A due anni dalla chiusura rinasce lo storico birrificio Elav

Insieme a nuovi soci e imprenditori, Antonio Terzi riprende il suo ruolo di birraio nel birrificio: l'inaugurazione è prevista per il 26 settembre.

A due anni dalla chiusura rinasce lo storico birrificio Elav

La notizia era stata diffusa durante le feste del dicembre dell’anno scorso, un vero regalo di Natale per gli appassionati di birra artigianale: lo storico marchio Elav annunciava il suo ritorno, e ora, pur con qualche mese di fisiologico ritardo, la promessa è mantenuta.

La nuova cordata di imprenditori uniti per salvare il birrificio, con a capo della produzione il birraio e fondatore Antonio Terzi ce l’ha fatta, e dal 26 al 29 settembre si riparte con un evento in cui si potranno finalmente riassaggiare tutte le birre che avevano contribuito al successo di Elav.

La rinascita di un birrificio storico

elav birrificio esterno

La storia di Elav inizia nel 2003 tra le mura del mitico Clock Tower, pub di Treviglio da dove la scena della birra artigianale locale ha preso le mosse, per poi avviare la propria produzione nel sito produttivo di Comun Nuovo. Il birrificio si è subito dimostrato versatile negli stili e vivacissimo dal punto di vista imprenditoriale, facendo di Elav un marchio conosciuto dagli appassionati e non solo: motivo per cui l’improvviso annuncio della chiusura dopo vent’anni colse tutti di sorpresa.

Nonostante la crescita e l’espansione, un laconico post sui social a marzo 2023 annunciò la chiusura, a causa di problemi economici  latenti da anni ed esasperati dal Covid. Antonio Terzi ha poi raccontato il suo personale percorso di rinascita successivo a quella dolorosa battuta d’arresto: “Non avevo più nulla, nè una casa, nè una macchina, non sapevo dove andare perciò sono tornato in Toscana, dove sono nato, e ho ricominciato dalla terra. Per assurdo è stato bellissimo. Nonostante la sofferenza, il senso di umiliazione, ho potuto ripartire da zero, ho guidato trattori, potato vigneti, fatto il cuoco e ho rivisto tutti i miei errori”.

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Poi è arrivata la chiamato di Giorgio Donadoni, imprenditore bergamasco noto per aver guidato con successo la Comac, che, insieme ai suoi vecchi soci, ha acquisito il birrificio all’asta e ha riportato Terzi come mastro birraio nel “suo” birrificio. Donadoni ha sottolineato l’importanza del progetto: “L’investimento è significativo, un milione di euro, ma questa è un’eccellenza del nostro territorio che non poteva essere lasciata andare”. La visione è chiara: “Non vogliamo semplicemente rifare quella birra, dobbiamo riportarla al mercato di oggi, con clienti più consapevoli e senza poter sottovalutare il mercato estero, sia in Europa che negli Stati Uniti”.

Il nuovo impianto a Comun Nuovo mantiene la sala cotta originale, ma migliora osmosi, infustamento e imbottigliamento. Roberta Locatelli, responsabile della comunicazione e socia, ha dichiarato: “Nel suo periodo migliore a Comun Nuovo si facevano 7 mila ettolitri l’anno, l’idea è di arrivare quanto prima a replicare quella quantità, ma l’impianto è in grado di produrre anche molto di più”. Per l’inaugurazione, dal 26 al 29 settembre, saranno disponibili tutte le birre storiche come Grunge, Punks, No War, Free Jazz, Pils e Techno, con nuove etichette ma la stessa “anima, ispirata alla musica”. Il sito ospiterà anche un vero e proprio shop e un’area degustazioni ed eventi, senza per ora l’idea di aprire un locale.