Cucina e cocktail gourmet: sicuri che siano sostenibili?, chiede la Fao

In occasione della Giornata della Terra la Fao punta il dito contro gin e ricette che prevedono l'utilizzo di piante selvatiche vulnerabili.

Cucina e cocktail gourmet: sicuri che siano sostenibili?, chiede la Fao

Ma siamo proprio sicuri che il nostro pregiatissimo gin con cui ci prepariamo il cocktail della buonanotte o quel piatto di cucina gourmet che abbiamo mangiato quella volta nel pluristellato siano davvero sostenibili? Se lo chiede la Fao che, in occasione della Giornata della Terra, punta il dito contro l’utilizzo di piante selvatiche vulnerabili, anche in cucina.

“Potreste non rendervene conto, ma numerosi prodotti realizzati con piante selvatiche vulnerabili sono probabilmente sparsi per casa vostra”, inizia la Fao. Noci del Brasile, liquirizia, gomma arabica: sono diversi gli esempi fatti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura per spiegare i rischi legati al commercio di ingredienti vegetali selvatici. In particolare, in un rapporto sul tema, la Fao individua dodici specie da salvaguardare che sono comunemente nascoste nei prodotti di uso quotidiano, alimentari o cosmetici. Sono l’incenso, il Pygeum, la Shea (ampiamente utilizzata nell’industria alimentare come equivalente del burro di cacao), il Jatamansi (pianta perenne e aromatica che cresce nell’Himalaya), la Gomma arabica, il Goldenseal (anche conosciuto come lampone macinato), la Candelilla (utilizzata per le gomme da masticare), l’Arganm, la Noce del Brasile, la Liquirizia, il Ginepro e il Baobab.

Il rapporto che viene rilasciato proprio nel mezzo di un’impennata della domanda globale di ingredienti vegetali selvatici (un aumento di oltre il 75% in valore negli ultimi due decenni). Ed è proprio a causa di questa nuova popolarità che ora migliaia di specie sono a rischio principalmente a causa della perdita di habitat, nonché di altri fattori come il cambiamento climatico.