Australia: supermercato viene accusato di razzismo, ma si tratta di un malinteso

In Australia un supermercato è stato accusato di razzismo quando, in realtà, si è trattato di un semplice malinteso.

Australia: supermercato viene accusato di razzismo, ma si tratta di un malinteso

Cibo per cani, gatti e… asiatici? Dobbiamo ammetterlo, in effetti si tratta di una disposizione di prodotti piuttosto particolare: è quanto successo in Australia, in un supermercato della catena locale Coles, che per l’appunto ha collocato generi alimentari asiatici e cibo per animali domestici nello stesso corridoio. Quella che potrebbe essere una semplice disposizione temporanea, però, è stata immediatamente interpretata come razzismo dal popolo internettiano.

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Il tutto ha avuto origine da un post su Reddit, dove un utente, evidentemente colpito dalla disposizione degli alimenti, ha condiviso uno scatto del cartello. La foto è diventata virale, e diversi commentatori hanno affermato che inserire articoli asiatici tra cibi adatti agli animali fosse un atto di razzismo. Altri utenti, invece, hanno esaminato meglio la foto e notato che in un corridoio adiacente c’è il riso con i prodotti per la pulizia e il deodorante per ambienti. “Probabilmente tra una settimana i layout cambieranno di nuovo, stanno facendo delle prove” ha ipotizzato un utente. “In realtà è una mossa intelligente: i clienti sono costretti a passare per più corridoi possibile”.

La maggior parte dei detective di Reddit, però, hanno concluso che il negozio stava probabilmente riorganizzando i propri prodotti e di conseguenza le scorte venivano temporaneamente sistemate in posizioni un po’ bizzarre. Il post, in ogni caso, è diventato così popolare che un portavoce della catena è dovuto intervenire concedendo alcune spiegazioni al Daily Mail. “Sebbene la segnaletica mostri cibo per animali domestici e cibo asiatico situati uno accanto all’altro, in realtà si trovano in sezioni molto separate” ha spiegato. “Analizzeremo la nostra segnaletica e cercheremo altri modi per consentire ai clienti di navigare facilmente nei nostri negozi e trovare i prodotti che stanno cercando”. Una risposta misurata, non c’è dubbio, ma dobbiamo ammettere che le ipotesi degli Sherlock Holmes dell’internet erano più appassionanti.