Da Peppe a Rotonda: elogio delle osterie poco mediatiche (e della melanzana rossa)

Collocare Rotonda sullo stivale è un esercizio d’ingegno non banale. Facile essere fighi e famosi quando lavori sotto i riflettori di Roma, Milano o Napoli. Qui siamo nel Parco nazionale del Pollino, il più esteso d’Italia, in provincia di Potenza ma al confine con la Calabria. Gestione familiare dal 1980, Da Peppe è un posto del cuore. Peppe De Marco vive in cucina, timido ma appassionato quando parla dei piatti che riempiono le sue giornate. Se esiste un cuoco anti-mediatico questo è lui.

31 anni senza un giorno di ferie, con accanto la moglie Angela e in sala le due figlie Antonella (24) e Flavia (27). Un’osteria così è quanto di meglio per trasmettere il senso di un luogo. Genuinità, sorriso e cura nella presentazione della cucina che la rappresenta. Siamo nella patria della melanzana rossa di Rotonda dop, ma non dite in giro che qui se ne mangiano di magnifiche perché il Consorzio di tutela è parecchio fiscale (nella foto, le due a sinistra sono stadi intermedi del prodotto finale, che vedete sulla destra).

La cucina, esente da svolazzi, è solida, riconcilia con il concetto elementare di gusto. Del tortino di melanzana rossa di Rotonda e patate con cuore di pecorino, per dire, ne avrei mangiato la porzione bastevole a una squadra di rugby.

Arrivati gli antipasti misti, per un momento ho avuto la tentazione di ordinarne a oltranza. Quando di tanti piattini non ce n’è uno fuori posto, messo lì tanto per, l’eco del manico ai fornelli arriva forte e chiaro. Tortino di patate, peperoni, melanzane e zucchine ripiene, padraccio (caprino) arrostito. Con i peperoni cruschi, a forza di lodare, mi son venuto a noia da solo.

Il tris di primi consigliati dal cuoco viene via a 12 euro: tra raviolini alle punte d’ortica, spaccatelle alle melanzane rosse e scaglie di caciocavallo podolico, zuppa di poverelli bianchi (un fagiolo locale) e polvere di peperone di Senise, come caschi, caschi bene. Stessa musica per i secondi (tra baccalà alla griglia con purea di fave e agnello con patate). In chiusura, torta di melanzane rosse di Rotonda. Buonissima, opera di Flavia, prossimo aiuto del padre in cucina.

Che la saga continui.

Finale con consiglio a un bel po’ di ristoratori che conosco: venite qui tipo corso di aggiornamento, potreste imparare una volta per tutte come si sta in sala. Carrellino portapiatti incluso.