Agitu Ideo Gudeta è stata uccisa per uno stipendio non pagato

Pare che abbia confessato l'omicida di Agitu Ideo Gudeta: la donna è stata uccisa da un collaboratore a causa di uno stipendio non pagato.

Agitu Ideo Gudeta è stata uccisa per uno stipendio non pagato

Già ieri i Carabinieri avevano confermato che la morte di Agitu Ideo Gudeta, la rifugiata etiope che aveva fondato l’azienda La Capra Felice, era imputabile a un omicidio. Oggi arriva la conferma: pare che il suo assassino abbia confessato il crimine. Secondo quanto trapelato, Agitu Ideo Gudeta sarebbe stata uccisa da un collaboratore per uno stipendio non pagato.

La donna era stata trovata morta ieri sera nella sua camera da letto al secondo piano nella sua casa di Maso Villalta a Frassilongo, nella Valle dei Mocheni, in Trentino. Subito i Carabinieri avevano parlato di omicidio e adesso la loro ipotesi è stata confermata.

A seguito di un lungo interrogatorio, infatti, un uomo ghanese di 32 anni ha confessato l’omicidio di Agitu Ideo Gudeta. L’uomo è un pastore e collaboratore dell’azienda agricola biologica La Capra Felice. Al momento si sarebbe giustificato sostenendo che avrebbe ucciso la donna per uno stipendio non pagato.

Agitu Ideo Gudeta era una rifugiata etiope: era fuggita dal suo paese a causa degli scontri sociali e minacce ricevute dal suo governo. Era così approdata fra le montagne del Trentino e qui aveva avviato un progetto di recupero di razze rustiche autoctone (in particolare la capra pezzata mochena) e dei terreni abbandonati. Era così nata l’azienda agricola La Capra Felice che alleva capre e produce formaggi caprini e prodotti cosmetici a base di latte di capra.

Dalle 15 capre originarie, Agitu era arrivata alle attuali 150, aggiungendovi anche 50 galline ovaiole. Tuttavia la vita per Agitu non era stata facile neanche qui in Italia. Nel 2018 aveva subito minacce e aggressioni a sfondo razziale. Tuttavia a gennaio scorso, l’uomo di Frassilongo di 54 anni responsabile delle lesioni e degli atti persecutori (oltretutto vicino di casa di Agitu), era stato condannato a nove mesi di reclusione.

A giugno scorso, poi, Agitu, nonostante la pandemia da Coronavirus, aveva deciso di aprire in piazza Venezia a Trento la Bottega della Capra Felice.