Torino: quattro locali da non perdere per il The Guardian (e cosa ne pensiamo noi)

In occasione del Kappa Futurfestival, il The Guardian suggerisce un weekend a Torino, con quattro locali da non perdere: ecco quali sono e cosa ne pensiamo.

Torino: quattro locali da non perdere per il The Guardian (e cosa ne pensiamo noi)

Torino torna a essere un punto di riferimento per la vita notturna internazionale, un po’ come accadeva qualche tempo fa: perlomeno così la pensa il The Guardian, che racconta appuntamenti e locali da non perdere in città in occasione del weekend del Kappa Futurfestival, uno degli appuntamenti più importanti dell’estate festaiola torinese, con 50mila persone che sabato 6 e domenica 7 luglio invaderanno gli spazi di Parco Dora per ascoltare la musica di settanta deejay diversi.

Tanto basta (e ci crediamo) al The Guardian per suggerire ai più giovani e non solo un bel weekend a Torino, definita da Colin o’Brien una città “senza la quale l’Italia sarebbe un Paese totalmente diverso”. Per la sua storia, per le sue montagne, per il suo nonsoché parigino. E, tra una visita al Museo del Cinema e una di rito al Museo Egizio, o un salto al Museo dell’Automobile, il The Guardian non manca di citare quattro locali da non perdere: siamo più o meno tra i grandi classici, nessuna trovata straordinaria, ma in fondo ci sentiamo di dire che è una buona selezione per un turista che viene per la prima volta in città, e vuole andare ad assaggiare qualcosa di buono in qualche indirizzo sicuro. Ecco quali sono i locali selezionati da Colin O’Brien e cosa ne pensiamo anche noi.

SiVuPlé

SiVuPlé Torino

Tra i tantissimi locali di San Salvario, il The Guardian sceglie SiVuPlé, proprio per confermare al turista quel nonsoché francofilo di cui parlavamo prima. Una “petit épicerie/bistrot”, con prodotti squisitamente francesi e una selezione di vini di piccoli produttori. Un bellissimo banco di formaggi, foie gras e senape di ogni tipologia, sidri, champagne e birre artigianali: un approdo sicuro per chi ama i gusti della Francia o ha voglia di un tagliere non banale all’aperitivo. Ideale anche per gli acquisti.

Purché non si arrivi da Oltralpe: se c’è una cosa che non abbiamo mai sopportato è il turista italiano che cerca la pasta al pomodoro anche a Capo Nord.

Orso Laboratorio Caffè

Orso caffè Torino

Come si fa a non voler bene a Orso? Un posto che, finalmente, ha insegnato ai Torinesi a bere buon caffè, a far distinzione tra origini ed estrazioni. Orso è diventato il punto di riferimento per il Caffè Specialty a Torino senza supponenza, con il fare divertente e l’aspetto di un luogo di ritrovo elegante e alla moda, tanto che è frequentato sia da giovani hipster che dai signori della città, quelli che chiedono “semplicemente” un espresso al banco e, in questo caso, ne ottengono uno davvero buono.

Cianci Piola Caffè

In effetti, Cianci è perfetto per un turista straniero che viene in città per il Kappa Futurfestival. Giovane, affollato, divertente e con un compendio di cucina tradizionale piemontese che rappresenta una perfetta base di partenza con cui farsi una panoramica dell’enogastronomia locale. Ci si siede ai tavolini di una piazza IV Marzo brulicante di gente (sempre che si riesca a trovare posto, vi consigliamo vivamente di prenotare in anticipo), e si ordina un piatto di tajarin.

L’Imbarchino

Questa è un’estate decisiva per il Parco del Valentino di Torino: concessioni non rinnovate (vedi alla voce Fluido), chiusure contestate (vedi alla voce Cacao) e il conseguente rischio che il polmone verde della città torni, come un tempo, terra di spaccio, degrado e delinquenza. Per questo tutti pongono enormi speranze nell’estate dell’Imbarchino, uno degli storici locali del parco affacciati sul Po. Da sempre informale, divertente, nottambulo e alla mano, l’Imbarchino quest’anno si apprestava a diventare uno dei punti di riferimento della zona, con una programmazione estiva di cinema all’aperto che – ahinoi – pare che non si farà per motivi di sicurezza. Chissà che questa sferzata di ottimismo da parte della stampa estera non aiuti le sorti del locale. Noi, indipendentemente da come si mangia (non abbiamo ancora avuto occasione di provare la nuova gestione della cucina), facciamo il tifo per loro.

[Foto: Chiara Cavalleris per Dissapore]