Agroalimentare: l’import globale raggiunge il record di 1,8 trilioni a causa dei prezzi elevati

Le importazioni di beni agroalimentari hanno raggiunto un nuovo record assoluto a causa dei più recenti aumenti dei prezzi.

Agroalimentare: l’import globale raggiunge il record di 1,8 trilioni a causa dei prezzi elevati

Il valore complessivo delle importazioni globali della filiera agroalimentare hanno raggiunto, nel corso di quest’anno, il record storico di 1,8 trilioni di dollari – il problema, tuttavia, è che il dato in questione non è necessariamente legato al fatto che la gente stia consumando più cibo, ma ai più recenti dei prezzi alimentari dovuti (tra le altre cose) ai rincari dei costi di trasporto e di produzione. È quanto emerge da un nuovo rapporto della Fao, che per l’appunto ha sottolineato quanto sia preoccupante il fatto che molti Paesi – in primis quelli più vulnerabili – stiano “pagando di più ma ricevono meno cibo”. Nello specifico, l’organizzazione prevede inoltre che il conto globale delle importazioni aumenterà ancora di 51 miliardi di dollari (di cui ben 49 a causa dell’aumento dei prezzi).

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Il rapporto in questione precisa inoltre che i Paesi meno sviluppati subiranno una contrazione del 5% nel conto delle importazioni alimentari, mentre l’Africa subsahariana e il gruppo dei Paesi in via di sviluppo importatori di cibo netto dovrebbero registrare un aumento dei costi totali nonostante una riduzione dei volumi importati. “In considerazione dell’impennata dei prezzi, delle preoccupazioni per il clima e dell’aumento delle incertezze di mercato derivanti dalla guerra in Ucraina, le ultime previsioni della Fao indicano un probabile inasprimento dei mercati alimentari e delle bollette delle importazioni alimentari che raggiungono un nuovo record” ha commentato a tal proposito l’economista della Fao Upali Galketi Aratchilage. 

Per tamponare l’emergenza, la Fao ha proposto un Fondo per il finanziamento delle importazioni alimentari atto a sostenere i Paesi a basso reddito che di fatto potrebbero non riuscire più a salvaguardare la propria sicurezza alimentare. In questo contesto, è importante (ma preoccupante) notare che i Paesi in via di sviluppo, nel loro insieme, stanno riducendo le importazioni di cereali, semi oleosi e carne – sintomo di un’incapacità di far fronte all’aumento dei prezzi.