Allevamenti, stop a gabbie e mutilazioni nei pollai: i nuovi consigli dell’Efsa

Gli esperti dell'Efsa hanno analizzato gli allevamenti europei e redatto una serie di consigli come l'evitare l'uso di gabbie o mutilazioni.

Allevamenti, stop a gabbie e mutilazioni nei pollai: i nuovi consigli dell’Efsa

Niente più gabbie, niente più mutilazioni, niente più restrizioni ai regimi alimentari. Nuove linee guida, rafforzate dal peso dell’autorità europea? No, non proprio. Potremmo definirli più blandamente “consigli” per migliorare il benessere negli allevamenti di polli e galline ovaiole, recentemente emersi dalla pubblicazione di due pareri scientifici redatti dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa). Pareri che, di fatto, hanno valutato i sistemi attualmente utilizzati nel contesto europeo individuando pericoli e registrando il benessere degli animali – una “grandezza” che è stata calcolata sulla base delle risposte dei nostri amici pennuti e che ha fornito una base per proporre, come conseguenza, modalità per la prevenzione delle conseguenze più nocive.

Meno densità di popolazione e basta gabbie

pollo

L’intento è senza ombra di dubbio virtuoso, ma dobbiamo ammettere che i consigli ricordano pericolosamente le semplici norme di buonsenso che da anni a questa parte vengono proposte per ridurre la crudeltà dei sistemi di allevamento. Segnaliamo, ad esempio, la richiesta di ridurre la densità degli stock da allevamento; in modo tale da permettere ai polli di godere dello spazio di cui hanno bisogno per vivere.

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Altro capitolo è dedicato alle mutilazioni come la rifilatura del becco, che di fatto potrebbe portare a danni ai tessuti molli; o ancora a impedire l’uso di gabbie, una misura che l’Efsa si premura di classificare come essenziale. Naturalmente il confinamento in spazi angusti è una fonte di forte stress e sofferenza per gli animali; tanto che diversi Paesi europei – Austria, Germania, Lussemburgo e Slovacchia; per esempio – si sono già attivati per eliminarle dai propri allevamenti.

“Per molti anni i lobbisti dell’industria hanno sostenuto che l’allevamento in fabbrica è benefico per il benessere degli animali da allevamento, ma il parere odierno dell’organismo scientifico dell’Ue dimostra che si sbagliano” ha commentato a tal proposito Olga Kikou, responsabile europea di Compassion in World Farming.

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È bene notare, tuttavia, che i pareri scientifici in questione saranno analizzati dalla Commissione europea nell’ambito della strategia Farm to Fork e forniranno di fatto la base per revisionare l’attuale legislazione dell’Unione europea in materia di benessere degli animali. In altre parole, se quanto riportato nei pareri vi è parso una raccolta di contenuto già presente da tempo nell’agenda degli animalisti o nelle frange politiche più attente all’ambiente o al benessere degli animali, sappiate che si tratta di prove che potrebbero portare a misure ben più concrete.

“I pareri scientifici di oggi” ha concluso Kikou “offrono prove inconfutabili, screditando gli sforzi dell’industria e dei ministri per ritardare o impedire la tanto attesa revisione globale delle leggi dell’Ue sul benessere degli animali”.