Agricoltura, in Lombardia è allarme siccità: “Bisogna cambiare il modello agricolo”

In Lombardia la siccità è sempre più un problema, e Legambiente propone che l'intero sistema dell'agricoltura venga rivisto.

Agricoltura, in Lombardia è allarme siccità: “Bisogna cambiare il modello agricolo”

Non nevica e, soprattutto, non piove: in Lombardia l’intero settore dell’agricoltura è tenuto al guinzaglio da una siccità sempre più opprimente, con gli agricoltori che non possono fare altro se rivolgere gli occhi al cielo e aspettare che scendano le proverbiali due gocce d’acqua.

agricoltura industriale

Peccato che, nella situazione attuale, due gocce non sarebbero comunque sufficienti. In condizioni normali il settore agricolo della Lombardia si è sempre affidato all’abbondanza d’acqua dei grandi laghi regionali: senza neve, però, c’è il rischio concreto che non ci sia acqua sufficiente per le coltivazioni d’agosto, come quella del mais che è particolarmente esigente. E il Po non è di certo messo meglio, con un livello che gareggia con quello solitamente registrato a Ferragosto. Comincia (o forse è già tardi? Ma non vogliamo essere pessimisti) a essere sempre più chiaro che occorre immaginare un modello che non dia per scontato la presenza d’acqua, e che possa funzionare anche nel caso della sua assenza; e nel caso della Lombardia, stando al parere del responsabile scientifico di Legambiente Damiano Di Simine, questo significa modificare quasi del tutto gli ordinamenti colturali.

“Quando il settore domanda perché ha bisogno d’acqua, si aprono le dighe dei laghi e la si fa arrivare. Ma la sfida di questo sistema, adesso, è arrivare al mese di agosto” spiega Di Simine. “Dobbiamo prepararci a dare una mano all’agricoltura. Quando con la siccità tutta l’acqua che c’è viene dirottata sui campi agricoli si va a prendere anche l’acqua dai fiumi che poi restano tirati a secco: allora sì che andremo incontro a un problema ecologico molto grosso, con danni enormi per vegetazione e zone umide”.

Un’agricoltura meno idroesigente, in parole povere. Come arrivarci, però? “Oltre a sviluppare tecniche di irrigazione più attente a non sprecare acqua bisogna anche pensare a modificare le scelte su cosa seminare” dichiara Damiano Di Simine. “Bisognerebbe virare su colture che non abbiano bisogno di un fortissimo accesso idrico che potrebbe non essere più sempre disponibile”.