Allevamenti, la risposta allo stress da caldo potrebbe essere la modifica del DNA

Gli allevamenti da latte e da carne sono minacciati dal caldo sempre più estremo: la soluzione potrebbe essere la modifica del DNA.

Allevamenti, la risposta allo stress da caldo potrebbe essere la modifica del DNA

Durante l’estate scorsa abbiamo avuto modo di raccontarvi come le condizioni di caldo estremo e la prolungata siccità avessero determinato importanti tagli produttivi negli allevamenti italiani: gli animali, infatti, avevano reagito a questa situazione di stress mangiando meno e bevendo molta più acqua; costringendo anche gli allevatori a intervenire avviando gli impianti di ventilazione o aprendo le docce, determinando un ulteriore aumento dei costi di produzione. Le carte in tavola, d’altro canto, parlano chiaro, e ci sono tutti i presupposti per pensare che l’estate scorsa non sia una mosca bianca in un mare di temperature moderate, ma un chiaro sintomo di una tendenza preoccupante e che necessita di una soluzione concreta – una soluzione che, di fatto, potrebbe essere rappresentata dalla modifica del DNA.

allevamento

In altre parole, la “chiave” per la risoluzione del problema riposa nei geni per l’adattamento al caldo già presenti nel DNA di alcuni capi di bestiame, che potrebbero di fatto essere trasferiti nel genoma delle razze più diffuse e attualmente impiegate negli allevamenti. La teoria, messa a punto dagli esperti del Dipartimento di Scienze animali, della nutrizione e degli alimenti (DIANA) dell’Università Cattolica di Piacenza, è di recente apparsa sulla rivista Animals; e parte dal presupposto che entro fine secolo la perdita di produzione globale causata dal cosiddetto “stress da caldo” ammonterà a circa 40 milioni di dollari l’anno.

In questo contesto, la genomica può aiutare a salvare gli allevamenti fungendo fondamentalmente da “acceleratore” sui tradizionali programmi di miglioramento genetico, già ampiamente impiegati negli allevamenti di tutto il mondo: ad esempio da alcuni bovini dei Caraibi si potrebbe “estrarre” uno slick che determinerebbe nei “pazienti” l’accorciamento del pelo e una serie di cambiamenti fisiologici che li renderebbero più resistenti al caldo. Troppo pericoloso? Non si direbbe: esperimenti di questo genere sono già stati condotti con esemplari della razza Frisona in Florida con gran successo.