Australia, la carenza di lattuga spinge KFC a mettere del cavolo negli hamburger

L'Australia è alle prese con una carenza di lattuga che ha fatto salire i prezzi alle stelle e obbligato KFC a sostituirla con i cavoli.

Australia, la carenza di lattuga spinge KFC a mettere del cavolo negli hamburger

L’Australia è alle prese on una carenza di lattuga che, oltre a innescare una spirale di crescita nei prezzi, ha spinto KFC a sostituirla con del cavolo nei suoi panini. L’annuncio arriva dallo stesso colosso del fast food, che per l’appunto ha citato i problemi alle catene di approvvigionamento causate dalle inondazioni e delle forti piogge sulla costa orientale che hanno spazzato via gran parte del raccolto nazionale. Le precipitazioni eccessive hanno per di più trasformato i campi del Queensland in vere e proprie distese di fango, rendendo tanto più difficile ripiantare i raccolti freschi.

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Come accennato, a pagarne le conseguenze sono in primis i consumatori, colpiti dalla rapida ascesa dei prezzi: una testa di lattuga iceberg costa circa 12 dollari, mentre le catene di supermercati che sono riuscite ad assorbire gli aumenti senza farli ricadere eccessivamente sui propri clienti si trovano con le scorte pressoché esaurite – e in alcuni casi segnalano riduzioni di forniture anche di pomodori, zucchine, broccoli e fagioli. Gli aumenti dei prezzi, alimentati dai sopracitati problemi climatici, sono in parte causati anche dai recenti picchi dei prezzi dei fertilizzanti e del carburante innescati invece dall’invasione russa dell’Ucraina.

“In tempi normali i prezzi di frutta e verdura tendono a riprendersi in modo relativamente rapido e a tornare alla normalità man mano che la produzione in altre aree diventa disponibile per colmare le lacune di approvvigionamento” ha commentato a tal proposito l’Australian Bureau of Agricultural and Resource Economics and Sciences (ABARES) nelle sue prospettive trimestrali. “Tuttavia, nel 2022-23 quasi tutti gli aspetti della catena di approvvigionamento stanno affrontando pressioni inflazionistiche”.