provate il gelato alla nocciola con il mandarino candito in casa, una consistenza cremosa, con generose dosi cubetti semicanditi d sciroppo, con una nota complessa tra dolce, amaro, speziato. Ma anche il sorbetto alla ciliegia, che ha un’impressionante somiglianza con il sapore di una ciliegia fresca, o il lime, limone e basilico, acido ed erbaceo, in grado di far digerire anche il pasto più importante.
Nota distintiva la temperatura di servizio, non troppo fredda nonostante le carapine.

38. Rufus

rufus pisa

Pisa – Con 11 anni alle spalle è un concentrato di gelateria moderna: latte intero a chilometro zero, frutta locale, stagionalità rigorosa, ma anche attenzione alle esigenze alimentari, con molti gusti vegani, e all’ambiente, utilizzando materiali riciclati o compostabili per coppette, palette e divise, il tutto comunicato con trasparenza e simpatia.

Le creme mantengono le loro promesse di golosità, con una base piacevolmente grassa e dalla dolcezza equilibrata che permette alla “Rufus” di essere generosa con cioccolato bianco e nocciole, e di esprimere grande freschezza nella crema al profumo di limone. I gusti vegani non si limitano al compitino, ma si rivelano davvero interessanti: è il caso di kiwi e spinaci, un virtuosismo di note verdi e acidità, o la “stracciapera”, originale interpretazione di un’accoppiata classica.

37. Dolce

Isernia – Vincenza Giancola è la gelatiera, banconista e mattatrice del suo stesso laboratorio, che conduce con la fierezza dell’artigiana resistente. E ne ha ben donde. Il pascolo verace dell’alto molisano è ovunque in carapina; è il caso della ricotta di capra di caseifici di Acquaviva d’Isernia, con salsa di fichi secchi dapprima macerati e poi cotti nel marsala.

Al nostro passaggio abbiamo trovato la Rosa di Maggio, il gusto protagonista del mese: un fiordilatte studiato apposta per accogliere la rosa damascena disidratata, fornita da una storica erboristeria locale, che si rivela una sorprendente crema leggera, profumata e delicata insieme. Vale la sosta. Lenta.

36. Gelatina

Gelatina gelateria genova

Genova – Se un tuffo nel Rinascimento non bastasse ad attirarvi sino alla sontuosa via Garibaldi, dal 2017 c’è un motivo in più per fermarsi da queste parti. Si chiama Gelatina, ed è la creatura della vulcanica Martina Francesconi, figlia d’arte ritornata al mantecatore dopo una parentesi da grafica poi impressa nell’identità del locale che è infatti anche un’accogliente caffetteria-libreria a tema alimentare.

Ma Gelatina è, soprattutto, il rifugio urbano di chi cerca un cono buono, naturale ed etico. Qui, la ricerca non si limita infatti alla qualità e alla sostenibilità – la frutta, naturalmente, è sempre di stagione e di prossimità – ma, abbracciando un’idea di alimentazione come atto consapevole, culturale e politico, si estende anche alle condizioni lavorative applicate lungo l’intera filiera perché un prodotto possa dirsi buono solo se anche giusto. L’offerta varia dai classici ben eseguiti, come il fondente cru São Tomé, a creazioni meno scontate. Imperdibili il fior di basilico, riuscitissima declinazione sottozero dell’oro verde genovese e i sontuosi Acamante, con mandorle della Val di Noto, salvia e zest di limone e Atena, con zafferano ligure, fiori d’arancia e scorze di agrumi.

35. Cremeria Capolinea

Reggio nell’Emilia – Quel sorprendente mix di talenti, tecniche e visioni che è la Via Emilia del gelato non finisce qui a Reggio, ma trova in Capolinea un suo snodo fondamentale, che si è già meritato un primo posto proprio in questa classifica. Tutto parte dalla passione di Simone De Feo, informatico pentito che, con la sua compagna Monica Fantuzzi, decide che la sua strada è un’altra, e trova nell’arte della gelateria la chiave per esprimere uno spirito da vero gaudente, che traspare netto nelle sue creazioni. Golosità alle stelle quindi, ma senza perdere di vista l’equilibrio -soprattutto sulla dolcezza- e la grande pulizia del palato alla fine della degustazione.

De Feo dimostra il suo spirito gourmet nella sua presenza agli eventi di birra artigianale, nei suoi gusti salati gastronomici, nell’esplorazione delle potenzialità dei superalcolici nei gelati, e nei suoi premiatissimi lievitati in cui la sua firma è sempre riconoscibile. Ovvia quindi la menzione speciale per le focaccine, in cui accomodare un classico della casa come “Pane Burro e Marmellata”, “pompelmo, cocco e whisky”, composizione degna di un mixologist, o una pastiera napoletana impreziosita dall’acqua di fiori d’arancio della “Vecchia Distilleria”.

