Tra il mese di luglio e quello di agosto il settore dell‘alimentare dovrebbe subire ulteriori rincari dell’1,7% che spingerebbero la crescita dei prezzi alla produzione verso una crescita del 14,9% su base annua: è quanto emerso dalla più recente indagine redatta da Unioncamere con la collaborazione di BMTI e REF Ricerche presso le Centrali di Acquisto della GDO per 46 prodotti alimentari monitorati, che di fatto sottolinea rincari a due cifre soprattutto nel caso di olio di semi (grande protagonista della classifica dei rincari, +40,9%), pasta di semola (+30%), riso (+19,4%), olio di oliva (+33,1%), burro (+25%) e farina di grano tenero (+25,4%).
Restando nel contesto dei dati della ricerca di Unioncamere, rispetto a maggio e giugno costerà di più acquistare il latte a lunga conservazione (+6,7%), la mozzarella (+4,7%), la passata di pomodoro (+4,3%), il tonno all’olio di oliva (4,1%), i legumi in scatola (+4,3%) e l’ormai onnipresente olio di semi (+4,1%). I prodotti che invece hanno accusato i maggiori rincari nel mese di giugno presso le Centrali di Acquisto della GDO, invece, sono – di nuovo – l’olio di semi (+5,8%), lo yogurt (+3,5%), i legumi in scatola (piselli e fagioli +2,7%) e il prosciutto crudo (+2,2%).
Calo affatto generoso solamente per la carne fresca di pollo (-2,7%), dovuto in primis al rientro dei prezzi che si sta registrando nelle fasi a monte della filiera dopo le tensioni nei primi mesi dell’anno, e di suino (-1,9%). Preoccupante, infine, notare che su base annuale l’inflazione per il mese di giugno è pari al 13,5%; mentre di fatto le prime anticipazioni indicano che il tasso di inflazione alimentare al consumo rimarrà ben superiore al 9% per l’intero periodo estivo.