Manna, quello dei cassetti che **zzo c’entrano

Disclaimer: questo cinetico chef lo conosco già, ci torno e ci ritorno a mangiare da lui, quindi lo apprezzo. Non ne ho mai scritto e non sarò per nulla obiettivo. E poi mi sono imborghesito … Ragion per cui non starò a ridire che ha i baffi strong in giù e che sembra un motoretta-dipendente, perche’ la lambretta ce l’ha parcheggiata spesso fuori dal locale, e lo capisce anche un piccolo fan della Parodi che il tizio va con il vespino in giro per i colli.

Che poi non si capisce perche’ non gliela fregano ‘sta moto, in quel lugubre e invivibile quartiere dove Matteo Fronduti ha piazzato la sua bancarella. Luogo che ho frequentato e che frequento, schivando i pugnali volanti, non solo per mangiare.

Comunque.

Anche dopo le millantavolte tu entri e la prima cosa che vedi sono i cassetti che escono dal muro. Considerato che, per congenita timidezza, la bontà del personaggio stenta un po’ a trasparire non ti viene da chiederglielo secco … ma una domanda tipo: “‘zzo centrano ?” te la fai.

Poi ti siedi e arrivano un paio di croccantezze salate mentre vociano sottovoce le comande. Non arriverà il pane per precisa linea editoriale, mettiti il cuore in pace e non rompere l’anima.

Questa sera lo chef l’abbiamo un po’ ammansito e facciamo una simil-degustazione su misura, con 3 primi e 3 anti scelti a bubu (perché bubu?) … poi chi avrà fame continuerà. Terrina di luccio, polenta taragna, scorza di limone e capperi: ingresso equilibrato e di tranquillo titillar di papille.

Trancio di gallinella in saor come da Mirandolina: bella la lucida consistenza del Chelidonichthys Lucernus (per non ripetere gallinella) e un saor che, grazie Signore grazie, non stanca per eccessiva sinuosità. Poi scoppia il casino nel porcile e il relativo incendio lascia una pancia di maiale affumicata, con erbe amare e rafano. Con il contrasto maiale e rafano si comincia a fare a cazzotti con serietà.

Lo sgombro marinato dei passatelli in umido, ceci e peperoncino fresco lo puoi solo amare di quella passione travolgente e totalizzante che per esempio non si vede nel video molto osè di Belen Rodriguez con il suo ex fidanzato. Oppure lo puoi odiare, ma allora non mangiarlo proprio. Di sicuro non puoi chiedere a uno sgombro marinato di celiarsi dietro a un paio di ceci. E nemmeno a dieci.

Pausa.

“Crapa pelada l’ha fa i turtei, gha na da menga ai so’ fradei, i so’ fradei fan la fretada gha na dan menga a crapa pelada” è nota canzoncina lombarda che gioca sul matrimonio tra coltelli e fratelli. Qui invece il matrifratricidio è tra zucca e zenzero ma pare vincere la zucca che riempie il tortello tostato, forse un zic troppo dolce. Sopra, in attesa, la vongola intanto disorienta.

Non ci fossero i dolci certo il risotto bagoss e porcini sarebbe degnissima chiusura della serata, cremoso come poco altro abbia mai visto nella mia gioventù.

Ma i dolci ci sono e il mio tasso di fighezza presunta mi spinge a non sentire consigli … castrarmi con il cioccolato fondente caldo (privo di note dolci, grazie Signore grazie) e il sorbetto di cachi è un amen.

Poi cedo alla tentazione e mi sciolgo, come tanti, di fronte a una ficata (testuale) di cui non parlero’ per manifesta inferiorità.

… fine del disclaimer. Inizio recensione classica.

Bel posto con quel tono di sfacciato understatement che non guasta, un sogno in carne e ossa a gestire, volteggiando, la sala. Perla di un quartiere meno brutto di quel che si dice. Rapporto qualita’ prezzo inarrivabile, si parcheggia facile, citofonare Gianna ore pasti.

Ristorante Il Manna
P.le Governo Provvisorio 6
20127 Milano
tel. 02 26809153

[Crediti | Link: Manna, immagini: Maurizio Camagna]