Quasi il 90% dei sussidi all’agricoltura causa danni alla natura e alla salute umana, avverte un nuovo rapporto dell’Onu. Eppure i finanziamenti alle industrie agricole e di allevamento sono in aumento: perciò gli esperti delle Nazioni Unite chiedono un radicale riutilizzo dei finanziamenti governativi verso soluzioni agroalimentari sostenibili, che non provochino inquinamento e anzi contribuiscano a combatterlo.
In un nuovo rapporto pubblicato dall’Onu in occasione del vertice mondiale sui sistemi alimentari che si è tenuto a fine settembre New York, gli esperti hanno chiesto una revisione degli attuali sussidi agricoli. Secondo la valutazione, compilata dagli organismi delle Nazioni Unite FAO, UNDP e UNEP, l’87% di tutto il sostegno annuale del governo alle industrie agricole “distorce i prezzi, l’ambiente e gli obiettivi sociali”.
I sussidi includono dazi all’importazione e sostegno all’esportazione, nonché incentivi fiscali. Nel rapporto, l’ONU li ha descritti come “inefficienti” e “spesso iniqui, perché antepongono le grandi imprese agricole ai piccoli agricoltori, gran parte dei quali sono donne”. Inoltre, a dispetto di tutti gli obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti e dei vari Green Deal, i finanziamenti spesso finiscono ad attività agricole che contribuiscono alle emissioni di gas serra e alla deforestazione.
Secondo le statistiche della FAO, l’allevamento è il settore a più alte emissioni di CO2 di tutti quelli dell’industria agricola, causando il 18% delle emissioni mondiali. Dati separati pubblicati da un recente rapporto Meat Atlas hanno rivelato che solo 5 aziende di carne e latticini insieme contribuiscono a una quota maggiore di emissioni di gas serra rispetto alle grandi compagnie petrolifere come Exxon e BP.
Invece fondi dovrebbero essere destinati ad aiutare i paesi a basso reddito a spostarsi verso un’agricoltura sostenibile. “I governi hanno ora l’opportunità di trasformare l’agricoltura in un importante motore del benessere umano e in una soluzione per le imminenti minacce del cambiamento climatico, della perdita della natura e dell’inquinamento”, ha detto il direttore esecutivo dell’UNEP Inger Andersen.