Alba, nominati i primi tre saggi del tartufo

L'Accademia del tartufo nel mondo ha nominato i primi tre saggi del tartufo: si tratta di Gerard Chevalier, Mauro Carbone e Mario Palenzona.

Alba, nominati i primi tre saggi del tartufo

Nella cornice d’eccezione di Palazzo Martinengo a Monforte d’Alba, immersa nelle nebbie di Langa, l’Accademia del tartufo nel mondo ha nominato i primi tre saggi del tartufo: si tratta di Gerard Chevalier, maìtre du truffe francese ed esperto conoscitore del tartufo italiano, Mauro Carbone, direttore del Centro studi nazionale del tartufo d’Alba e direttore dell’Ente Turismo Langhe Monferrato e Roero, e Mario Palenzona, già direttore dell’Istituto per le piante da legno e l’ambiente di Torino.

Tartufo bianco d'alba

In occasione della cerimonia i saggi Chevalier e Palenzona hanno presentato uno studio storico-scientifico sulla vita del tartufo bianco del Piemonte, esplorando le sue radici storiche e biologiche e analizzando le più moderne tecniche di produzione in serra. Giuseppe Cristini, promotore dei saggi e direttore dell’Accademia, ha commentato la nomina lasciando emergere l’emozione per un piano più lungimirante: “Per rendere felici i palati e le menti, servono cultura e competenza”, ha dichiarato. “Italia esporta emozioni, questo deve essere il ruolo del made in Italy e il tartufo deve essere il re della qualità nel nostro Paese”.

La nomina a saggio, chiaramente, comporta anche delle responsabilità. Sono sei gli impegni richiesti loro dall’Accademia: tracciare linee programmatiche e azioni da porre in atto per promuovere, tutelare e incentivare, in ambito europeo, la presenza sul territorio delle specie di Tartufo tipiche di ogni areale di produzione; sostenere e indirizzare con forza i valori e le tecniche della moderna Tartuficoltura in favore del futuro della produzione tartufigena europea; seguire e studiare nei Paesi di più storica tradizione, l’evoluzione passata e presente della cultura e  degli ambienti di produzione dei tartufi, con particolare attenzione ai casi involutivi; contribuire a far chiarezza tra sedicenti e comprovati “esperti” del settore, mediante la promozione di un riconosciuto Albo professionale dedicato; promuovere la nascita di una “Scuola europea del Tartufo” dedicata alla ricerca e al consumo del tartufo; redigere per il Ministero e le competenti Istituzioni europee un rapporto periodico sullo stato del “mondo del Tartufo”.