Agroalimentare, nel primo trimestre del 2022 l’export italiano è cresciuto del 19%

Nei primi tre mesi del 2022 il settore agroalimentare ha messo a segno una crescita del 19% su base annua per quanto concerne l'export.

Agroalimentare, nel primo trimestre del 2022 l’export italiano è cresciuto del 19%

La filiera agroalimentare dello Stivale mette a segno una nuova ottima performance nell’ambito dell’export, raggiungendo, nel corso dei primi tre mesi del 2022, un valore complessivo di mercato di 13,8 miliardi di euro con una crescita su base annua del 19%. Si segnala, in questo contesto, un ottimo incremento degli affari soprattutto verso Regno Unito (+28%), Paesi Bassi, Polonia e Germania (+9%); con il vino (+18%), i derivati dei cereali, i prodotti lattiero-caseari, prodotti dolciari e oli e grassi che di fatto dominano la classifica dei prodotti più fortunati.

Frutta e verdura

È quanto emerge dal più recente rapporto redatto da CREAgritrend, il bollettino trimestrale messo a punto dal CREA, con il suo Centro di Ricerca Politiche e Bioeconomia; che pone la luce dei riflettori anche sulle importazioni, aumentate di fatto del +33,2% rispetto allo stesso trimestre 2021, con Brasile (+48%), Spagna e Paesi Passi (oltre il 30%) che si distinguono come principali partner d’affari per lo Stivale. Si segnala, nel contesto dell’import, la forse crescita di oltre il 55% di cereali e del gruppo “cacao, caffè, tè e spezie”, del 27% di “oli e grassi” e di prodotti ittici, lattiero-caseari e carni. Analizzando le conseguenze della guerra in Europa dell’Est, invece, si registra già un calo dell’import agroalimentare dall’Ucraina (-13% rispetto a marzo 2021) e dell’export verso la Russia (-oltre il 30%).

In generale la performance economica è stata positiva, con un aumento netto del PIL sia nei confronti del trimestre precedente (appena dello 0,1%) che rispetto al primo trimestre dell’anno passato (con un più che rispettabile +6,2%) soprattutto grazie alla crescita del valore aggiunto di agricoltura (0,7%) e industria (4,8%). Diminuisce, però, la spesa complessiva delle famiglie (-0,9% su base annua), segno delle difficoltà determinate dagli aumenti generali dei prezzi.