34. Bun da Mat

bun da mat santo stefano belbo

Santo Stefano Belbo (CN) – Si legga proposta in carapina come il menu di un ristorante contemporaneo: in questa gelateria, comparsa un paio d’anni fa nel paese natale di Cesare Pavese e già riferimento per i langhetti più accorti, l’offerta è coerente e completa, mai forzata nel suo riportare al territorio il guizzo creativo. Il “Torino senza Milano” è un sorbetto d’arancia rossa sicula da manuale, reso amaricante e persistente dal Vermouth prodotto a pochi passi. Le creme insistono legittimamente su nocciola e gusti derivati (bunet, gianduia, torta di nocciole) virando su materie prime nazionali e internazionali in maniera oculata e tracciata, con la costanza di sapori netti e zuccheri assai moderati. Il kiwi, percepibile fin dalla texture, è la rivincita di una coltura stra-presente in nord Italia, che vorremmo trovare più spesso al posto dei meno sostenibili frutti esotici maturati in nave.

33. Galliera 49

Bologna – La storia di Galliera 49, proprio sotto i portici della via omonima, inizia in tempi decisamente non sospetti: era il 1998 e il concetto di “gelato artigianale” era ancora molto lontano dalle cronache gastronomiche. Questo ha reso Maurizio Bernardini, Jacopo Balerna, Valerio Alfani e Fabio Nanetti dei veri pionieri della scena, e ispiratori di futuri fuoriclasse, vedi un certo Simone De Feo. Fedeli al loro slogan #bolognadaleccare, i quattro hanno portato a Bologna la loro idea di gelato vivace, golosissima, e che trasuda passione per la Sicilia. Gli assaggi si distinguono per ingredienti di qualità sempre ben a fuoco, come nel cioccolato Sao Tomé con fave di cacao caramellate, dalla persistenza kilometrica, o il sontuoso tiramisù; la crema mediterranea è uno dei gusti che rappresentano meglio il locale, con mandorle, pistacchi e pinoli in delicato equilibrio. Da non perdere i cannoli siciliani con ricotta di pecora e le intense creme spalmabili, le brioches col tuppo sono quelle di Gino Fabbri.

32. Gelateria Quattrini

Falconara Marittima (An) – Erika Quattrini, del mondo gelato è figlia d’arte. Per l’attività di famiglia (la prima storica a Falconara Marittima, l’altra più recente a Sirolo, Parco del Conero) traccia un nuovo corso da cui non si discosta per le materie prime (attinte quasi interamente dal territorio), ma, semmai, per una naturale predisposizione verso la sperimentazione. Studia le tinture naturali degli ortaggi o le essenze estratte dagli oli essenziali di agrumi, dai quali ricava idrolati per rafforzare cromie e aumentare la sensazione olfattiva, divertendo e destabilizzano le papille. Così accade con la crema con scorza di arancia disidratata e arancia semi candita. Poi c’è l’intenso gelato al pecorino, pepe e crumble di pizza al formaggio della casa: un omaggio al lievitato delle feste pasquali marchigiane.

31. Gelateria Caprilli

Gelateria Caprilli Livorno

Livorno – Troviamo il primo, storico punto vendita di Caprilli sul lungomare di Livorno (il secondo è in piazza Cavour) fresco di ristrutturazione: una gelatiera moderna e sontuosa, tra marmi e ori, e tanto spazio in più per la lavorazione del cioccolato e le vetrine di pasticceria, nuovo capitolo di una storia di famiglia, quella di Riccardo Menicucci e del figlio Tommaso, che dura ormai da più di 10 anni, e che li ha resi il punto di riferimento del gelato labronico. Gli assaggi, piacioni solo in apparenza, sono senza dubbio golosi e trasversali, ma tradiscono una ricerca di profondità: come nel burro d’arachidi e caramello salato dal sorprendente equilibrio, e dove il lavoro sulla tostatura (esperienza forse mutuata dalla torrefazione della fave di cacao) dona complessità al tutto, o nell’elegante sfumatura di cardamomo nella “Crema Caprilli” con mandorle e nocciole pralinate; non si va per il sottile nei gusti base acqua, ne è un esempio lo sferzante, freschissimo lime e basilico.

30. Mara dei Boschi

Torino – Dite a un torinese che avete l’intenzione di mangiare un buon gelato. Chiedete a chiunque ne sappia un minimo di gastronomia dove mangiare un gelato a Torino. La risposta sarà questa, inoppugnabilmente. La creatura che fu del maestro Marco Serra, ancor oggi ottimo gelatiere in Carignano, è a tutti gli effetti una consolidata istituzione. Complice la direzione artistica di Edoardo Ronchi e Edoardo Patrone, che continua a imprimere ricette signature, anche nei gusti (apparentemente) più semplici. E in quella riconoscibilità tangibile consta la classe dell’insegna. Se però identificate Mara dei Boschi con l’omonima fragola, o con il Marotto, il gianduia senza latte dalla texture iconica, vi potrebbe essere utile un aggiornamento: Sorbetto di Limetta.

29. Maki

Fano (PU) – In dialetto fanese sta per “proprio qui” o “solo qui”. Questo il nome scelto da Antonio Luzi per la sua gelateria, che omaggia la città e le valli marchigiane (del Metauro e del Cesano), un territorio generoso che ispira approfondimenti e sperimentazioni che finiscono in cioccolati, sorbetti e gelati artigianali contemporanei, eleganti e leggeri. Si predilige la prossimità: vedi la composta di amarene di Cantiano, o la polpa di pera Angelica. Ricordiamo con nostalgia l’ “E’ primavera”, un meraviglioso sorbetto di mela verde, lime e spinaci.

