(The Times They Are a-Changin’) Mangiare al Sole di Ranco con 50 euro

Un secolo e mezzo di ristorazione. Tutto in una vecchia locanda, “La locanda del sole”, dove la famiglia Brovelli ha iniziato la sua attività, trasformata nel tempo in uno dei migliori ristoranti italiani, nonché rinomata dimora della catena Relais & Chateaux. Limitarsi alla ristorazione non rende giustizia a questo luogo incantevole. Siamo a Ranco, sul lago Maggiore. E se il buongiorno si vede dal mattino, la colazione al “Sole” è un vero spettacolo. Filo diretto con la cucina, cornetti, torte, brioches, pasticcini, marmellate, cose degne di una grande pasticceria.

In cucina c’è Davide Brovelli, in sala la moglie Cristina e uno dei più ispirati sommelier italiani, Ivano Antonini. Molto ricco l’aperitivo. Formaggella del lago di Monate con cipolla rossa – Gelatina alla mela con cozza – Uova di quaglia affumicata – Foie gras alla milanese al Porto – Filopizza, parmigiano e caffè, polenta.

“Mani libere allo chef “è il mio credo quando c’è da fidarsi. Sarò ampiamente ripagato. Non poteva mancare l’omaggio al lago distante pochi metri, con la “Trota salmonata affumicata, midollo e ravanelli”.

Avviso ai naviganti: se capitate da queste parti non perdete la “Zuppa Pavese”: Uovo a 60 gradi, ricci di mare e lardo croccante. Un’altalena di sapori, dal sapido del lardo alla dolcezza del riccio passando per la delicatezza dell’uovo.

Il risotto è il tipico piatto del nord Italia anche se non tutti sanno che siamo stati noi napoletani i primi in Italia a coltivare il riso in maniera estensiva, intorno al 1300. Poi, grazie alle ottime relazioni esistenti fra gli Aragonesi e gli Sforza, i Visconti, fu introdotto anche in pianura padana, in particolare nel vercellese. A ciascuno il suo, parlo solo del prodotto, il merito di aver saputo elaborare la migliore ricetta è da attribuire esclusivamente agli abitanti di questa regione.

La sa lunga anche Davide Brovelli, il suo “Risotto Carnaroli invecchiato due anni “alla Milanese”, spuma di parmigiano” è uno dei pioù convincenti che abbia mangiato finora. All’ospite in sala il compito di terminare la mantecatura unendo la spuma di parmigiano al risotto.

Il “Muscolo, biancostato e patate pietrificato” sarà un degno ponte fra un grande risotto e gli ottimi dolci del Sole di Ranco.

Dopo lo chef, non posso che estendere la fiducia preventiva al sommelier, trattandosi di Ivano Antonini.

Colli del Limbara 2008 – Ruinas di Depperu è un vermentino della zona di Gallura.  Pochissime bottiglie in circolazione che andrebbero scovate,  personalmente ero fermo al “Capichera”, il più famoso vino della zona. A seguire un grande Verdicchio prodotto solo quando l’annata consente la vendemmia tardiva delle uve.bE’ il Verdicchio di Matelica 2006 – Mirum de La Monacesca. La migliore annata in assoluto per questo vino marchigiano.

Ho espressamente chiesto a Ivano Antonini una “puntata” in Francia per accompagnare degnamente il risotto alla milanese. Discreto il Faugères 2003 di Clos Fantine, nella zona dell’ Hèrault, ma è capitato di bere cose anche migliori da quelle parti. Torniamo in zona con il Ghemme 2004 – Bricco Balsina di Ioppa. Un’altra bella scoperta, Nebbiolo con una piccola percentuale di Vespolina. Anche il Passito di Pantelleria “Dietro l’isola” 2006 di Salvino Gorgone è un altro consiglio per gli acquisti.

Il Sole di Ranco è un posto di classe, con la piacevole sorpresa di un conto più accessibile di come lo ricordavo. E non solo nei due menù degustazione: quattro e sei portate a 80 e 100 Euro.

Oggi è possibile accedere alla cucina di Davide Brovelli con cinquanta euro, anche se solo con un primo, un secondo e un dessert. Un segno dei tempi.