Cru…do rè, l’anti-sushi napoletano

Napoli, Piazza Vittoria. A due passi dal mare e a pochi metri dal famoso negozio di cravatte “Marinella”, affollato come non mai, è stato aperto il 16 dicembre un nuovo ristorante. Saranno le feste di Natale a riempire le strade di Napoli ma non mi capitava da tempo di vedere un ristorante così pieno all’ora di pranzo. Cru…do rè, il crudo del re. Gianni Lotti, 32 anni, non è alla prima apertura in città. Poco più avanti, davanti al Molo Beverello, il porto principale di Napoli, gestisce la Taverna do’ rè. Dai nomi dei due locali intuisco una palese nostalgia per i tempi andati e la cosa mi verrà confermata dallo stesso Gianni Lotti.

Il ristorante Cru...do rè di Napoli

A Napoli i nostalgici della monarchia sono tanti, sì lo so sembra incredibile. Sarà il ricordo dell’ultimo re di Napoli, Francesco II di Borbone, ghiotto di lasagne al punto da guadagnarsi il soprannome di “Re Lasagna”, che ha governato qui a Napoli fino al 1860, anno in cui fu costretto all’esilio.

Rivendica la napoletanità della sua cucina, Gianni Lotti. “Le persone entrano nel mio locale e mi chiedono, fate il sushi? Ed io rispondo provocatoriamente, cos’è il sushi?”

In Spagna, in Francia, in Italia, soprattutto in Puglia e anche qui a Napoli abbiamo grandi tradizioni per i crudi di pesce, per i nostri frutti di mare, perché dobbiamo cercare altrove cose che già abbiamo…”

Gli antipasti del ristorante Cro...do rè di Napoli

Il locale è arredato con gusto, tutto in chiave moderna. Al piano inferiore, fra cartoni di vino e cantinette refrigerate, c’è un grazioso privé con un unico tavolo per dieci persone. Dall’ingresso del locale subito si scorge il grande banco con il pescato e i frutti di mare in bella vista. Non a caso nel menù, alla voce “secondi”, c’è scritto “interagire con lo chef”….

Lo chef è Adriano Civitillo, nativo della vicina Bacoli, luogo dove proliferano i vivai di frutti di mare. Sul mio tavolo arriveranno direttamente dal suo banco una serie di antipasti. Si comincia con delle ostriche, prima una al gratin e poi tre varietà diverse nel classico piatto rettangolare. Belon du Belon, Bretone e Gilardeau Cadoret. Poi il mare di Napoli con le nostre mazzancolle, le fasolare, i tartufi di mare, alici marinate e calamari fritti.

I frutti di mare del ristorante Cru...do rè di Napoli

Altro piatto con tre tartare, di tonno e spinaci, branzino e porro e bandiera all’aceto e verdurine.

Rinuncio ai primi e non interagisco con lo chef per i secondi, mi aspetta un “tour de force” gastronomico non da poco durante le feste ma anche perché i tanti antipasti mi hanno convinto che la qualità dei prodotti è ottima al Cru…do rè.

Avrei fatto lo stesso per il dolce ma mi lascio convincere e sarà una vera sorpresa.

Pasquale Crimaldi, giovane chef con esperienze all’isola d’Elba, Amsterdam e Borgogna, me ne preparerà due che non sfigurerebbero in un grande ristorante, la “Mela stregata” e il “Semifreddo di pastiera”.

I frutti di mare del ristorante Cru...do rè

Avrei potuto bere “al bicchiere” ma ho scelto di bere un ottimo greco di tufo di Benito Ferrara, Vigna cicogna.

Tutto per 40 Euro vino incluso (i dolci mi sono stati offerti).

La zona di Napoli dove è stato aperto il Cru…do Re offre alternative interessanti.

“Terrazza Calabritto” di Enzo Politelli si trova nella stessa piazza e offre una buona cucina di pesce. Poco più avanti, dopo Marinella, c’è “Radici”, ristorante specializzato in piatti legati alla tradizione partenopea elaborati in chiave moderna. Più all’interno, a qualche metro dal salotto di Napoli, Piazza dei Martiri, c’è “Coco loco”, pochi coperti e una cucina di mare a prezzi non proprio competitivi.

Nella stessa zona ci sono anche due ottime offerte “sushi”. Il Jap-one di Roberto Goretti, primo ristorante sushi a Napoli, aperto 8 anni fa e sicuramente il miglior indirizzo cittadino nella categoria, e un nuovo locale di recente apertura, il “Giappo”. Dal sito è intuibile che non sarà mai il locale preferito di Gianni Lotti, titolare del Cru…do rè.

E poi? A pochi metri sul lungomare ci sono decine e decine di pizzerie ma trovarne di paragonabili a quelle rinomate del centro storico è una pia illusione.

E poi? E poi vedo Francesco II di Borbone, il “Re lasagna”, in sella al suo cavallo vagare nella zona alla ricerca del suo piatto preferito e andare via deluso…