Alghero, blogger si riprendono mentre pescano in acque proibite: scatta la denuncia

Due blogger in vacanza ad Alghero si sono ripresi mentre pescavano in acque proibite: le forze dell'ordine hanno avviato le indagini.

Alghero, blogger si riprendono mentre pescano in acque proibite: scatta la denuncia

Pesca in acque proibite, vendita dei pesci catturati nei ristoranti del posto, doccia e lavaggio dell’attrezzatura utilizzata in una fontana pubblica. No, non si tratta di bracconieri consumati, ma di due blogger che hanno deciso di riprendere e condividere il loro primo giorno di vacanza ad Alghero, Sardegna: una decisione – quella di documentare il tutto – che si rivelerà piuttosto sciagurata (oltre che poco intelligente, fatecelo dire). Il video, infatti, è stato intercettato dagli agenti delle forze dell’ordine, e la denuncia da parte della dirigenza dell’Area marina locale è ormai questione di tempo. Identificare i due, dopotutto, è un gioco da ragazzi: nelle registrazioni non si sono minimamente preoccupati di evitare di riprendere la targa del furgone, che risulta perfettamente leggibile.

pesca

Le clip, come accennato, raccontano dell’arrivo in Sardegna e di una battuta di pesca subacquea nelle acque di Capo Caccia: uno dei due protagonisti emerge con una cernia di oltre 10 chilogrammi a cui andranno poi ad aggiungersi altre due prede. Una chiamata ai genitori per vantarsi di quanto catturato, poi passeggiata in centro per vendere il pescato a un ristorante – lo stesso locale in cui, dopo una doccetta rinfrescante in una fontana pubblica, i due decidono di cenare.

“Pescare in area marina protetta” ha commentato il presidente della commissione Ambiente, Christian Mulas, in seguito alla visione del video “vendere il pesce illegalmente in un ristorante, fare la doccia e lavaggio attrezzatura su marciapiede pubblico, campeggiare abusivamente in un luogo non autorizzato, documentando tutto come fosse una normale situazione giornaliera e credendo che ad Alghero non esistano le regole: questo è accaduto ieri”.

Fonte: Il Fatto Quotidiano
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