Allevamenti intensivi, la proposta delle Ong animaliste: “Chiudiamoli per risparmiare energia”

Rinunciare agli allevamenti intensivi, notoriamente energivori, per combattere la crisi energetica: ecco la proposta di alcune Ong animaliste.

allevamenti intensivi

Rinunciare ai cosiddetti allevamenti intensivi così da tamponare gli effetti della crisi energetica (e magari già che ci siamo pure quella climatica): questa, in soldoni, è la richiesta all’Unione europea formulata da una coalizione di Ong animaliste e ambientaliste, che sottolinea come l’attuale modello produttivo – nel contesto degli allevamenti – sia di fatto profondamente insostenibile, energivoro e anche crudele dal punto di vista del benessere animale. In altre parole la coalizione – formata da BirdLife, Compassion in World Farming, l’Ufficio europeo per l’ambiente (European environmental Bureau – EEB) e Four Paws – insiste che le autorità governative europee e dei singoli Stati membri dovrebbero “staccare la spina” dagli allevamenti industriali, complessi sistemi di produzione che in questo periodo di crisi necessitano di enormi sussidi per continuare a operare.

allevamenti mucche

“In tutta l’Ue, i governi stanno adottando misure per il risparmio energetico, tra cui lo spostamento della pressione sui consumatori” affermano le Ong sopracitate. “Tutti i governi europei hanno finora ignorato l’elefante nella stanza: l’allevamento industriale, che è altamente energivoro”. Un’affermazione che trova risonanza nel fatto che i produttori di carne di pollo avrebbero avvertito che un’eventuale riduzione della fornitura di energia li porterebbe a “uscire dalla produzione entro 18 mesi” – un chiaro indizio che dipinge tali allevamenti come profondamente responsabili di enormi consumi energetici. Rimane da sottolineare, tuttavia, che chiudere del tutto questi sistemi potrebbe portare a un ulteriore aumento dei prezzi al consumo: la natura relativamente “a basso costo” di queste pratiche di allevamento, per quanto deplorevole e crudele, è una delle colonne portanti dell’intero sistema agroalimentare.

“È ora che i governi smettano di tenere in vita l’allevamento industriale” ha commentato Olga Kikou, responsabile di Compassion in World Farming EU. “Sfrutta gli animali senza pietà, ha conseguenze catastrofiche sul nostro pianeta e comporta enormi costi di consumo energetico”.