Al tempo dei socialcosi l’anonimato dei curatori è il primo argomento per lo spot di una guida

Se decidessero che l’unità di misura dell’intelligenza è l’ironia per qualcuno sarebbe una brutta sorpresa. Specie se collaboratore del Gambero Rosso, e (sfortunatamente) specie se giovane.

A inacidire l’ardimentosa nuova ondata del GR è stato un post di Dissapore che sotto il titolo “I curatori della guida ristoranti del Gambero Rosso devono restare anonimi” elencava le loro fotografie.

Ma quel titolo non era altro che una citazione dello spot per la guida ristoranti 2012 del GR, da pochi giorni in libreria. Controllate voi stessi nel secondo video. Mentre il post, amici plutocrati del GR, voleva condividere con voi un dubbio tormentoso:

Davvero pensate che al tempo dei socialcosi l’anonimato dei curatori sia il primo argomento per lo spot di una guida?

Tuttavia, purché il confronto non degradi in un pollaio, perfino noi editor di Dissapore siamo disposti a fornire camuffamenti alle nostre riconoscibili persone. Guardate il primo video e che nessuno abbia a dubitare che l’anonimato è troppo cliché.

[Crediti | Primo video: riprese e montaggio di Lorenza Fumelli]