Acqua minerale, in Italia corrono i consumi: +6,4% in cinque mesi

Corrono i consumi di acqua minerale, che di fatto registrano una crescita del 6,4% in valore nei primi cinque mesi del 2022.

Acqua minerale, in Italia corrono i consumi: +6,4% in cinque mesi

Continuano ad aumentare i consumi di acqua minerale: stando alle più recenti rilevazioni di NielsenIQ le vendite tramite il canale della grande distribuzione organizzate sono cresciute del 6,4% in valore e del +4,7% in volume nei primi cinque mesi dell’anno corrente. È quanto emerso da un’indagine redatta dall”Osservatorio di Nomisma dedicato al settore delle acque minerali, che di fatto ha preso in esame mille acquirenti italiani di acqua confezionata.

Bottiglie acqua

Si segnala, nel contesto delle nuove tendenze, una crescita del 20% in valore sulla vendita delle cosiddette acque funzionali, ossia quelle arricchite di elementi “utili all’organismo come vitamine e minerali, ma anche acido ialuronico ed estratti di erbe e frutta”: seppur sottolineando che si tratta comunque di una nicchia, il rapporto evidenzia come il consumo di questo particolare tipo di prodotti è destinato ad ampliarsi, con il 13% degli intervistati che di fatto dichiara di avere intenzione di provarle nei mesi a venire. Va considerato però che i prossimi mesi – e il futuro in generale – appaiono quanto mai complicati per il mercato in questione, vuoi per l’inflazione galoppante o per le previsioni di consumo al ribasso per quanto riguarda la spesa alimentare – un calo che verosimilmente si paleserà all’arrivo della stagione fredda, quando finirà l’effetto trainante di vacanze e turismo per i consumi fiori casa.

Notevole, infine, il miglioramento sul fronte estero: il primo trimestre del 2022 si conclude con un +33% su base annua, con gli Stati Uniti che di fatto si confermano come primo mercato internazionale grazie in primis all’export di minerale frizzante (89% dell’export totale italiano a valore). Ottimi risultati anche nel Regno Unito  (+77%), Svizzera (+23%) e Germania (+12%); mentre le esportazioni verso la Francia rimangono stazionarie.