28. Trebottoni Gelateria Artigianale

Trebottoni gelateria

Reggio Calabria – Siamo in una zona un po’ più defilata rispetto agli altri nomi noti del gelato a Reggio Calabria, in una via residenziale nel nord della città, ma Trebottoni fa tutto il possibile per farsi notare, riuscendoci: un’atmosfera di eleganza sfacciata, tra rosa shocking, oro e marmi, una comunicazione curata e azzeccata e un grande slancio da parte di Demetrio Romeo, figlio d’arte di pasticcieri, nel voler essere ambasciatore dei grandi prodotti della regione.

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Lo fa con composizioni dall’alto coefficiente tecnico e che sfuggono alla banalità come “Sole del sud”, ricotta variegata all’albicocca e crumble al pistacchio, o “Terramia” con mandorle nere, arancia e cioccolato fondente. Pur cedendo alla moda locale di gusti basati su noti cioccolatini e merendine, Romeo si distingue mettendoci del suo e facendo tutto in casa come in “Ambrogio”, sua personale rivisitazione del Rocher.

27. Pachamama

Pachamama gelateria

Chiavari (GE) – In lingua quechua, Pachamama significa “Madre Terra”: un nome che rivela gli intenti di questa graziosa gelateria-caffetteria con dehors sul mare impegnata a lavorare in armonia con la natura e con chi la coltiva. Se non è raro, in tempi di greenwashing, assistere al saccheggio di tali nobili propositi a solo favor di marketing, Pachamama, al contrario, sorprende per l’esemplare coerenza.

Del bando dei semilavorati in favore dell’autoproduzione (inclusi canditi e burro d’arachidi) e della selezione curata degli ingredienti, principalmente a km 0 (come il latte di vacca Cabannina ligure) o comunque da commercio etico, non beneficia però solo la coscienza, ma anche il palato. Da provare i rinfrescanti erba luisa o kumquat&camomilla, nonché l’ottimo Perarrosto: base fondente con pere liguri caramellate e nocciole piemontesi.

26. Mokambo

Ruvo di Puglia (BA) – 9 pozzetti per creme, signature stagionali e qualche sorbetto. Un minuscolo laboratorio dal profumo di piccolo mondo antico guidato da Giuliana Paparella, e suo zio che, forti di un know-how di tre generazioni, nel 2016 ri-aprono Mokambo con la volontà di dar lustro ad un territorio a forte vocazione agricola. Esemplifica la produzione la Crema del Re, caratterizzata da un dosaggio generoso di vaniglia della Papua Nuova Guinea, le sfumature legnose e pepate. Oppure la crema Nonna Lena, variegata da fichi secchi, mandorla di Ruvo e cioccolato da fave di cacao crude, tostate e macinate in casa.

Le 25 gelaterie migliori d’Italia del 2025

L’avanguardia di ieri che traccia la contemporaneità di oggi e quest’ultima, che imprime la propria avanguardia. A confronto. I grandi gusti moderni dai nomi più raffinati del settore, e altresì il loro superamento.

25. The Rag. Il gelato

the rag gelateria

Atripalda (AV) – Un nome ancora sconosciuto nell’olimpo dei grandi gelatieri, che i più attenti lettori di Dissapore avranno identificato: Gian Paolo Capaldo si è aggiudicato il premio dedicato al lievitista emergente durante la scorsa classifica dei migliori panettoni artigianali, edizione 2024. Conoscevamo dunque la sua sana irrequietezza gastronomica, che lo ha portato ad aprire ad Atripalda un piccolo quanto nevralgico hub gastronomico, nonché ristorante da pochissimi coperti che gli permettesse di esprimersi al meglio.

Un locale al quale, poco più di un anno fa, Capaldo ha affiancato una gelateria guidata da principi chiari: materie prime stagionali e locali (in alternativa, reperite unicamente da aziende con spiccati valori etici e di sostenibilità) e ricerca costante. Ad esemplificare la contemporaneità del prodotto la “Nocciola di Cocco”: partendo da cocco (molto) tostato e beurre noisette, riesce a sorprendere suggerendo nuances inauspicabili alla nocciola, che chiaramente non c’è. Invece il gusto nocciola, quello vero, con il frutto secco di Serino, è senza zucchero né latte, mentre il pistacchio si autodenuncia “NON di Bronte”, in un moto di franchezza paradigmatico.

24. Greed

Frascati (RM) – La gelateria di Dario Rossi è ormai in scena da un bel po’ di anni, eppure non smette ancora di stupire. La scelta delle materie prime gioca ancora un ruolo fondamentale, ma il principale propulsore sono la ricerca di nuovi abbinamenti e la continua sperimentazione messa in opera da Dario Rossi. E questa è la cosa per noi fondamentale: gli elogi possono far sedere sugli allori qualunque innovatore.

Il continuo gioco con gli ingredienti fa sì che da Greed i gusti proposti siano sempre diversi e squisiti. Qualche esempio? Una crema di bruscolini, un profumatissimo sorbetto al bergamotto di Reggio Calabria; ma anche gusti gastronomici come la carbonara oppure fave e pecorino. Mettiamoci anche i classici come un saporitissimo sorbetto alla fragola o un cioccolato cremoso all’inverosimile. Insomma, forte della posizione al centro di Frascati (bissata da un’altra sede a Roma, zona Monteverde), Greed è una degnissima conclusione della classica gita ai Castelli Romani. Aveva ragione Gordon Gekko, “Greed is good”.

