C’è la crisi: guida all’Oktoberfest 2012 (de noantri)

C’è la crisi: guida all’Oktoberfest 2012 (de noantri)

La modernissima caratteristica dell’Oktoberfest è l’avere confini variabili, perché nessuno è d’accordo sui suoi confini: in certi taccuini da beer-lovers le pagine segnate in rosso vanno dal 22 settembre al 7 ottobre, in altri dal 17 settembre al 3 ottobre. Ma gli ecumenici (come noi) se ne infischiano, la “festa d’ottobre” è adesso, approfittiamone.

Non la sto facendo facile, benché l’idea di infilarsi nel bengodi con 6,5 milioni di altri esponenti del genere umano, tra smisurati Festhalle (i padiglioni delle birrerie storiche di Monaco), brezn e hendl (pretzel e pollo bavaresi) e procaci bedienung (le cameriere dalle mani prensili, chiamate in scollacciato gergo maschile kellerine), sia molto attraente, c’è pur sempre la crisi e bisogna essere riflessivi. Altro che goliardia.

Ecco allora un simpatico modo per convertire l’alcolico evento tra le 4 mura di casa, anche se privati dello stimolo del confronto col diverso da sé .

ARREDO.
Una bella tavolata in legno andrà benone, meglio sbarazzarsi dalle sedie e procurarsi un paio di panche, scomodissime ma più conviviali. Appendete festoni, coccarde e gagliardetti in stile finale mondiale, quelli del 2006 vanno benissimo (per i nostalgici una chiamata alla mamma e riavrete quelli dell’ 82). Vietate le vuvuzela.

MUSICA.
Qualsivoglia folk rimandi anche vagamente alla vita bucolica, tutto il Rino Gaetano possibile, per dire. Musica tedesca in purezza? Evitare in vista di pronunce traditrici durante i cori alticci (“hey, ma tu sei mai stato in Germania?”).

STOVIGLIE.
Più sono rimediate meglio è. Importante invece la scelta dei boccali che devono essere soprattutto capienti.

MENU’.
Se la versione originale prevede i mitici brezel, gli involtini involtini baden baden (asparagi con prosciutto racchiusi nella pasta sfoglia) fino al superclassico stinco di prosciutto e crauti, si potrebbe rispondere con gnocchi di patate in stile Knödeln, coscio di maiale tipo Haxn, e immancabili salsicciotti genere Knack o Bockwurst. Bene anche focaccia, piadina e affettati doc che fanno sempre festa.

E ORA LE BIRRE.
Chiniamo umilmente il capo al cospetto dei maestri, ma alcuni birrifici artigianali nostrani hanno ben interpretato le tipiche bavaresi. Ne propongo tre:

Birra Sveva del birrificio Grado Plato.
Immancabilmente bionda, la sveva è la classica lager a bassa fermentazione, gradevole, solo leggermente amara, che pulisce dal residuo unto dei salsicciotti. Leggera e limpida consente quel bicchiere in più che in simil-Oktoberfest non stona. Classificata 5 stelle dalla GUIDA ALLE BIRRE D’ITALIA 2009 Edizioni SLOW FOOD, la sveva è la prima ricetta del birrificio piemontese.

Phoenix del birrificio Maltovivo.
Chiara leggermente torbida. Tipologia “marzen” lager, per chi non sapesse, la varietà prodotta appositamente per l’Oktoberfest. I suoi 5,5° di volume sono stemperati dalla dolcezza del malto. Poco impegnativa, nel senso che un bicchiere in più non fa danni.

BI Weizen dei Birrificio Italiano.
Il top delle Weizen italiane. Orgoglio della produzione lombarda, la BI è polo d’attrazione aspirazionale per gli amanti delle bavaresi di frumento. Rinfrescante e pannosa resta leggera (5°) senza troppo interferire con il pasto.

Un’amica con indosso il costume da bedienung completerebbe a dovere l’atmosfera. Voi chiedete, in caso la risposta, anche un po’ sprezzante, fosse “sì, ma ti voglio in completo bavarese con bretelle, braghe corte di cuoio e senza calze”, abbozzate. Cosa non si farebbe per l’Oktoberfest de noantri.

[Crediti | Immagine: Telegraph]