The oldest trick in the book, lo chiamerebbero gli inglesi. E non un book a caso, badate bene, ma uno di quelli con la B maiuscola. In un recente studio giapponese si legge: “Molto prima che Gesù ci riuscisse, i popoli antichi avevano capito come trasformare l’acqua in vino”. Come, scusi?
Produciamo vino da 8000 anni circa, quindi decisamente da prima che Ponzio & friends decidessero di appendere a una croce il figlio del Capo. Chiaro, non si usavano rotofermentatori e il dibattito su legno piccolo contro legno grande era magro e forse nullo, ma pur sempre di vino si tratta; e alcuni tasselli sono rimasti – con le dovute proporzioni – più o meno gli stessi. Come il Saccaromyces Cerevisae.
Come si trasforma l’acqua in vino?

Il Saccaromyces Cerevisae è un lievito tuttora ampiamente utilizzato nel processo di fermentazione, tant’è che è volgaremente noto come lievito di birra. È improbabile che i nostri antenati utilizzassero uva fresca per la fermentazione alcolica, ma secondo i ricercatori il lievito nostro protagonista è ben più abbondante nell’uva passa, che si qualifica quindi come veicolo promettente per la produzione di vino.
Gli scienziati hanno essiccato dei grappoli d’uva per 28 giorni, utilizzando incubatrici, il sole e un mix di entrambe le soluzioni; e infine immerso in acqua l’uvetta risultante per un periodo di due settimane. Tutti e tre i campioni di uva passa “hanno fermentato e prodotto concentrazioni di etanolo significativamente più elevate”, si legge nello studio. Insomma: acqua che si trasforma in vino.
C’è un “tecnicamente”, è chiaro: se non fosse così parleremmo di miracolo e non di scienza. E badate bene, di scienza si tratta: c’è la presenza di zucchero e un lievito che se ne ciba, producendo alcol. Trattasi di fermentazione alcolica, per l’appunto. C’è un’altra domanda che però può sorgere spontanea: è possibile replicare questo medesimo processo con un fai-da-te?
Wataru Hashimoto, responsabile del team di ricerca, ha pensato a tutto. La sua risposta è nitida e scoraggiante: no. “Questo metodo funziona solamente con uva non trattata, come quella dell’antichità” ha spiegato. “La maggior parte dell’uvetta acquistata in negozio ha un rivestimento oleoso che impedisce la fermentazione”.