23. Di Matteo

gelateria di matteo

Torchiara (SA)  – Il gelato di Raffaele Dal Verme è atemporale e anche per questo contemporaneo. È il vettore di un viaggio tra sapori reali, forti di una maturità serena ma non arrendevole, che solo una visita a Torchiara pare concedere. Inutile parlare di tendenze, quando la gelateria Di Matteo è sempre stata quella che, in una frazione di un paesino non turistico del Cilento, proponeva bassi tenori zuccherini e nette caratterizzazioni.

Per goderne a pieno, il consiglio è ancora come sempre quello di provare qualunque ricetta annoveri il lemma “fico”, che si tratti di noci e fichi bianchi o fichi al cioccolato, del ricotta di bufala, foglie di fico e Miele di spiaggia anziché qualunque altra proposta a tema vi si parerà innanzi al vostro approdo. In alternativa, il mandorla e mandarino è oramai un classico, fresco e potente e i “base ricotta” si faranno ricordare.

22. Cremeria Santo Stefano

Bologna – Gli appassionati di gelato affrontano volentieri lunghe code che si formano. Un locale minuscolo dove si respira una sognante atmosfera da speziale provenzale, con il bel laboratorio a vista, è il regno della famiglia Cavallari: Gianni, ex programmatore informatico che ha scelto di dare una svolta dolce alla sua vita insieme alla moglie Marzia e al figlio Mattia. Scelta illuminata, visto il successo che da anni riscuotono sia tra colleghi e addetti ai lavori, da cui sono rispettatissimi, che tra il pubblico, sempre ben disposto ad affrontare lunghe file per gustare le loro creazioni.

I gelati rispecchiano l’anima della “cremeria”, con una netta preferenza per i gelati a base latte e creme ricche e profumatissime, sia la classica crema all’uovo (la “Sette Chiese”), la golosissima “delle Zitelle”, con pinoli e mascarpone, o l’esotica “Libanese, aromatizzata con acqua di fiori d’arancio, mandorle e pistacchi, ma dimostra maestria sulle materie prime anche sugli agrumi, soprattutto nell’esplosivo chinotto di Savona.

21. Gelateria G. & Co

Tricase (Le) – La produzione di gelato delle sorelle Ricchiuto è partita circa 10 anni fa in un borgo tra i più a sud della Puglia e da allora non ha mai smesso di migliorare e stupire per l’attenzione a dir poco maniacale alla filiera sostenibile e alla tecnica. Le preparazioni valorizzano il latte di aziende agricole di prossimità aggiungendo frutta secca (mandorla in primis) e cioccolato, ma in larga parte frutti, fiori ed erbe spontanee del parco salentino: camomilla, rosa, liquirizia carruba, opuntia, liquirizia e finocchio selvatico per creme e sorbetti impeccabili dalla consistenza setosa e dai gusti nitidi, evocativi.

20. Manorossa – gelato per adulti

gelateria manorossa alba

Alba  (CN) – Siamo pronti a giurare, nella redazione di Dissapore, di saper discernere con sicumera il gelato preparato da un gelatiere da quello realizzato da un pasticcere, o altresì da un cuoco. Di come un birraio faccia il gelato, invece, siamo proprio privi di letteratura. Fino a Marco Marengo, novello delle ricette in carapina (tutte estremamente diverse tra loro, caratterizzatissime fin dalla texture) quanto esperto in quelle brassicole.

La carriera nella birra artigianale alle spalle, il Mastro gelatiere ha aperto Manorossa poco più di un anno fa, nella Capitale delle Langhe depauperata di buon gelato artigianale. Lì spilla birra, non potrà proprio farne a meno, ma soprattutto studia gusti azzeccatissimi, con grandi giochi di botaniche e erbe aromatiche. Il claim “gelato per adulti“, associato alla generosa produzione di gelati alcolici, potrebbe risultare respingente ai più, se non fosse che vaniglia e nocciola sono perfette. La liquirizia salata con il basilico è il suo signature, ma il miele di ciliegio, tout simplement, è quello che dovete provare.

19. Santo Musumeci

santo musumeci gelateria randazzo

Randazzo (CT) – C’è una dicotomia spiazzante tra il romanticismo di un sorbetto fondente e vinacce mangiato alle pendici dell’Etna e l’austerità della pietra vulcanica che la normanna Basilica di Santa Maria impone, proprio di fronte a Santo Musumeci. Un laboratorio che è anche il superamento del luogo comune, purtroppo ben riposto, che vuole la Sicilia roccaforte della granita quanto mediocre nella preparazione del gelato: la maggior parte dei solidi riferimenti sulla prima propongono vaschette rigonfie di basi standardizzate.

E il paradosso si fortifica a Catania e nella sua provincia. Ebbene, guardando il campanile gotico di Randazzo, nell’entroterra catanese, mangerete granite da rimandare alla memoria, innanzitutto. Poi, un grande gelato siculo, verace nei sorbetti come nelle creme, composito nelle texture e emblematico nel pistacchio; si provino l’Oro verde di Sicilia, con pistacchio, zest di mandarino e croccante di pistacchio, e il Pirandello, con mandorla tostata, zest di limone croccante e cioccolato. Il merito è di Giovanna Musumeci (figlia di Santo, maestro scomparso tre anni or sono) che continua a imprimere carattere artigiano dove il buon gelato pare lontano e la bellezza circonda ogni sguardo, con un effetto estraniante.

