Pasticceria Bido, recensione: tappa obbligata a Mestre

Pasticceria Bido è una tappa obbligata a Mestre: che cosa dovete aspettarvi e perché andarci se passate da Venezia, nella nostra recensione.

Pasticceria Bido, recensione: tappa obbligata a Mestre

Ogni città ha la sua piazza che si fa salotto, con porticati sotto i quali passeggiare e vetrine da osservare. E ogni piazza-salotto ha la sua pasticceria di riferimento, davanti alla quale fermarsi, indicare, lanciare a mezz’aria dei “guarda quella torta!” e poi decidere finalmente di entrare. Mestre non sfugge a questo rito. Lì Bido è “la” pasticceria della piazza cittadina, quella che accosta al piacere duraturo e solido di una gola soddisfatta quello più effimero e vanesio del guardare ed essere guardati, commentare ed essere oggetto di commenti, tra tavolini, sedie e piccioni in cerca di briciole d’autore.

Insegna storica presente da oltre 20 anni, Bido sta per Alvaro Bido, titolare e fondatore assieme al fratello Sandro di uno degli indirizzi imprescindibili in terraferma per gli appassionati di dolci, qui declinati in mignon, monoporzione, capisaldi della pasticceria francese, torte e biscotteria.

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La sede mestrina e le sue creazioni rappresentano il punto d’arrivo di un processo che inizia nel laboratorio di Noale (una ventina di km sulla strada per Padova), dove si sperimenta, si studia e dove si tengono corsi di pasticceria per districarsi tra creme, crostate, semifreddi.

Laddove la pasticceria di Venezia rimane arroccata in una classicità identitaria, Mestre – più disinvolta e desiderosa di dar prova della propria abilità – osa. Qui insomma è più facile vedere creazioni moderne, che strizzano l’occhio al cliente tra glasse a specchio, colori spinti e presentazioni in stile gioielleria. Ecco, Bido va esattamente in questa direzione, ma riesce a dosare, fermandosi al momento giusto, un attimo prima che la vetrina si trasformi in una selezione all’ingresso con il sopracciglio alzato.

Ambiente e servizio

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Il volto odierno di Bido è frutto di due restyling, succedutisi a circa 4 anni l’uno dall’altro (l’ultimo risale ai primi mesi del 2019). E se spesso la somma di interventi estetici conduce a risultati raccapriccianti, qui invece l’esito è assai felice. Niente restauri spigolosi, via all’estremo nitore sostenuto da bianchi ottici e grigi a contrasto, assente l’effetto teca museale da osservare a distanza. Se infatti indubbiamente è la vetrina ad attirare sapientemente l’attenzione, con le sue piramidi di macaron in scala cromatica, è tuttavia l’interno ad accogliere in modo piacevole e allegro. Una modernità senza spocchia e accessibile, rafforzata da un servizio cordiale, sorridente, gentile e premuroso, senza affettazione.

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Protagonista assoluto è il bancone, che diventa passerella per una sfilata di mignon, éclair, monoporzione. I bordi sono geometricamente tirati, le stratificazioni impettite, i colori si richiamano e si rincorrono, così come varietà e gusti, che affiancano creme, cioccolato, frutta fresca e secca. A seguire i prodotti da colazione, con i croissant (con marmellata, crema pasticcera o pistacchio, vegani), affiancati da sfoglie all’uvetta, fagottini e krapfen.

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Il contesto induce al consumo lento, comodo: i tavolini, uno stile moderno con rimandi veneziani e qualche dettaglio che vira verso il romantico, le luci calde e i colori che richiamano pastelli e note tenui, complessivamente rendono la sosta decisamente piacevole, con propensione all’assaggio multiplo.

L’assaggio

Pasticceria Bido (21)Tra i prodotti da colazione la scelta cade su una girella con uvette e un croissant con crema al pistacchio. Punto di merito per la temperatura di servizio. Entrambe le sfoglie sono un’ode al burro, gestita sapientemente. Nel primo caso l’uvetta morbida arriva a intervallare la croccantezza di una spirale bella dorata. Nel secondo caso è la crema al pistacchio a fare da spalla alle pieghe burrose della pasta. Morbidamente liquida, ha gusto pieno e non stucchevole. Di buona esecuzione il caffè, cui una lieve punta di acidità non consente di dare il massimo dei voti.

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Dal bancone componiamo un cabaret che comprende una rilettura della classica caprese (con cupola cremosa alla mandorla ad alternarsi all’impasto), una mousse al caffè (con crema al burro), concentrata più di una tazzina, un mignon con ricotta dalle note alcoliche, una mousse al cioccolato che finalmente riesce a far uscire le note aromatiche del cacao non accontentandosi di un’unica voce, un bignè alla crema pasticcera (unico esemplare lievemente inferiore rispetto agli altri, con una consistenza poco convincente del ripieno), una frolla alle noci e crema al burro, in cui la noce riesce ad essere protagonista, un mignon al pistacchio capace di ricordarne l’appartenenza alla categoria della frutta secca e facendone dimenticare le declinazioni iperdolci. Su tutto, la minifrolla al cioccolato, ganache al fondente, perle di cioccolato al latte: consistenze declinate in un mignon gioiello.

Opinione

pasticcerie

Moderno, accogliente e con prodotti che dimostrano una governo della tecnica senza sfociare nel tecnicismo, la pasticceria Bido è una tappa obbligata a Mestre. Ampia la scelta, con una varietà che non è esercizio di stile.

PRO

  • Servizio molto cortese ed efficiente
  • Un bancone estremamente ricco, che difficilmente delude
  • Contemporaneità rara sul territorio

CONTRO

  • Un impiego più deciso di frutta fresca può rendere il luogo ancora più meritevole
VOTO DISSAPORE: 8.5 / 10
Voto utenti
Pasticceria Bido
Pasticceria Bido
Pasticceria Bido, Piazza Erminio Ferretto, 3, 30174 Venezia, VE, Italia