Alimentazione: dubbi sui limiti di sicurezza UE per l’acrilamide nel cibo

L'organizzazione europea dei consumatori sostiene che le attuali norme di sicurezza Ue per l'acrilamide nel cibo siano insufficienti.

hamburger senza carne

Non avete mai sentito parlare dell’acrilamide, e il solo nome vi risveglia incubi legati alla chimica del liceo? Nessun problema: dovete sapere che si tratta di una sostanza cancerogena che può svilupparsi con la cottura eccessiva (come frittura o abbrustolimento) di zuccheri e proteine. Esiste un sistema Ue che riduce l’esposizione dei consumatori educandoli a un’alimentazione corretta, ma secondo l’organizzazione europea dei consumatori mostra alcune lacune che andrebbero colmate.

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Safe – questo il nome dell’organizzazione di cui sopra -, sulla base di un’analisi condotta sui casi segnalati negli ultimi due anni, denuncia un indice di contaminazione da acrilamide da 4 a 5 volte superiore a quanto ammesso oggi nell’Unione Europea, e pertanto chiede l’istituzione di “limiti certi e chiari di contaminazione seguendo il principio di massima precauzione”. La richiesta alla Commissione europea è quella di rivedere il provvedimento del 2017 che stabilisce l’obbligatorietà per i produttori di alimenti come biscotti, patatine e cracker di “misure di mitigazione” – che però variano in base a parametri come la dimensione e il tipo degli stabilimenti di produzione – e di misure di controllo da parte degli Stati.

“Con gli attuali livelli e con quelli proposti dalla Commissione la probabilità che i nostri figli possano assumere una quantità pericolosa per la loro salute sono molto elevate” ha commentato la segretaria generale di Safe Floriana Cimmarusti.