18. La Gourmandise

gelateria La gourmandise Roma

Roma – La Gourmandise è per noi la migliore gelateria artigianale di Roma. I motivi sono plurimi e vanno dalla dolcezza magistralmente contenuta alla scelta delle materie prime, consultabili sul cartellino di ogni gusto (particolare l’utilizzo di solo latte di capra maltese proveniente dall’azienda Tinte Rosse, a pochi km da Roma), alla loro psichedelica commistione.

Sono ormai anni che Dario Benelli propone abbinamenti innovativi e golosi, perché che non ci si improvvisa gourmand dal nulla: un sorbetto alla mela spadellata al profumo di salvia squisitamente coeso o il delicato lampone all’acqua di rose, un curioso e cremoso avocado e origano o la notevole crema al ginepro con amaretti e mandarino. Guilty pleasure: cioccolato al latte Bahibé 46% Valrhona con sbriciolato al cioccolato amaro e sale, per gli amanti del genere la dose minima è una ciotola da ramen.

17. Officine del Gusto

Pignola di Basilicata (PZ) – Dopo una formazione giuridica ed una parallela svolta in Toscana, mirata all’apprendimento dell’arte della gelateria, Luigi Buonansegna investe tutto nel paese d’origine e nella volontà di valorizzarlo attraverso un gelato di alta qualità, dalle consistenze impeccabili, preparato con ingredienti locali e sostenibili.

Ne è d’esempio la fragola di Candonga, regina delle primizie locali, protagonista in un sorbetto che ne restituisce al palato polposità e dolcezza, con un guizzo acido irresistibile. Splendido l’Omaggio a Caiazzo: setosa crema di ricotta di bufala con albicocche, granella di nocciole e un intrigante sottofondo di umami in polvere di olive di Ferrandina. Reinterpreta così la celebre “Crisommola”, pizza fritta dolce di Franco Pepe.

16. Nano Labo

nano labo treviso

Camalò di Povegliano (TV) – Da Elena Gorghetto e Alessandro Tomao tutto racconta di artigianalità e semplicità negli ingredienti: a partire dall’elenco delle aziende agricole fornitrici divise per i vari gusti di gelato che si trova sia in loco che sul sito. Anche la provenienza delle uova è ben documentata, e arriva dalla fattoria dietro casa. I gusti, meno di venti, scritti a gesso sulla lavagna e divisi tra classici, speciali, vegani e alla frutta. Il gelato all’assaggio fa della caratterizzazione la sua bandiera, come nel caso della ciliegia, che sa di ciliegia matura, con un leggerissimo sentore di spezie e fermentazione che lo rendono speciale.

Una prodezza di consistenza il gelato risi e bisi, che, a fronte di una caratterizzazione più delicata e un po’ spinta sul dolce, presenta chicchi di riso morbidi nonostante la gelatazione, e una cremosità ariosa, come la passata di piselli ben frullata. Menzione d’onore per il cioccolato dominicano dell’azienda Two sides cacao, preparato con massa di cacao, giustamente polveroso, con un retrogusto leggermente fermentato. Finalmente un cioccolato diverso dal solito.

15. Gelateria Artico

Milano – Maurizio Poloni del gelato di qualità ha fatto una missione, tanto da diventare un punto di riferimento, con una propria scuola, per la formazione altamente qualificata rivolta a tutti coloro che vogliono intraprendere la professione delle gelatiere. Attualmente il gruppo Artico annovera punti vendita in molte zone strategiche di Milano: c’è Isola, il quartier generale, Duomo, Città Studi e la recente apertura in zona Solari.

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Non si può che elogiare la medesima attenzione per l’offerta al banco: in primis sul cioccolato, proposto nel divertente cuneese al rum o negli intensi monorigine. La frutta secca, che arriva dalla Sicilia o dalla Puglia, è ben valorizzata in preparazioni gastronomiche che si fanno crema golosa; al pistacchio tostato si aggiunge olio, sale e pepe, per amplificarne cremosità ed intensità. Noi abbiamo fatto il bis di avocado e lime, un ricordo di salsa guacamole a ridotto contenuto di zucchero e alto godimento gustativo.

14. Gelateria De’ Coltelli

Gelateria De' Coltelli Pisa

Pisa e Lucca – Nei più di vent’anni di attività della sua gelateria (ispirata a Francesco Procopio dei Coltelli, creatore della prima della gelatiera della storia, a Parigi), Gianfrancesco Cutelli ha dimostrato di aver trovato da subito uno sfogo per il suo spirito gaudente, usando il gelato come mezzo espressivo per grandi materie prime, locali e non solo, e affrontando temi sulla sostenibilità e le intolleranze in tempi non sospetti.

Ormai totalmente a suo agio nel suo ruolo di “venerato maestro”, non smette però con la ricerca come dimostra un’offerta, e degli assaggi, davvero vivaci e contemporanei per ricerca e contrappunti: noci di macadamia e sale affumicato, il caffè leccese a kilometro zero, “A Serena” con ricotta di pecora, pinoli e miele, e “Pulp Fiction”, capolavoro di acidità e aromaticità a base di polpa di cacao, aceto di mango e pepe.

