- 1. Equimau
- 2. Timballo
- 3. Fiore di latte
- 4. Cremeria Veneta
- 5. Gelateria Pasticceria Montereale
- 6. Oggi gelato
Nella classifica delle 100 migliori gelaterie artigianali d’Italia il Friuli Venezia Giulia compare con un’unica insegna, Esquimau. Prestarsi al gioco di chi sottolinea l’assenza di questo o quell’altro nome ha poco senso, così come dedurre – erroneamente – che la regione del Nordest non sappia vantare bravi gelatieri. Fare una selezione significa inevitabilmente escludere, ma l’esclusione non è sinonimo di scarsa abilità.
Il panorama delle gelaterie artigianali del Friuli dice molto della regione, del suo territorio e del carattere dei suoi maestri artigiani. Se parole come rispetto del territorio e valorizzazione del tipico suonano ormai vuote ripetizioni prive di contenuto, il Friuli dimostra il contrario e a questo aggiunge anche il basso profilo (accompagnato purtroppo – maledizione -da un atavico senso di inferiorità) che porta a non strillare per farsi ascoltare a non sgomitare per apparire.
Gli assaggi compiuti dimostrano un buon livello diffuso, tra città capoluogo di provincia e paesi, e sono il segno di una determinazione comune – magari non del tutto auto-consapevole ma evidente dall’esterno – nel delineare un’offerta che guarda a latterie, aziende agricole e cantine, e che traduce i loro prodotti in gelato. Figo moro, mele, ramandolo e perfino gubana o Biscotto Pordenone sono solo alcuni degli esempi. Per questo, vista la buona abilità, l’invito è ad essere più coraggiosi e spingersi ancora più oltre: formaggi, frutta (ma anche verdure, perché no) e ricette tipiche aspettano di essere interpretate. Accostamenti aspettano di essere sperimentati verso direzioni ancora più decise. E siamo certi che i risultati potrebbero essere assolutamente vincenti e convincenti.
1. Equimau
Podernone – Impossibile non notarla in città – nonostante non sia in pieno centro – grazie alla scelta di un rosso che spicca. Il merito di aver portato l’insegna friulana ad essere una delle (nostre) migliori d’Italia va a Leonardo Ceschin, che dal 1987 ha fatto della sua gelateria un laboratorio di sperimentazione e studio. I gusti – in numero contenuto – guardano al territorio, locale e nazionale, e affiancano ai classici (creme e sorbetti) proposte più creative ma con accostamenti dalla riuscita sicura e privi di voli pindarici.
Gusti puliti, raffinati e vellutati, con una dolcezza felicemente misurata, in particolare per i sorbetti. Note in chiusura. La prima: il gusto della casa, Esquimau (crema di mandorle della Val di Noto, infuso di té Sakura, salsa al lampone), gioca con i cromatismi dell’insegna; la seconda: Ceschin è noto anche come “il musicista del gelato” grazie ad un progetto che unisce sapore e musica nella fase di creazione dei gusti. Comunque la pensiate in merito. L’ultima: l’uso di latte e uova bio di Cansiglio e Dolomiti. Da provare la Meringata (con meringhe e zabaione di produzione propria ma anche la Mandorla della Valle di Noto.
2. Timballo
Udine – Porta il nome del suo fondatore questa storica insegna udinese a gestione familiare, che dall’anno della sua apertura – 1985 – ha saputo rinnovarsi costantemente rinsaldando sempre più il legame con il territorio friulano e i suoi prodotti. Giancarlo Timballo, che nel 2003, insieme ad altri colleghi, ha fondato la Coppa del Mondo della gelateria, guarda contemporaneamente a tradizione e storia locale (è il caso di gusti che si rivolgono alla pasticceria, vedi alla voce Gubana, o agli “spiriti”, vedi grappa Nonino) da una parte, e fiori, spezie ed erbe officinali dall’altra, che lavora con grande finezza.
Se i clienti ordinano – giustamente e meritatamente – il Primo fiore (zabaione e pinoli caramellati), meritano un assaggio tutti i gusti con la ricotta proveniente dalla locale latteria di Coderno, oltre alle creme. Da segnalare anche la pasticceria fredda, con torte e monoporzioni. In uno spazio lindo e onesto che ben poco concede all’autocelebrazione – rivelando del resto il carattere del titolare ma quello dei genti friulane in genere – apprezzabile sono sia la luminosa saletta annessa dove accomodarsi, sia il giardino adiacente alla pasticceria pensato per i bambini ma non solo.
