Antonello Colonna: “L’apertura a pranzo è un palliativo, chi ci governa è incapace”

La zona gialla va stretta. Anche chef Antonello Colonna si unisce infatti al coro dei cuochi che non si "accontentano" della riapertura fino alle 18 ma chiedono che si possa lavorare a cena. E si esprime con durezza (per usare un eufemismo) nei confronti del governo.

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La zona gialla va stretta. Anche chef Antonello Colonna si unisce infatti al coro dei cuochi che non si “accontentano” della riapertura fino alle 18 ma chiedono che si possa lavorare a cena. E si esprime con durezza (per usare un eufemismo) nei confronti del governo.

“Non basta riaprire solo a pranzo – dichiara ai microfoni di Adnkronos lo chef – . Bisognava allungare l’apertura almeno fino al coprifuoco, fino alle ore 22. Sempre in assoluta sicurezza. Bisogna dare delle regole e farle rispettare. Non vorrei fosse, da parte del governo, solo un palliativo nei nostri confronti per non dare miseri ristori”.

“Lo ricordo da tempo – prosegue Colonna -, i luoghi più sicuri sono gli alberghi e i ristoranti. Non certo i centri commerciali o le piazze e le strade affollate. Ed i primi a non rispettare le regole sono proprio le istituzioni e le forze dell’ordine impossibilitate a gestire il caos soprattutto nei week-end. Ho aperto a Milano e Como per rispetto dei miei clienti […] sono convinto che con queste aperture perderò dei soldi, come tutti i miei colleghi. E poi ahimè siamo costretti anche a non far rientrare tutto il personale”.

“Purtroppo è evidente, da parte di chi ci governa, l’assoluta incapacità, non solo di saper gestire l’emergenza della pandemia, ma anche di capire le necessità e le problematiche di un settore importante e complesso, come quello della ristorazione […] Abbiamo bisogno al governo di imprenditori. Lo Stato in fondo è un’azienda e va gestita come un’azienda con persone all’altezza. E anche questo non avviene”.

Fonte: Adnkronos