Agriturismi: Coldiretti chiede alla Regione Lombardia lo stato di calamità

Coldiretti Lombardia ha chiesto alla Regione di attivare lo stato di calamità per gli oltre 1.600 agriturismi del territorio.

Due mesi di chiusura forzata causa emergenza coronavirus hanno messo in ginocchio il mondo degli agriturismi, a tal punto che Coldiretti Lombardia ha chiesto alla Regione di attivare lo stato di calamità per gli oltre 1.600 agriturismi del territorio.

I picchi in alcuni casi sono arrivati fino al -100% di attività. Secondo l’associazione, è necessario anticipare quindi la ripartenza per queste strutture, per le quali il lockdown – stando all’ultimo Dpcm – durerà fino al 31 di maggio. Un duro colpo, che viene solo in parte attenuato dalla vendita diretta a domicilio di prodotti e piatti pronti.

È necessaria un’anticipazione dell’apertura – fa sapere Coldiretti Lombardia – che consenta a questo comparto di poter ripartire all’inizio di maggio, riaprendo i cancelli della cascine, i percorsi naturalistici e gli spazi a tavola dove assaggiare le specialità della tradizione contadina dell’enogastronomia Made in Italy. Gli agriturismi, infatti, si trovano in campagna, in strutture familiari e lontano dagli affollamenti, con spazi adeguati per i posti letto e a tavola: per questo sono forse i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche.

Nel frattempo, Coldiretti è impegnata nel realizzare un piano, con risorse economiche di sostegno e misure straordinarie di intervento, che preveda l’annullamento delle imposte locali e della tassa di soggiorno, la semplificazione burocratica sulle norme edilizie comunali per l’adeguamento delle strutture alle nuove norme di sicurezza, la possibilità di una regolamentazione comune e omogenea in tutte le regioni d’Italia per l’attività di consegna a domicilio e asporto.