13. Gelateria Al Polo

gelateria al polo parma

Parma – Tra tanti maestri cresciuti tra mantecatrici e carapine, ogni tanto fa bene scoprire l’approccio di chi proviene da percorsi diversi: è il caso di Alex Erioldi, chef di formazione e vocazione, che dopo la formazione in ALMA si divide tra il sacro e il profano del fine dining di Parma, la tradizione dei Due Platani e l’irriverenza iconoclasta di Terry Giacomello allora all’Inkiostro, da cui ha sicuramente ereditato la perizia tecnica nella gestione delle consistenze e una beffarda noncuranza verso l’ortodossia gastronomica che attanaglia la città.

Ecco quindi materializzarsi tra le carapine The ageing of Parmigiano, una composizione sempre diversa in cui diverse stagionature del re dei formaggi prendono diverse consistenze come crema, crumble o cialde o il “maracuja al Tabasco Chipotle e Mezcal”, acido, piccante e affumicato in persistente equilibrio, pur con meno pathos sui gusti più classici. Al banco Giulia Zanettin accompagna col sorriso anche la clientela meno avvezza alle novità.

12. Gnomo Gelato

Milano – Nell’elegante quartiere di Pagano Francesca Acquaviva, Andrea Bistaffa e Marco Summonte tengono bene la testa della scena del gelato milanese con gelati a filiera corte preparati con latte di cascina e le migliori varietà di frutta, fresca e secca d’Italia. Creme che guardano alla tradizione come il Peccato di gola, stracciatella di cioccolato al latte, caramello al burro francese con sale della Camargue e arachidi salate o più contemporanee con Tè verde matcha giapponese e lunghe note di cardamomo. Un approccio virtuoso che mostra quanto possano fare le gelaterie in tema di spreco e sostenibilità.

11. Gelateria della Passera

Firenze – La creatura di Cinzia Otri non ha certo bisogno di presentazioni, essendo una delle gelaterie italiane più celebrate all’estero. Merito, certamente, della fortunata congiunzione fiorentina che vede molti turisti stranieri mettersi volentieri in coda in questa caratteristica piazzetta a metà strada tra due cartoline come Ponte Vecchio e Piazza Pitti, ma tra le carapine Cinzia non si fa mai trovare impreparata, e non sbaglia un colpo. I suoi gelati tradiscono una golosità istintiva, sostenuta da tecnica impeccabile, e si rivelano altrettanto raffinati e impreziositi di citazioni storiche.

È il caso della Monnalisa, una delle creme storiche della casa, arricchita dagli ingredienti storicamente disponibili nella Firenze del XV secolo: miele di castagno, mele, noci, uvette ammollate nel cognac, acqua di fiori d’arancio, ma il banco della sua minuscola gelateria ne è pieno. Il latte è tutto bio e proveniente da Poggio di Camporgiano, bene in evidenza nel Fior di Ricotta e Fragole, gusto rotondo e vellutato ma dai contrasti vivaci; impeccabili anche i sorbetti, come un mojito vellutato e persistente.

10. Gelaterie Pallini

gelateria Pallini di Seregno

Seregno e Verano Brianza (MB) – I fratelli Alberto e Alessandro Pallini hanno concretizzato nel 1995 una passione per il gelato che parte dall’infanzia, e rappresentano oggi una delle realtà più apprezzate della Brianza. È un piacere scorrere tra i gusti disponibili e conoscere provenienza e fornitori di ogni materia prima: latte, panna e ricotta della vicina Fattoria Dassogno di Rogeno, lo Zabajone al Marsala Vergine di Cantina Martinez e la grande ricerca sui semi oleosi come l’Arachide di Venturina o le Nocciole del Piemonte di Cascina Azii, che ha portato i Pallini al recupero di un antico mulino per macinarli a pietra.

La materia prima senza compromessi caratterizza tutta l’offerta, e ha portato i fratelli a proporre alcuni gusti con ingredienti particolarmente pregiati (con un sovrapprezzo di 50 centesimi, e non sono certo gli unici gelatieri ad applicarlo) come mango e maracuja importati per via aerea o il Pistacchio Verde di Bronte DOP.

9. Gelateria Brunelli

Gelateria Brunelli Senigallia

Senigallia e Aguagliano  (AN) – Paolo Brunelli, Agugliano, classe 1965, è una delle figure più influenti nel panorama della gelateria artigianale italiana. Un ruolo costruito attraverso uno sguardo sempre puntato al futuro, vedi l’ideazione nel nel 2016 l’ideazione del TeAmi, una polvere a base di farina Bóna e fungo shiitake studiata per apportare o esaltare l’umami nel gelato, creando un equilibrio di sapori più profondo e complesso.

L’autorevolezza sta pure nella coerenza e nel profondo legame con il territorio che non smette di celebrare. A Portonovo, baia di fine sabbia immersa nel Parco del Conero, dedica un intenso cioccolato bianco caramellato, con polvere di arachidi e lunghe note iodate di sale di Cervia: edonico ed evocativo. Dai luminosi laboratori di Marzocca e Senigallia si reiscrivono tradizioni nostrane consolidate come quella di correggere il caffè, che qui finisce nel mantecatore con l’alchermes della casa, realizzando una crema che trasuda speziature e il giusto calore alcolico ad ogni paletta. Se esiste uno stile di gelato italiano capace di superare i confini nazionali, lo si può incontrare nella crema Brunelli a base di nocciola di Cravanzana caramellata, intensa e setosa, vera icona di stile da 25 anni, ispirazione per texture e compostezze di parecchie creme che abbiamo incontrato lungo tutto lo Stivale.