3. Fiore di latte
Gradisca d’Isonzo (GO) – Nell’isontino, la gelateria Fiore di Latte è un riferimento ultraventennale. Il merito va a Roberto Comelli, che nel tempo ha fatto crescere l’insegna non solo in termini di numeri (la folta clientela arriva da tutta la provincia e un paio di anni fa è stata inaugurata la nuova sede, più ampia) ma anche di ricerca e qualità. Scegliere tra i molti gusti proposti nelle vaschette del lungo e lindo bancone non è impresa da poco, tuttavia si comprende subito come tutti abbiano un senso.
Si guarda al territorio (in particolare grazie alla collaborazione con Campagna amica), se ne esce in modo intelligente (varietà di cacao, burro francese, spezie), si concede spazio ai più piccoli (nomi di gusti compresi) e ai più golosi senza tuttavia che le variegature diventino una declinazione di zuccheri in forma diversa. Se la sperimentazione non è troppo spinta, da premiare è una mano particolarmente felice in fatto di dolcezza contenuta e mantecatura. Da segnalare il comodo spazio esterno, con giardino e parcheggio: tutto induce alla sosta e alla degustazione lenta. Il Burro Le Gall e il cardamomo, ma anche il sorbetto al lampone, valgono la sosta.
4. Cremeria Veneta
Brugnera (PN) – Ad una manciata di km da Pordenone, Cremeria Veneta rappresenta un indirizzo che fa ben sperare sulla capacità dei piccoli paesi di provincia di dire la loro in fatto di gelato. L’insegna di Stephane Buosi, aperta a Brugnera da oltre una ventina d’anni, dimostra una buona capacità di valorizzare i prodotti e la storia locale (si veda il Tiramisù di confine), in particolare in relazione alla collaborazione con aziende agricole locali per la fornitura di ingredienti tipici (è il caso della mela friulana o del figo moro). Oltre ai gusti classici, ne compaiono diversi più creativi, che pagano lo scotto di una denominazione molto anni ’90: gusti come Paciugon e Areo, tra il dialetto e l’ironia.
Se altrove suonerebbero un po’ goffi e fuori tempo, magari rischiando di penalizzare l’offerta, qui si perdona tutto, visto l’impegno e la volontà di fare bene. Da segnalare che Cremeria Veneta fa parte dell’Associazione Etica del Gusto, che annovera tra i suoi soci i pasticceri, i panettieri, i cioccolatieri e i gelatieri del Friuli Venezia Giulia più attenti all’aspetto etico del lavoro rigorosamente artigianale. Da provare i gusti mela friulana, caramello al burro salato e cheese cake.
5. Gelateria Pasticceria Montereale
Pordenone – Con quasi 40 anni di storia alle spalle, la Gelateria Pasticceria Montereale è un indirizzo ormai affermano nella città del Friuli orientale. Unica produttrice del Biscotto Pordenone, prodotto a marchio registrato e riconosciuto come tipico dal Mipaaf nel 2004, l’insegna vede proprio nei gusti che raccontano il territorio le sue proposte migliori: è il caso del semifreddo zabaione di Ramandolo, sintesi compiuta con maestria per dosi e consistenza (una nuvola di rara soavità) e della Crema Biscotto, versione gelato del prodotto di pasticceria della casa. L’offerta è, quanto al resto, tradizionale e classica, contando su pochi gusti che variano con la stagione e che affiancano alle creme i sorbetti.
Una dolcezza lievemente sopra le righe è il tratto che accomuna tutta la produzione gelatiera: una firma voluta che tuttavia, se contenuta di più, riuscirebbe a far esprimere al massimo la buona mano artigianale che pure è evidente. Menzione particolare per il servizio: il gelato è accompagnato da crackers dolci e Biscotto Pordenone.
6. Oggi gelato
Udine – Da una decina d’anni Oggi gelato, il marchio fondato da Carmelo Chiaramida, Fabio Pirioni, Andrea Marchettini, rappresenta un compromesso regionevole tra la riproducibilità delle gelaterie a catena e un’artigianalità cui guardano materie prime e lavorazione. Dalla prima insegna di via Paolo Sarpi a Udine, Oggi ha superato non solo i confini friulani, espandendosi in altre regioni, ma ha conquistato Barcellona, Atene e gli Usa. Parlare di territorialità o di gusti espressione del contesto locale è fuori focus: la sperimentazione o la ricerca non sono al primo posto nell’offerta e il Friuli si riconosce solo per riferimenti come Ramandolo o grappa.
Resta il fatto che ci si trova di fronte ad un gelato fatto con ottime materie prime, in cui i gusti – pur passibili di una certa piacioneria – sono ben caratterizzati e persistenti. Il massimo rischio se lo prende la ricotta di pecora, certamente non una prima scelta che farebbe il qualsivoglia avventore, che rivela un ottimo sapore deciso e non per tutti. Menzione per i sorbetti e i gusti con la frutta secca, oltre che per le declinazioni di cioccolato.