Acqua piovana, i livelli di PFAS sono troppo elevati: berla non è più sicuro

Nell'acqua piovana di tutto il mondo i livelli di PFAS sono troppo elevati: secondo gli scienziati, dunque, non è più sicuro berla.

Acqua piovana, i livelli di PFAS sono troppo elevati: berla non è più sicuro

Non è più sicuro bere l‘acqua piovana in nessuna parte del pianeta: questa, in pochissime parole, è la conclusione tratta da uno studio portato avanti da un team di ricercatori dell’Università di Stoccolma, che ha analizzato i livelli di PFAS, o sostanze perfluoro alchiliche, nelle precipitazioni di tutto il mondo traendone risultati a dir poco inquietanti. Stando a quanto si può leggere nello studio in questione, poi anche pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Science & Technology lo scorso 2 agosto, questi composti inquinanti e nocivi per la salute dell’uomo sarebbero infatti ormai diffusi in tutta l’atmosfera, e in nessun luogo la semplice acqua piovana può essere considerata sicura al consumo.

pioggia

Se il termine “PFAS” non vi è nuovo non ci stupiamo affatto: si tratta di sostanze diffuse anche in imballaggi plastici e apparecchi elettronici, e piuttosto recentemente colossi del calibro di McDonald’s e Burger King si sono trovati ad affrontare cause legali per la loro presenza negli imballaggi. Durante la produzione di questi articoli o nel loro semplice uso quotidiano le PFAS vengono rilasciate nell’aria, diffondendosi di fatto nell’atmosfera per poi precipitare sulla superficie terrestre attraverso… beh, come avrete immaginato, le precipitazioni.

Diversi studi hanno connesso le PFAS ad alcune forme di tumore, un calo di fertilità e perfino ritardi nello sviluppo per i più piccoli: in questo contesto, i ricercatori svedesi hanno sottolineato come il loro livello nell’acqua piovana ha di gran lunga superato quello consigliato dall’Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti e gli standard dell’Unione europea, ed evidenziato come di fatto la loro presenza sia scarsamente reversibile – basti pensare che vengono sovente chiamate “forever chemicals” proprio perché impiegano moltissimo tempo a decomporsi.