8. Gelateria Prossima Fermata

Gelateria Prossima Fermata Milano

Milano – Lontano dalla Madonnina, Curzio Baraggi ha fatto del laboratorio nel quartiere Maggiolina, doppiato da poco con una sede in zona Sarpi, una piccola mecca per il gelato di qualità. La lavagna alle spalle del banco racconta nel dettaglio ingredienti delle preparazioni, calorie comprese, e colpisce anche il consumatore più esigente per l’incredibile varietà di frutta utilizzata per creme e sorbetti: pesche noci e nettarine dall’Emilia Romagna finiscono in un sorbetto soffice e arioso che restituisce completamente il profumo e l’acidità del frutto.

Una mano che sa anche essere delicata, raffinatissima, con l’infuso di karkadè e menta Ma se come noi vi farete tentare anche dal Latte e Biscotti, scoprirete una magnifica crema di latte con generosa farcitura di biscotti di Prosto, specialità della Valchiavenna dal gusto unico di burro e vaniglia, che vi farà sentire felici come bambini.

7. Gelateria Michel

gelateria Michel

Peschici (FG) – Michel Draicchio fa avanguardia dal 1999 nel cuore antico di uno dei borghi più belli del Parco Nazionale del Gargano, nonché area ricchissima di fiori e aromatiche spontanee, agrumeti, ulivi secolari e mandorli e da cui, evidentemente, non smette di farsi ispirare. Largo a more di rovo della Foresta Umbra, profumate arance duretta e limoni femminello IGP in sorbetti soavi che riescono a non intaccare il delicato equilibrio tra dolcezza ed acidità della frutta.

Non si disperde il delicato aroma della poco nota mandorla locale, se accompagnata a una crema audace con aglio fermentato, pane bruschettato e composta d’uva. Incredibile la freschezza e la pulizia al palato dopo una coppetta di gelato di un intenso yogurt di pecora garganica. mantecato con polline di fiori, geleè di the verde e generoso zest di limone fermentato. Potremmo solleticare ancora a lungo le vostre sinapsi raccontandovi per esempio della seducente crema all’olio evo con infusione di aghi e pigne d’Aleppo, miele al rosmarino e note intense di citronella, ma dovrete passare in loco per apprende la profonda passione che nutre Michel Draicchio per il suo mestiere.

6. Magritte

Magritte gelateria Fidenza

Fidenza e Piacenza – I gelati di Gian Luca Cavi non mancano mai di trasmettere un’urgenza, un’energia che deriva dalla necessità di esprimere tutta la sua passione per ciò che è buono, anche al di fuori di mantecatrici e carapine, e l’esperienza formativa da Simone De Feo non poteva che amplificare questa attitudine. Nelle sue creazioni c’è sempre tecnica stratosferica, come hanno ben dimostrato i suoi omaggi ai grandi classici della pasticceria francese, o con l’utilizzo virtuosistico di un ingrediente complesso come l’uovo: assaggiate le sue goduriose creme, sia “all’antica” o in una reinterpretazione come quella tropicale, con cocco e ananas candito, e vi renderete immediatamente conto di essere di fronte a uno dei maggiori artigiani italiani.

E c’è sempre profondità, che si tratti della persistenza infinita della sua zuppa inglese, con l’amaro del cacao e la speziatura dell’alchermes in elegante rincorsa, o dell’attenzione con cui cesella una base diversa per ogni grande materia prima impiegata, che esalta dando ad ognuna consistenze, texture e ariosità perfettamente ponderate. Dal 2024 hanno inaugurato una seconda, e ben più ampia, sede a Piacenza.

5. Soban

soban gelateria valenza

Valenza e Alessandria – Figlio del gelato, Andrea Soban è un fine gastronomo applicato all’attività centenaria di famiglia. O un gelatiere che, nello zelante percorso che lo ha condotto a rendere lo storico laboratorio un riferimento contemporaneo nazionale, della gastronomia s’è fatto esperto. Scriveva su Dissapore quando gli chef non facevano ancora gli autografi e della carapina s’è fatto divulgatore anzitempo. Visitare la sua gelateria con sguardo distaccato non è stato facile, ma l’offerta (o meglio il menu) di Soban è tangibilmente una delle più complete e articolate sul panorama nazionale, la materia prima finanche didattica che fa capolino da ogni ricetta.

Nondimeno, il livello di sorbetti e creme è parimenti altissimo: se molto spesso ci siamo trovati di fronte a un dislivello (penalizzando le valutazioni delle creme), qui regna la maestria, trasversalmente. L’emozione è nel “Tiramisù Targa Florio”, zabaione con il suddetto Marsala riserva e savoiardi artigianali inzuppati nel caffè Guatemala: la bontà, ricercata. Assaggiare poco dopo un mandarino e zenzero all’altezza dei migliori sorbetti siculi è un piacere atipico.

