Alcuni grandi chef stanno smettendo di cucinare sui social per contrastare la fame in Sudan

Una squadra di grandi chef "interrompe" le proprie ricette sui social, per ricordare di una crisi umanitaria dimenticata. Lo scopo è ensibilizzare sulla crisi umanitaria in Sudan.

Alcuni grandi chef stanno smettendo di cucinare sui social per contrastare la fame in Sudan

Ormai non ci facciamo nemmeno più caso, guardare una ricetta sui social è un passatempo come tanti, e il cibo uno dei tanti contenuti fagocitato dagli algoritmi, sintomo del nostro benessere e di quanto l’insicurezza alimentare sia lontana dal nostro mondo.

Stavolta però, lo chef di turno si interrompe e la preparazione resta incompiuta: quello che per noi può essere poco più di un fastidio è un simbolo della privazione del cibo, la cosa più simile, fortunatamente, alla fame con cui ci potremo mai frequentare.

Ricette Interrotte” è la campagna di sensibilizzazione di “Cucina per la vita” iniziativa che vede protagonisti alcuni tra i più noti chef italiani, uniti per sostenere la campagna UNHCR “Torniamo a sentire”, con l’obiettivo di raccogliere fondi per aiutare i rifugiati e gli sfollati in Sudan, Ciad, Etiopia e Sud Sudan, Paesi dove conflitti, crisi climatica e tagli agli aiuti umanitari mettono a rischio milioni di vite.

Come funziona ricette Interrotte

 

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A sostenere il progetto c’è una parata di grandi chef con una serie di ricette potenzialmente molto interessanti ma di cui, per ora, non possiamo vedere l’esecuzione.

Si tratta di Francesco Apreda con le sue Polpettine all’estratto di ragù napoletano; Barbara Agosti con la ricetta del Minestrone estivo; il duo Alessandra e Roberto Casamenti con i Cappelletti estivi della Romagna toscana; Cristina Bowerman con la Falsa pizza di sedano rapa; Luciano Monosilio con Pomodoro, Gazpacho e Latte di Cocco; Roy Caceres con Ceviche, mais, spaghetti; Cesare Battisti con Risotto al limone e rosmarino.

Una squadra che Laura Iucci, direttrice della raccolta fondi di UNHCR Italia, ringrazia sentitamente: “desidero innanzitutto ringraziare di cuore tutti gli chef che, con entusiasmo e generosità, hanno scelto di affiancarci in questa iniziativa. Il loro contributo è prezioso perché ci aiutano ad accendere i riflettori su crisi dimenticate di cui si parla poco ma che stanno causando un’enorme sofferenza per centinaia di migliaia di persone”.

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Continua Lucci: “i tagli stanno soffocando l’intero sistema di risposta umanitaria, condizionando pesantemente la nostra capacità di offrire protezione, assistenza e speranza. Siamo dinanzi a una crisi profonda che colpisce l’umanità, mina la sicurezza e ha un impatto fortissimo sui bambini. Con la campagna ‘Torniamo a sentire’ facciamo appello alla generosità di tutti, perché, come ricordano gli chef nei loro video, salvare vite non è un’azione che si può lasciare a metà”.

La campagna UNHCR “Torniamo a sentire”, di cui “Cucina per la vita” fa parte, sta cercando di colmare un vuoto mediatico preoccupante: in un occidente in cui i conflitti si moltiplicano, il Sudan e la sua crisi umanitaria rimangono invisibili, nonostante dati terribili: quasi 13 milioni di persone in fuga, 1 milione di rifugiati che rischiano di perdere completamente l’assistenza alimentare.