4. L’albero dei gelati

Albero dei Gelati

Monza, Seregno, Cogliate e New York – È dal 1985 che la famiglia Solighetto fanno gelati, ma è con la seconda generazione di Monia e Fabio, insieme ad Alessandro Trezza, che nel 2007 nasce l’Albero dei Gelati, le cui radici ora si estendono fino all’altra parte dell’oceano. Una delle migliori gelaterie del nord Italia, un progetto in cui tutto è retto da un’etica incrollabile. Presidi Slow Food, produttori il più possibile a chilometro zero, fair trade e Mercato EquoSolidale per quegli ingredienti come cacao, caffè o spezie non reperibili in prossimità: un amore, quello per i “loro” contadini che non mancano di raccontare in ogni occasione, inclusa una mostra fotografica in cui li presentano uno ad uno.

Un amore che emerge prepotentemente anche nei gelati, come nell’indimenticabile Nocciola IGP della Langhe, o nei gusti dedicati alla pasticceria lombarda, vedi la Torta Paesana con pane a lievito madre, o il Biscotto Valtellinese con grano saraceno e marmellata di mirtilli. Splendido il lavoro sui sorbetti o “Fiorfrutta” in cui ogni frutto è abbinato un infuso di fiori o erbe raccolte in Valgrana: mandarino e malva, arancia e issopo, limone ed echinacea.

3. Gelateria Liparoti

gelateria liparoti

Trapani e Erice – Liparoti è la Sicilia. La compiuta traslitterazione in carapina dell’ingrediente siculo, colto nella sua sconfinata pluralità e portato allo stremo. Quella di Maurizio Liparoti (ad oggi due sedi, a Trapani e a Erice) è una prospettiva gastronomica squisitamente contemporanea: egli coglie attraverso il gelato il senso profondo del gusto dell’Isola, quello che merita l’attenzione del mondo, escludendone ogni forma d’opulenza e d’eccesso zuccherino, colpendo nell’essenza anche quando le sue ricette sono assai composite.

Così la mandorla si fa base per combinazioni che, a partire da quella texture, dà forma a tutt’altro, l’amaretto e mandarino diventa un signature, la crema Passito concettualizza il concetto di caratterizzazione. E se le ricotte e i cioccolati imbarocchiti con maestria vi frastornano, nel panorama abissale del menu, mirate al sorbetto di melone Cantalupo per poi scindere, definitivamente, un gelato fatto con frutta fresca da tutti gli altri.

2. Papalele

gelateria papalele

Torino – Se vedete una nuova gelateria sul podio di questa classifica, è perché questa è una novità per finta. Noi non abbiamo ancora perso la testa per un sorbetto lampone e kombucha all’ibisco (oddio..), ma soprattutto Emanuele Monero (aka Papà Lele) è l’altro socio di Ottimo!, sempre in questa classifica, che lo scorso autunno ha inaugurato un’insegna tutta sua. La caratterizzazione è finanche maggiore, a voler scomodare un paragone, ma soprattutto è impossibile trovare una ricetta che non abbia un’identità memorabile o un profilo sensoriale di grande spessore, dal sorbetto alla ciliegia avvolgente al Blu di Montenisio, determinatissimo nel deridere i tanti gusti Gorgo & compagnia che goffamente affollano le gelaterie pseudo-contemporanee.

1. Ciacco Lab

ciacco gelateria milano

Milano e Parma – Noi ce l’abbiamo messa tutta per non fare vincere Ciacco, davvero. Nella classifica dei panettoni del 2024 le doppiette non sono mancate, così come le vittorie di “esordienti” (per quanto di lusso, le virgolette sono d’obbligo), ma nel primo anno della rinascita della nostra top 100 delle gelateria, l’eventualità che il vincitore si fosse già classificato come miglior artigiano dei grandi lievitati non ci aveva nemmeno sfiorato. E quando diciamo che ce l’abbiamo messa tutta, intendiamo tutta. 20 regioni, 4 mila e passa chilometri, 10 redattori per svariate centinaia di gelaterie visitate e un’infinità di assaggi, eppure nulla.

Provateci voi a trovare uno che riesca a unire rigore scientifico a una ricerca sensoriale così sistematica. Che riesca a unire i grandi numeri richiesti da una piazza come Milano allo sprezzo del pericolo del proporre gelati all’aglio nero nella ben più tradizionalista Parma, e che dopo 12 anni trova ancora la scintilla nell’innovazione continua, concependo temi che permettano a lui e agli avventori di uscire dalla propria comfort zone, con una precisione di gusti che è diretta espressione della precisione di pensiero.

E se questa primavera potevamo vagamente sperare di non consegnargli l’oro del gelato italiano, Guizzetti ha pensato bene, in corner, di lanciare una nuova linea di 17 gusti costruita attorno a botaniche della stessa famiglia. Lauracce, alloro, cannella e avocado si con-fondono in una crema intensa e piena, dai freschi sentori di oli essenziali e calda spezia. E le Rosacee danno vita ad un magnifico sorbetto in cui fragola, lampone, rosa e geranio, seppur fuse assieme, conservano acidità e profumi, in un equilibrio edonico ed estetico.

Insomma, un caso perso. Pardon, un caso vinto. E se anche in una futura, totalmente ipotetica classifica delle migliori viennoiserie rischierete di trovarlo nelle posizioni più alte, anche lì non sarà stata colpa nostra. È colpa di Ciacco.